Mercoledì 1 Ottobre 2025 - 348ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:06)
L'Assemblea ha approvato in via definitiva il ddl n. 1483, recante disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità.
Il relatore, sen. Satta (FdI), ha illustrato il testo, che riconosce l'obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante. L'obiettivo è adottare politiche di contrasto a una condizione clinica che colpisce quasi 6 milioni di cittadini e che comporta gravi conseguenze sanitarie e sociali. Il provvedimento prevede un programma nazionale finanziato con oltre 2,7 milioni a regime, finalizzato a prevenzione, cura, sensibilizzazione e sostegno a stili di vita sani. Particolare attenzione è rivolta all'età pediatrica, all'educazione alimentare, all'attività sportiva e al contrasto della sedentarietà. È istituito un Osservatorio nazionale per monitoraggio e indirizzo delle politiche, oltre a fondi permanenti per la formazione del personale sanitario e campagne informative. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Barachini ha sottolineato che il provvedimento affronta la malattia con strumenti di prevenzione, cura e sensibilizzazione sociale, ringraziando Parlamento e Governo per l'impegno condiviso in una sfida che pone l'Italia all'avanguardia a livello internazionale.
Approvato l'articolato, nelle dichiarazioni di voto finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Guidi (Cd'I), Paroli (FI-BP), Elena Murelli (LSP) e Russo (FdI). La maggioranza ha sottolineato l'importanza del riconoscimento dell'obesità come malattia complessa e non come colpa individuale, superando lo stigma sociale; ha valorizzato l'approccio integrato del ddl, basato su prevenzione, educazione sanitaria e presa in carico multidisciplinare. I sen. Annamaria Furlan (IV), Magni (AVS), Mazzella (M5S) e Ylenia Zambito (PD) hanno dichiarato un voto di astensione: pur riconoscendo la rilevanza del tema e apprezzando misure quali l'istituzione dell'Osservatorio, hanno denunciato l'insufficienza delle risorse stanziate e la mancata inclusione dell'obesità tra le malattie croniche nei LEA, rilevando altresì l'assenza di politiche di prevenzione scolastica e di sostegno alle famiglie più fragili, che rendono il provvedimento uno slogan privo di reali garanzie di presa in carico dei pazienti. In dissenso dal Gruppo, il sen. Sensi (PD) ha dichiarato un voto a favore del ddl, riconoscendo un primo passo importante verso il superamento dello stigma legato all'obesità.
L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1562 concernente l'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming).
La relatrice, sen. Ternullo (FI-BP), ha illustrato il testo, che fissa al 16 maggio la Giornata nazionale contro il body shaming: la ricorrenza prevede campagne di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno, da realizzarsi attraverso i media e le piattaforme digitali. Le finalità sono la prevenzione di condotte offensive, la promozione del rispetto di sé e degli altri e la tutela della salute fisica e psicologica. Le istituzioni pubbliche, il terzo settore e la scuola potranno attivare iniziative specifiche per diffondere consapevolezza critica verso stereotipi e immagini ritoccate; la RAI garantirà adeguati spazi di programmazione dedicati. Il Ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella ha sottolineato la gravità del body shaming come problema di salute psicologica e sociale, in particolare per i giovani più fragili. L'istituzione di una giornata dedicata rappresenta un primo passo utile per accendere i riflettori su una realtà spesso sottovalutata.
Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti, esprimendo una posizione critica, i sen. Lombardo (Misto-Az), Julia Unterberger (Aut) e Magni (AVS): Az e AVS hanno denunciato la proliferazione di giornate nazionali, che sviliscono il ruolo del Parlamento, annunciando la non partecipazione al voto; secondo Aut una giornata simbolica non è sufficiente: servono regole chiare per media e social, più centri sociosanitari e percorsi educativi scolastici. Hanno dichiarato voto favorevole i sen. Raffaella Paita (IV), Michaela Biancofiore (Cd'I), Trevisi (FI-BP), Mazzella (M5S), Elena Murelli (LSP), Susanna Camusso (PD) e Zullo (FdI). I Gruppi di maggioranza hanno sottolineato la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica, rilevando conseguenze psicologiche serie come depressione, disturbi alimentari e isolamento sociale: la giornata nazionale rappresenta un segnale politico e culturale di civiltà. Secondo IV e M5S la Giornata contro il body shaming tocca un tema sociale e culturale centrale e non può essere banalizzata, invitando a proseguire con interventi educativi e di sostegno alle famiglie. Il PD ha chiesto un impegno concreto su educazione all'affettività, rispetto delle differenze, regole sui social e sostegno psicologico. In dissenso dal Gruppo, il sen. Menia (FdI) ha rivendicato il diritto a non essere costretto all'unanimità, ritenendo eccessiva la proliferazione di giornate simboliche, a suo avviso autoreferenziali e poco utili: problemi come questi dovrebbero trovare risposta nell'educazione e nel rispetto.
L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1660 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia.
La Presidente della 2a Commissione, sen. Bongiorno (LSP), ha riferito che la Commissione non ha concluso l'esame in sede referente, e quindi non ha conferito mandato al relatore. Pertanto, il provvedimento sarà discusso nel testo trasmesso dall'altro ramo del Parlamento. Il ddl introduce misure straordinarie per il potenziamento della magistratura e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR entro il 30 giugno 2026; prevede applicazioni temporanee di magistrati e giudici onorari, trasferimenti incentivati verso sedi in ritardo e applicazioni a distanza fino a 500 magistrati per smaltire l'arretrato civile; riforma il tirocinio dei magistrati, proroga incarichi e termini di organi giudiziari e modifica le competenze del giudice di pace. Il testo include disposizioni su consulenze tecniche e contenzioso cyber, aumenta l'organico della magistratura ordinaria e autorizza fondi per braccialetti elettronici. Rivede altresì i termini e le modalità di pagamento degli indennizzi per la durata irragionevole dei processi.
Hanno preso parte alla discussione generale i sen. Verini (PD), Dafne Musolino (IV) e Anna Rossomando (PD).
Durante l'esame dell'articolato sono stati accolti gli ordini del giorno della sen. Cucchi (AVS) e altri G1.1 (testo 2) e, come raccomandazione, G5.1. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Giovanna Petrenga (Cd'I), che ha apprezzato l'introduzione di correttivi equilibrati nei processi civili e penali, accanto a misure per la sicurezza penitenziaria; Zanettin (FI-BP), che, pur riconoscendo limiti e criticità, quali incentivi insufficienti e rischio di abbassare la qualità delle sentenze, ha apprezzato l'approccio pragmatico del provvedimento; Erika Stefani (LSP), secondo cui il decreto contiene misure emergenziali e non strutturali, ma necessarie per rispettare le scadenze del PNRR, come l'applicazione a distanza dei magistrati e la riorganizzazione degli uffici; Rastrelli (FdI), che ha invitato al superamento di riserve e pregiudizi nell'interesse comune, sottolineando il carattere correttivo del provvedimento, con poteri straordinari ai capi uffici e piani per recuperare gli arretrati. I sen. Scalfarotto (IV), Ilaria Cucchi (AVS), Ada Lopraiato (M5S) e Bazoli (PD) hanno dichiarato un voto contrario, stigmatizzando la mancanza di confronto, che mortifica le prerogative parlamentari, e l'introduzione di misure di facciata che non risolvono i problemi strutturali della giustizia: IV ha lamentato l'assenza di un vero piano di assunzioni; AVS si è soffermata sulle gravi condizioni delle carceri, denunciando l'assenza di risorse; M5S ha espresso una dura critica all'uso improprio dei giudici di pace e alle applicazioni a distanza, che minano la coerenza e la qualità delle decisioni; il PD, pur riconoscendo la rilevanza degli obiettivi europei, ha accusato il Governo di essersi mosso in ritardo con un decreto estemporaneo.
Come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, domani, dopo lo svolgimento del sindacato ispettivo, il Ministro degli esteri renderà comunicazioni sui recenti sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza; il previsto question time non avrà luogo. Fermi restando gli altri argomenti già previsti, la prossima settimana verrà discusso il ddl sulla semplificazione delle attività economiche (in luogo della legge annuale sulle pmi) e il Documento programmatico di finanza pubblica. Mercoledì 22 ottobre, il Presidente del Consiglio renderà comunicazioni sul Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre.
(La seduta è terminata alle ore 17:36 )





