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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Dieci anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 15 (Nuova Serie), giugno 2013

I dieci anni di apertura al pubblico nel racconto del Direttore

inaugurazioneDieci anni fa, il 21 giugno 2003, la Biblioteca del Senato veniva aperta al pubblico, realizzando per volontà di Marcello Pera il desiderio di Giovanni Spadolini. Dedichiamo l'intero numero di giugno del nostro bimestrale a festeggiare quell'evento ed i progressi fatti nel decennio. Per cominciare, abbiamo chiesto al nostro Direttore, Sandro Bulgarelli, che ha seguìto tutte le fasi del lungo e complesso iter che ha condotto all'apertura della Biblioteca, di ricordarle per i nostri lettori.

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L'apertura al pubblico della Biblioteca del Senato è il risultato di un processo che virtualmente inizia quando il Presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti decide il trasferimento della Biblioteca della Camera dei Deputati da Montecitorio a Via del Seminario, per consentire una fruizione pubblica dell'importante patrimonio che si era sedimentato dal 1848 in poi. Pochi anni dopo l'inaugurazione della nuova sede, avvenuta nel 1988, Giovanni Spadolini individuò nel palazzo di Piazza della Minerva una sede opportuna per compiere una analoga operazione. Durante i complessi lavori di consolidamento e restauro di un palazzo la cui superficie risultava addirittura inferiore alla superficie della sede in Palazzo Madama, vennero esaminate varie ipotesi per risolvere il difficile problema di riunire in un'unica sede tutte le raccolte della Biblioteca, allora misurabili in circa 24 chilometri di magazzini. Ricordo che l'impossibilità di realizzare questa esigenza e, soprattutto, di garantire spazi adeguati a uno sviluppo di almeno cinquanta anni delle raccolte, aveva suscitato in noi bibliotecari forti perplessità sulla scelta di questa sede. A distanza di dieci anni dall'inaugurazione posso dire con franchezza, almeno per quanto mi riguarda, che noi bibliotecari avevamo la vista corta mentre Giovanni Spadolini aveva visto giusto. Mi ricordo, in una animata riunione, che l'allora Presidente del Senato sottolineò con veemenza che la decisione doveva essere politica e non tecnica, data l'importanza di collocare la Biblioteca del Senato accanto alla sede fisica della Biblioteca della Camera. Questa felice intuizione ha consentito nel febbraio del 2007 di avviare la realizzazione del Polo bibliotecario parlamentare.

Nei primi mesi successivi alla inaugurazione della nuova sede (21 giugno 2003) venne avviata una politica di promozione dell'immagine e dell'uso pubblico della Biblioteca, dopo aver constatato una certa riluttanza da parte degli utenti a "osare" di accedere in un palazzo percepito come parte di una istituzione in qualche modo lontana e inaccessibile. Fu realizzato anche un documentario ("I libri di Minerva" con la regia di Alessandro Piva, del quale si parla in altro articolo a proposito delle iniziative comunicative della Biblioteca), finalizzato a rendere più amichevole l'approccio alla Biblioteca. Pian piano il trend di crescita dell'utenza si accentuò, anche grazie alla sempre più intensa utilizzazione della Sala degli Atti parlamentari per eventi culturali di vario genere. Un ruolo importante nella creazione di una affezione da parte degli utenti nei confronti della Biblioteca si deve alla disponibilità e professionalità del personale addetto all'accoglienza, all'orientamento e alle informazioni bibliografiche. Soprattutto il pubblico più professionale ha mostrato in questi anni una particolare affezione alla Biblioteca e ai suoi servizi.

Ho parlato di pubblico "più professionale" perchè la tipologia degli utenti è assai articolata. Studenti dell'ultimo anno delle scuole secondarie superiori e studenti universitari in genere accedono primariamente per studiare su materiale proprio, chiedendo l'autorizzazione ad introdurre volumi personali: questo fenomeno, tollerabile quando la disponibilità dei posti è elevata, non è accettabile quando impedisce fisicamente l'accesso a chi ha bisogno di utilizzare le fonti di documentazione presenti in Biblioteca. Tra questi ultimi numerosi sono gli studenti che preparano tesi di laurea o di specializzazione, ricercatori e professori italiani e stranieri e singoli utenti spinti da personali curiosità.

Il momento di svolta più importante, dal punto di vista qualitativo e quantitativo dell'utenza, è tuttavia legato alla apertura del varco fra le due Biblioteche, avvenuta nel febbraio del 2007. A partire da questa data le due Biblioteche hanno funzionato da "vasi comunicanti". Infatti, dal punto di vista dell'utenza, le due istituzioni sono percepite ed utilizzate come un'unica risorsa. Va sottolineata la complementarietà fra di esse, sia negli spazi fisici (una pluralità di piccoli ambienti nel caso del Senato, alcune grandi sale nel caso della Camera), sia nella ripartizione disciplinare delle sale di consultazione.

La criticità più rilevante che riguarda l'uso pubblico della Biblioteca è data dalla dialettica - come si è visto - fra utenti in cerca di una struttura dedicata alla pubblica lettura (che a Roma sostanzialmente non esiste) e utenti professionali. Ci vorrebbe un diavoletto di Maxwell per distinguere, momento per momento, i due tipi di utenti. Noi ci accontentiamo di contemperare le due esigenze regolando i flussi a seconda dell'andamento periodico legato ai calendari degli esami.

Un discorso a parte riguarda il pubblico che segue gli eventi nella Sala degli Atti parlamentari. In questo caso è possibile individuare tante tipologie professionali diverse: una volta avremo tutti storici del Medioevo, un'altra tutti storici dell'amministrazione, o ancora storici contemporaneisti, oppure costituzionalisti, letterati esperti di politica internazionale e così via. Queste categorie spesso intersecano gli ambienti della Biblioteca anche per le loro ricerche e costituiscono una delle modalità più interessanti di avvicendamento del nostro pubblico.

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