A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
RDA - Resource Description and Access. Senato, Sala degli Atti Parlamentari, 22 e 23 gennaio 2015
Il 22 e 23 gennaio 2015 la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato ha ospitato un corso su RDA (Resource Description and Access), tenuto per conto dell'AIB (Associazione italiana biblioteche), dal prof. Mauro Guerrini dell'Università di Firenze e dal prof. Carlo Bianchini dell'Università di Pavia, autori del volume Introduzione a RDA : linee guida per rappresentare e scoprire le risorse, Milano, Editrice bibliografica, 2014.
Si tratta di un nuovo standard di respiro internazionale, sviluppato dal Joint Steering Committee for Development of RDA, pensato per l'era digitale, che ha come obiettivo quello di fornire delle linee guida per la descrizione non solo di opere bibliografiche ma anche di molti altri tipi di risorse (video, cd, opere d'arte, documenti archivistici e così via), e quello di produrre metadati strutturati e interconnessi che permettano alle biblioteche di far parte a pieno titolo del mondo dell'informazione all'interno del web.
RDA ha un approccio estremamente moderno e innovativo, tale da richiedere una profonda modifica del modo tradizionale di concepire il catalogo e il processo di catalogazione, al punto tale che anche la definizione stessa di "catalogazione" risulta superata a favore di quella di "registrazione di dati". Le sue caratteristiche qualificanti risiedono nella dimensione internazionale, nell'efficienza e facilità d'uso, nel fatto di basarsi su principi e modelli concettuali stabiliti (in particolare FRBR e famiglia, v. infra), di essere valido per tutti i tipi di contenuti e di media, di non rivolgersi al solo mondo bibliotecario ma a chiunque pubblichi dati relativi a risorse di qualsiasi genere (editori, librai, archivisti, operatori di musei), di essere adatto ad ambienti digitali e basati sul web.
I due obiettivi fondamentali di RDA sono quelli di identificare un'entità (ossia l'oggetto di interesse dell'utente), attraverso la registrazione dei suoi attributi, e di collegare le entità tra di loro, ossia metterle in relazione. Identificare significa registrare gli attributi di quell'entità (a questo processo sono dedicate le prime 4 sezioni del testo delle RDA), collegare significa non solo creare delle relazioni tra entità ma anche descrivere il tipo di relazione che le lega, attraverso dei designatori di relazione che permettano di esplicitare il ruolo che una persona o un ente ricopre rispetto alla risorsa che si sta descrivendo. La creazione di queste relazioni significative (cui sono dedicate le sezioni 5-9 del testo) è l'elemento più innovativo delle RDA poiché permette di sviluppare la funzione di navigare, individuata da Elaine Svenonius come uno degli obiettivi bibliografici, da aggiungere a quelli di "trovare, identificare, selezionare e ottenere".
In questo modo si favorisce il passaggio dal catalogo tradizionale al catalogo integrato all'interno del web; gli attuali cataloghi delle biblioteche sono presenti nel web ma non sono ancora del web (secondo la definizione data da Karen Coyle), nel senso che rimangono isolati, chiusi nel contesto bibliotecario, esclusi dalle ricerche fatte con i comuni motori di ricerca, non collegati ad altre fonti di informazione.
La prima parte del corso, brillantemente condotto dai due docenti e seguito con attenzione e interesse da parte di tutti i partecipanti, ha illustrato gli elementi fondamentali delle RDA, i suoi riferimenti teorici, con particolare riguardo al rapporto con gli schemi concettuali della famiglia FRBR -Functional Requirements for Bibliographic Records- (FRAD - Functional Requirements for Authority Data e FRSAD - Functional Requirements for Subject Authority Data), il rapporto con i linked data e con il web semantico (su questi argomenti v. Minervaweb n. 20, aprile 2014)
Si è poi passati all'illustrazione della struttura e dell'organizzazione di RDA utilizzando RDA Toolkit , versione web delle istruzioni. RDA è infatti innovativo anche nella presentazione, poiché, pur avendo una versione a stampa, è stato concepito principalmente come strumento online, con collegamenti ipertestuali tra le varie sezioni. Seguendo quindi la struttura di RDA Toolkit si è passati alla parte maggiormente tecnica, riguardante l'illustrazione delle linee guida per la descrizione dei dati (identificazione e descrizione di item, manifestazioni, espressioni, opere, famiglie ed enti; creazione delle relazioni tra risorse e tra persone, famiglie ed enti).
Durante il corso è stato anche posto l'accento su un'altro fondamentale aspetto delle RDA che è quello del riuso e dell'interoperabilità. Poiché il processo di catalogazione basato sulla compilazione di record verrà superato da quello di registrazione di dati, definiti tramite vocabolari controllati, non solo dalle biblioteche ma da tutti coloro che si occupano di trattamento dell'informazione, si potrà procedere alla riutilizzazione di tali dati nel proprio specifico contesto. Il concetto di riuso dei dati si sposa con quello di interoperabilità tra diversi sistemi che sono in grado di comunicare tra di loro, proprio grazie al fatto che vengono utilizzati standard definiti e vocabolari controllati e condivisi. In questo senso assume una importanza fondamentale il ruolo degli specialisti dell'informazione, come i bibliotecari, che sono tra coloro che meglio possono gestire la creazione di vocabolari e ontologie, il cui valore non è neutro poiché la definizione di un termine, di un concetto ha un valore culturale estremamente significativo.
La struttura innovativa delle RDA segna una rivoluzione completa rispetto ai codici di catalogazione preesistenti: dalla centralità del record si passa alla centralità dei dati, la cui disaggregazione e granularità permette che essi possano essere riusati in contesti diversi e aggregati a seconda delle necessità dell'utente, la cui soddisfazione rimane il fulcro centrale e il punto di riferimento costante per chiunque si occupi di trattamento dell'informazione.