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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 45 (Nuova Serie), giugno 2018

Carteggio 1923 di Piero Gobetti. Sala degli Atti parlamentari, 11 aprile 2018

L'11 aprile 2018, presso la Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", ha avuto luogo la presentazione del Carteggio 1923 di Piero Gobetti, a cura di Ersilia Alessandrone Perona, edito da Einaudi. Al dibattito sul tema, moderato dal giornalista Stefano Folli, hanno partecipato Pietro Polito, direttore del Centro studi "Piero Gobetti" di Torino, i professori Emilio Gentile, Francesco Malgeri e Paolo Soddu, nonché la curatrice dell'opera. Introducendo la discussione, Stefano Folli ha evidenziato due punti salienti del programma di Gobetti quale si evince dalle lettere raccolte nel volume, vale a dire la volontà di creare una nuova classe dirigente e di attuare una profonda riforma morale del paese, ormai sotto il regime fascista. Lungi da ogni intento agiografico, merito di questa silloge è, a suo parere, quello di restituire un ritratto autentico del giovane politico torinese, non scevro da contraddizioni ma in grado di illuminarne la straordinaria modernità.

Gli interventi dei relatori hanno quindi analizzato i contenuti del carteggio gobettiano, soffermandosi sui caratteri precipui dell'epistolario e ponendone in rilievo i contributi per una efficace ricostruzione storica del fascismo. Il professor Gentile, docente emerito di storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma, nel sottolineare la validità dell'apparato esplicativo e delle note presenti nel testo ha ricostruito la personalità del ventenne Gobetti, tale da costituire un temibile pericolo agli occhi dello stesso Mussolini malgrado il suo rifiuto di riconoscersi in qualsivoglia partito politico, privilegiando invece la dimensione culturale; fu proprio, secondo Gentile, la visione profetica, la lucida analisi dei limiti e delle imperdonabili tare del regime, come emerge dalle colonne della Rivoluzione liberale, a decretare la persecuzione che costò la vita al giovane intellettuale. Il professor Malgeri, anch'egli docente emerito di Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma, ha poi evidenziato l'importanza delle 579 lettere del carteggio gobettiano relativo al 1923, in un anno cioè particolarmente delicato nella storia politica italiana, vera e propria prova generale dell'imminente regime totalitario con una serie di eventi, dall'abolizione della festività del primo maggio all'uccisione di don Minzoni, che dispiegheranno la realtà della dittatura mussoliniana. Nello stesso periodo, come ravvisa Malgeri, Gobetti inizia a rivalutare l'operato dei popolari di Sturzo in opposizione al fascismo, con un giudizio positivo che sfociò in una collaborazione fra i due intellettuali; in tal senso il volume fornisce un ampio panorama della vita culturale e politica dell'epoca, presentandone i protagonisti e le istanze di cui Gobetti fu catalizzatore. Intervenendo successivamente, il professor Paolo Soddu, docente di Storia dei partiti e dei movimenti politici all'Università degli studi di Torino, ha rilevato come il carteggio gobettiano, attraverso la dimensione generazionale del suo autore, evidente anche nei rapporti con gli altri oppositori politici, consenta di esaminare il fascismo alla luce dello stesso antifascismo; il lascito dell'intellettuale torinese è a suo giudizio un modo di intendere la politica in maniera assolutamente rigorosa, con serietà di intenti e di operato, visione cui si ispireranno anche i futuri movimenti resistenziali.

A conclusione del dibattito la curatrice dell'opera, Ersilia Alessandrone Perona, ha ribadito come la prematura scomparsa di Gobetti abbia determinato una sorta di sclerotizzazione della sua figura, che andrebbe invece considerata come protagonista di un processo necessariamente in fieri, tanto più data la sua posizione di snodo tra movimenti diversi in una fase critica nella storia italiana.

La personalità di Gobetti quale emerge dal carteggio, frutto di un accurato lavoro filologico e archivistico, rimane dunque luminoso esempio di coerenza intellettuale e politica nonché motivo di continuo studio e approfondimento ancora ai nostri giorni.

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