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Giovedì 9 Ottobre 2025 - 352ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:36)

L'Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza n. 3, in un testo emendato, sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (doc. CCXLIV, n. 1), che impegna il Governo a rispettare la spesa programmata, sostenere famiglie, lavoro, imprese e sanità, attuare riforme e investimenti PNRR e rafforzare difesa, sicurezza e riforme fiscali.

Il relatore, sen. Calandrini (FdI), ha illustrato un quadro complessivo positivo e improntato alla disciplina e alla crescita sostenibile. Il DPFP, che sostituisce la Nota di aggiornamento al DEF e costituisce la base per la legge di bilancio 2026, delinea un aggiornamento del quadro macroeconomico con due scenari, tendenziale e programmatico, che prevedono una crescita del PIL reale fino allo 0,8 per cento nel 2028. Sono evidenziati il rafforzamento dell'occupazione, la riduzione della pressione fiscale e il contenimento del deficit sotto il 3 per cento dal 2026, nel rispetto dei vincoli europei. Il rapporto debito/PIL inizierà a diminuire dal 2027, avviando un percorso di consolidamento stabile. Le politiche economiche manterranno rigore nei conti, ma anche attenzione a famiglie e imprese. Infine, il relatore ha evidenziato il ruolo strategico delle riforme e degli investimenti del PNRR, che potranno innalzare il PIL fino al 9,2 per cento entro il 2031, a conferma del potenziale trasformativo del piano economico nazionale.

Al termine della discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Beatrice Lorenzin, Cristina Tajani, Misiani, Manca (PD), Claudio Borghi, Elena Testor, Romeo (LSP), Enrico Borghi (IV), Magni (AVS), Trevisi (FI-BP), Turco (M5S) e Russo (FdI), è stata accettata dal Governo la proposta di risoluzione n. 3 della maggioranza; respinte le proposte nn. 1 di Misto-Az e 2 di PD, M5S, AVS e IV. Nelle dichiarazioni finali i sen. Salvitti (Cd'I), Damiani (FI-BP), Garavaglia (LSP) e Paola Ambrogio (FdI) hanno annunciato un voto a favore, sottolineando la gestione prudente e pragmatica dei conti pubblici, che porterà l'Italia sotto il 3 per cento di deficit e le consentirà di uscire in anticipo dalla procedura d'infrazione europea: Cd'I ha richiamato la necessità di rilanciare la crescita economica attraverso investimenti in industria, agricoltura ed energia, puntando su indipendenza energetica e nucleare; FI-BP ha rivendicato i risultati positivi in termini di riduzione dello spread, calo dell'inflazione e aumento dell'occupazione, e definito gli investimenti nella difesa parte della strategia di rafforzamento infrastrutturale del Paese; LSP ha sottolineato la priorità del lavoro come diritto costituzionale e dovere sociale, evidenziando la creazione di circa un milione di posti di lavoro e chiarendo che l'aumento della pressione fiscale deriva da crescita occupazionale e recupero dell'evasione; secondo FdI il Documento inaugura una stagione di programmazione economica nazionale allineata alla governance europea: dati positivi riguardano deficit, debito stabile, occupazione ai massimi storici e sistema creditizio solido, con risultati tangibili in istruzione e mercato del lavoro. I sen. Calenda (Az), Annamaria Furlan (IV), Magni (AVS), Elisa Pirro (M5S) e Boccia (PD) hanno dichiarato voto contrario, lamentando l'assenza di una strategia di crescita coerente e la debolezza della politica industriale del Governo: Az, pur riconoscendo la prudenza sul deficit, ha sottolineato la mancanza di un piano industriale concreto e proposto tariffe energetiche agevolate; IV ha criticato la gestione del PNRR e una manovra priva di visione industriale, denunciando tagli alla sanità, scarsa attenzione a salari e produttività e assenza di interventi concreti a sostegno del made in Italy e dei lavoratori; AVS ha evidenziato la crisi industriale e la fuga di giovani, condannando le spese militari a scapito di sanità e welfare, e proponendo una strategia alternativa basata cooperazione e giustizia sociale; M5S ha sostenuto che la manovra non cambia lo status quo e penalizza famiglie e imprese; ha proposto tagli fiscali per ceti bassi e medi, assegno unico, sostegno alle imprese e finanziamenti adeguati alla sanità; il PD ha denunciato la mortificazione del Parlamento, la crescita limitata del PIL e un deficit che grava sui più poveri, rimarcando l'assenza di investimenti e l'inefficacia dei piani di sostegno al lavoro, con conseguenze su occupazione e inclusione sociale.

Alle 15 si è svolto il question time.

Il Ministro delle imprese e del made in Italy Urso ha risposto all'interrogazione n. 3-02186, illustrata dal sen. Renzi (IV), sull'adozione di un piano di aiuti economici alle imprese in risposta ai dazi american, rivendicando che, sotto la sua gestione, i fondi PNRR per il Ministero delle imprese sono saliti da 19 a oltre 30 miliardi; ha citato le nuove misure contro l'ultra fast fashion e le piattaforme digitali che danneggiano il made in Italy. L'interrogante ha contestato la mancata risposta diretta sui 25 miliardi di dazi e sugli 8 miliardi per le imprese. Il Ministro ha poi risposto all'interrogazione n. 3-02180, illustrata dal sen. Salvitti (Cd'I), sulla realizzazione di nuovi impianti di data center nel territorio nazionale, premettendo che nel 2024 l'Italia è il Paese europeo con più investimenti esteri greenfield (35 miliardi). Ha richiamato progetti strategici come i data center di Amazon e Vantage, il potenziamento della fibra ottica e dei supercalcolatori, la candidatura italiana per un hub europeo sull'intelligenza artificiale e la legge nazionale sull'IA. Soddisfatto l'interrogante, che ha riconosciuto l'importanza di investire in innovazione e infrastrutture digitali e fisiche. In risposta all'interrogazione n. 3-02190, illustrata dal sen. Trevisi (FI-BP), sulle iniziative per la ripresa del distretto industriale tarantino dopo la crisi dello stabilimento ex Ilva, il Ministro Urso ha richiamato l'avvio del Tecnopolo per la transizione sostenibile, l'istituzione del tavolo Taranto e nuovi progetti industriali per riconvertire le aree ex Ilva in un parco industriale innovativo e sostenibile. Il sen. Trevisi ha auspicato che le risorse vengano concentrate per rafforzare il sistema produttivo locale. Il Ministro ha quindi dato risposta all'interrogazione n. 3-02185, illustrata dal sen. Boccia (PD) sulle prospettive degli impianti ex Ilva di Taranto, premettendo che la cattiva gestione di ArcelorMittal ha causato danni stimati in 4 miliardi di euro; ha quindi ribadito l'impegno del Governo per la decarbonizzazione e la riconversione green degli impianti e illustrato i progetti di rilancio industriale e innovazione nel territorio, come il Tecnopolo di Taranto e nuovi investimenti nei settori navale, ferroviario ed energetico. Il sen. Boccia ha accusato Urso di aver presentato piani inconcludenti in tre anni di Governo. Rispondendo all'interrogazione n. 3-02188, illustrata dal sen. Calenda (Az), sulle iniziative per contrastare il processo di deindustrializzazione dell'economia italiana, il Ministro ha spiegato che la crisi dell'automotive è europea e che, grazie all'azione italiana, l'UE sta rivedendo le regole del green deal e delle emissioni. Ha difeso Stellantis per gli investimenti e la tenuta occupazionale, e illustrato i progressi sul rilancio dell'ex Ilva e sugli interventi a Terni e Piombino. Il sen. Calenda ha accusato il Ministro di non conoscere la realtà delle fabbriche e di vantare risultati inesistenti. Il Ministro Urso ha poi risposto all'interrogazione n. 3-02183, illustrata dalla sen. Bilotti (M5S), sull'istituzione di un tavolo nazionale permanente per la filiera automotive e la situazione dello stabilimento Cooper standard di Battipaglia (Salerno): il tavolo automotive esiste già da tre anni e ha tenuto oltre 30 riunioni, mentre le misure anti-delocalizzazione sono già legge, prevedendo la restituzione dei contributi pubblici per chi chiude e si sposta all'estero. Ha infine rivendicato i risultati ottenuti nei tavoli di crisi industriale, con la salvaguardia di stabilimenti e lavoratori. Insoddisfatta l'interrogante, che ha accusato il Governo di non avere una vera strategia nazionale per l'automotive. Infine, in risposta all'interrogazione n. 3-02187, illustrata dalla sen. Tubetti (FdI), sul futuro dell'industria automobilistica europea nell'ambito della revisione del "green deal", il Ministro ha ricordato che l'Italia è stata tra i primi Paesi a chiedere in Europa una revisione del green deal per renderlo sostenibile anche sul piano economico e sociale, rivendicando risultati concreti quali la rimozione delle supermulte alle industrie europee e il sostegno crescente di Germania e altri Paesi alle posizioni italiane. L'interrogante ha invitato il Ministro a continuare con determinazione nella revisione.

In apertura di seduta i sen. Malan (FdI), Alfieri (PD), Gasparri (FI-BP), Enrico Borghi (IV), Patuanelli (M5S), Dreosto (LSP), Magni (AVS), Calenda (Misto-Az), e Spagnolli (Aut) sono intervenuti per esprimere soddisfazione e speranza in merito all'accordo di pace annunciato in Egitto, che avvia la prima fase del piano promosso dal Presidente Trump. Pur con accenti diversi, i sen. intervenuti hanno sottolineato l'importanza di proseguire verso una pace stabile e duratura e di mantenere viva la prospettiva dei due popoli e due Stati.

Nel corso della seduta l'Assemblea ha commemorato il 62° anniversario del disastro del Vajont, ricordando le 1.917 vittime e l'impatto devastante su Longarone e i paesi vicini. I sen. Zanettin (FI-BP), Spagnolli (Aut), Enrico Borghi (IV), Patuanelli (M5S), Dreosto (LSP), Martella (PD) e De Carlo (FdI) hanno sottolineato la necessità di memoria, responsabilità nella gestione del territorio e prevenzione di future tragedie.

(La seduta è terminata alle ore 16:02 )

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