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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 75 (Nuova Serie), febbraio 2024

Fondi speciali

Catalogo della Raccolta di statuti della Biblioteca del Senato: pubblicato il vol. X

È appena stato pubblicato il X volume del Catalogo della Raccolta di statuti della Biblioteca del Senato, a cura di Alessandra Casamassima (Firenze, Leo S. Olschki, 2024).

Si tratta del volume più ampio dell'intera collana, interamente dedicato alla produzione normativa della Repubblica di Venezia. Contiene circa 800 schede descrittive, in maggioranza relative a fonti originali dal XIII al XVIII secolo, sia manoscritte che a stampa.

L'eccezionale numero di documenti censiti in vista della pubblicazione dell'ultimo volume del Catalogo ha portato a una revisione del piano dell'opera che, originariamente, avrebbe dovuto comprendere in un solo volume tutte le schede relative alle località V-Z. Si è preferito, dunque, procedere a una suddivisione in tre volumi: il IX, pubblicato nel 2022 e circoscritto alle località da Vado a Venaus; il X qui presentato; e l'XI che, si prevede, sarà pubblicato entro i prossimi due anni e accoglierà le descrizioni dei restanti documenti.

Tra i volumi censiti nel catalogo c'è anche lo statuto più antico di tutta la raccolta del Senato: il codice degli statuti di Jacopo Tiepolo, realizzato nel 1242 e nucleo originario degli 'statuta veneta'.

Introducono il volume un saggio di Gherardo Ortalli, Professore emerito di Storia medievale dell'Università Ca' Foscari di Venezia e l'introduzione del Presidente della Commissione per la biblioteca e per l'archivio storico del Senato, sen. Marcello Pera.

Si propone di seguito un estratto della Prefazione del Presidente Pera [pp. IX-XI, ndr].

[Il testo è riprodotto fedelmente dal volume, dunque non è stato adeguato alle norme redazionali di "MinervaWeb"]

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La raccolta degli Statuti della Biblioteca, avviata nel luglio del 1870 con l'acquisto, da parte del Senato del Regno, della collezione di 644 statuti appartenuti all'avvocato trevigiano Francesco Ferro, è stata accresciuta costantemente attraverso l'acquisizione di documenti storicamente e bibliologicamente importanti, recuperati sul mercato antiquario, e di edizioni correnti, sempre più numerose per il grande interesse della storiografia recente verso questo tipo di fonti.

Tra i volumi di maggior pregio acquisiti negli ultimi trent'anni e censiti nel volume che presentiamo c'è lo statuto più antico dell'intera raccolta del Senato: il codice duecentesco degli statuti di Jacopo Tiepolo, in uno dei soli tre esemplari manoscritti coevi, esistenti al mondo. I cinque libri di questo statuto, realizzato nel 1242 per volontà del primo doge della famiglia Tiepolo, costituiscono il nucleo originario del testo cardine della produzione normativa veneziana ovvero di quelli che in età moderna, comprendendo sempre più numerose aggiunte, correzioni e integrazioni successive, si chiameranno "statuta veneta" e dei quali la Biblioteca del Senato conserva, oltre al manoscritto già citato, entrambe le edizioni incunabole e tutte le successive edizioni a stampa cinque-settecentesche.

Ma il complesso e articolato sistema di governo della Serenissima, e la peculiare e stratificata produzione legislativa che ne è derivata, sono evidenti a chi scorra le pagine del Catalogo.

Non mancano, infatti, esempi di altre leggi che oggi definiremmo di valore costituzionale, come le "promissioni", sulle quali i dogi giuravano al momento della loro nomina e che ne stabilivano diritti e doveri; nonché norme dal contenuto costituzionale ma di rango inferiore - non potendo derogare a quanto sancito dallo statuto e dalla promissio -, come i "capitolari" dei Consigli e delle magistrature veneziane, che ne regolavano attività e competenze e ai quali gli eletti erano tenuti ad attenersi nell'esercizio delle proprie funzioni.

Numerosissime sono le "parti prese" in edizione originale descritte nel Catalogo. Si tratta di una nuova tipologia normativa che si afferma nel corso del Trecento, frutto del potere legislativo di cui furono via via dotati i Consigli e le sempre più numerose magistrature che si occupavano di tutti i settori della vita pubblica e privata veneziana. Così, in un profluvio di provvedimenti spesso a carattere occasionale, si colmavano le lacune della normativa o si innovava quanto già statuìto. Gli atti più rilevanti venivano poi accolti all'interno del corpus statutario e inseriti nelle successive edizioni degli "statuta veneta", tra le aggiunte alle materie civili o penali, a seconda dell'ambito di riferimento. Le numerosissime "parti" in edizioni originali cinque-seicentesche comprese nel Catalogo si riferiscono alle materie più varie, dai pubblici uffici ai tributi, alla sicurezza e al decoro, al diritto di famiglia, alla tutela della produzione e del commercio dei generi alimentari, ma anche dei tessuti o delle materie prime indispensabili al buon funzionamento dell'Arsenale.

Non mancano le "terminazioni", ovvero atti esecutivi delle magistrature minori, tra le quali particolarmente interessanti i numerosi documenti settecenteschi dei magistrati alla sanità, relativi alle norme per la contumacia delle merci provenienti da paesi sospetti di contagio; e le "tariffe" doganali e degli ufficiali, tra cui l'edizione pinelliana della tariffa doganale riformata nel 1751, fonte di grande interesse per la minuziosa elencazione di una enorme quantità di tipologie di merci diverse, da quelle per uso medicinale ai libri, dai quadri "di pittura antica e nuova" alle stoffe, dalle spezie agli utensili, dagli animali ai generi alimentari.

A partire dalla fine del Cinquecento e poi sempre più sistematicamente nel corso del tardo Seicento e del Settecento, sono numerose le edizioni di "sommari", "metodi", "codici", ovvero indici e raccolte tematiche che testimoniano lo sforzo di riordino dell'enorme mole del materiale legislativo stratificato nei secoli. Realizzate da avvocati o editori, queste imprese compilative furono spesso sostenute dal Senato veneto o da singole magistrature della Serenissima, come nel caso del Codice feudale, del Codice per la veneta mercantile marina, o della raccolta delle leggi, terminazioni e ordini provenienti dal Magistrato alle acque, opera dell'avvocato Giulio Rompiasio.

Sul fronte corporativo, accanto all'enorme lavoro svolto da Giovanni Monticolo negli archivi veneziani, qui interamente indicizzato sotto i nomi delle singole arti, non mancano alla raccolta della Biblioteca del Senato alcuni antichi codici manoscritti di particolare pregio, come le "mariegole" delle arti dei sagomadori da olio e degli scalateri, la cui splendida decorazione è attribuita al miniatore, disegnatore e cartografo padovano Benedetto Bordone, allievo di Mantegna. Due veri capolavori dell'arte miniaturistica del Rinascimento veneziano, che impreziosiscono la splendida raccolta del Senato, rendendola unica anche dal punto di vista storico-artistico.

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