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Mercoledì 11 Giugno 2025 - 314ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:05)

L'Assemblea ha approvato in prima lettura il ddl n. 1467 di conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l'anno 2025.

Il relatore, sen. Antonella Zedda (FdI), ha illustrato il testo, che interviene per rendere coerente la normativa dopo che la legge di bilancio 2025 ha stabilizzato le nuove aliquote IRPEF e l'ampliamento della no tax area. In particolare, si limita al solo 2024 la norma che escludeva la rimodulazione IRPEF dal calcolo degli acconti, adeguando così le regole agli interventi strutturali introdotti. Il MEF aveva annunciato la necessità di questo intervento per evitare distorsioni fiscali.

Al termine della discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Silvia Fregolent (IV), Croatti (M5S), Borghesi (LSP) e Losacco (PD), il relatore ha difeso l'operato del Governo che, a differenza del passato, ha riconosciuto e corretto tempestivamente un errore normativo nella stessa legislatura, richiamando l'intervento sul payback sanitario come esempio di responsabilità. Ha poi respinto le accuse di favorire l'evasione fiscale, evidenziando il recupero di 33,4 milioni nel 2024. Il sottosegretario per l'economia Sandra Savino ha chiarito che non si è trattato di un errore grave, ma di un necessario correttivo tecnico, e ha ribadito l'impegno del Governo per la riduzione delle tasse e il sostegno al lavoro e alle imprese.

Durante l'esame dell'articolato sono stati accolti gli ordini del giorno G1.1 e G1.2 (sen. Turco e Croatti (M5S)), che impegnano il Governo a semplificare il fisco, aumentando la trasparenza, e a valutare nuove misure fiscali a sostegno delle famiglie a reddito medio-basso. È stato altresì accolto l'ordine del giorno G1.100 (testo 2) (sen. Silvia Fregolent (IV)), che impegna il Governo a valutare iniziative per chiarire il trattamento fiscale degli operatori finanziari, garantendo omogeneità su compensi variabili e stock option.

Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Salvitti (Cd'I), che la enfatizzato il carattere epocale della riforma fiscale, con riduzione delle aliquote Irpef e minore pressione fiscale dopo oltre cinquant'anni, elogiando il taglio strutturale del cuneo fiscale; Trevisi (FI-BP), che ha richiamato l'importanza di correttivi alle leggi precedenti (superbonus e comunità energetiche) per maggiore sostenibilità e inclusività, evidenziando il miglioramento dei conti pubblici, l'aumento delle entrate e la crescita dei redditi dei lavoratori; Garavaglia (LSP), che ha chiarito che l'aumento della pressione fiscale è dovuto solo alla maggiore occupazione e alla riduzione dell'evasione, non a nuove imposte, e ha rivendicato il successo delle misure come la flat tax per i forfettari e la prospettiva di una nuova rottamazione fiscale; Melchiorre (FdI), che ha accusato l'opposizione di aver alimentato polemiche infondate e strumentali, respingendo le accuse di pasticcio fiscale: il dl non contiene nuove tasse, ma è frutto di una scelta di prudenza contabile per evitare restituzioni future da parte dei contribuenti. I sen. Dafne Musolino (IV), Magni (Misto-AVS), Turco (M5S) e Cristina Tajani (PD) hanno dichiarato l'astensione. IV ha contestato l'approssimazione della politica fiscale e l'aumento della pressione fiscale, soprattutto sulle imposte indirette che colpiscono i redditi bassi, lamentando l'assenza di una vera politica economica; AVS ha denunciato un aumento strutturale della tassazione su lavoro dipendente e pensionati, soprattutto per il ceto medio produttivo, auspicando una discussione per una tassazione più equa, come previsto dalla Costituzione; M5S ha criticato la riforma fiscale in quanto inefficace contro l'evasione e dannosa per ceto medio, imprese e investimenti, e ha accusato l'Esecutivo di aver aumentato le tasse e tagliato le agevolazioni; il PD la lamentato l'assenza di chiarezza nella strategia del Governo, denunciando l'uso improprio dei dati economici, l'inefficacia del concordato preventivo e l'insufficienza delle misure per il ceto medio.

L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1415, collegato alla manovra di finanza pubblica, recante disposizioni in materia di economia dello spazio.

Il relatore, sen. Paroli (FI-BP), ha illustrato il testo, articolato in cinque Titoli che regolano le attività spaziali, dall'accesso e autorizzazione all'immatricolazione degli oggetti spaziali, alle responsabilità civili e alle misure per promuovere l'economia dello spazio. Pur riconoscendone i margini di miglioramento, il relatore ha definito il provvedimento innovativo e necessario, sottolineando l'urgenza di dotarsi di una normativa nazionale, anche in anticipo rispetto all'UE. Ha giustificato l'assenza di modifiche in seconda lettura con la volontà di agire tramite ordini del giorno che orienteranno i decreti attuativi. Ha citato criticità come la disciplina sanzionatoria e il sistema delle fideiussioni, che andranno verificati sul campo e difeso l'articolo 25, che limita l'uso di tecnologie satellitari a soggetti UE o NATO, per garantire sicurezza e accesso alle migliori tecnologie. Ha infine auspicato un aggiornamento continuo della normativa, come avviene per la concorrenza.

Respinta la questione pregiudiziale QP1, illustrata dalla sen. Naturale (M5S), sulla quale sono intervenuti, a sostegno, i sen. Magni (AVS), Enrico Borghi (IV) e Spagnolli (Aut), è iniziata la discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Amidei, De Carlo (FdI), Spagnolli (Aut), Lombardo (Misto-Az), Dolores Bevilacqua (M5S), Bergesio (LSP) e Basso (PD). Il Sottosegretario per le imprese e il made in Italy Bitonci ha ringraziato per il lavoro svolto e l'accoglimento delle riformulazioni degli ordini del giorno, impegnandosi a recepire le indicazioni parlamentari nei decreti attuativi.

Nel corso dell'esame dell'articolato sono stati accolti diversi ordini del giorno: G1.1 e G9.2 (sen. Basso (PD) e altri); G6.1 (testo 2) (sen Sabrina Licheri (M5S) e altri); G7.1, G9.1, G21.1 (sen. Rosso (FI-BP) e De Carlo (FdI)); G13.1 (sen. Bergesio (LSP) e altri), G13.2 (sen. Mara Bizzotto (LSP) e altri); G13.3 e G23.1, entrambi in testi riformulati (sen. Gisella Naturale (M5S) e altri); G13.100 e G13.101 (sen. Gelmetti (FdI)): G15.1 (sen. Silvia Fregolent (IV)); G21.100 (testo 2) (sen. Rosso (FI-BP)); G26.1 (testo 2) (sen. Nicita e Basso (PD)).

Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti, a favore del provvedimento, i sen. Michaela Biancofiore (Cd'I), Rosso (FI-BP), Cantalamessa (LSP) e Gelmetti (FdI). I sen. di maggioranza hanno elogiato il ddl come un passo decisivo per rafforzare la sovranità nazionale nello spazio, colmando un vuoto normativo: il provvedimento introduce un quadro giuridico necessario per regolamentare un settore in rapida evoluzione, offrendo certezze operative e legali a imprese e investitori. Tra i punti centrali richiamati, vi è la valorizzazione della filiera industriale e scientifica italiana, con l'obiettivo di sostenere le eccellenze nazionali, promuovere l'innovazione tecnologica e stimolare la crescita delle startup; la legge rafforza anche la collaborazione tra pubblico e privato, creando le condizioni per attrarre investimenti, anche da grandi attori internazionali, senza rinunciare alla guida strategica dello Stato. È stata inoltre richiamata la funzione geopolitica e strategica dello spazio, con particolare riferimento all'importanza delle applicazioni spaziali per la difesa, la sicurezza, la competitività industriale e lo sviluppo tecnologico del Paese. Hanno dichiarato voto contrario i sen. Aurora Floridia (Aut), Silvia Fregolent (IV), Magni (AVS), Sabrina Licheri (M5S) e Giacobbe (PD). Le opposizioni hanno giudicato il provvedimento sbilanciato a favore degli interessi privati, in particolare stranieri e americani, a scapito del controllo pubblico e della cooperazione europea. Hanno denunciato l'assenza di un piano industriale coerente e l'insufficienza del fondo economico previsto, ritenuto non all'altezza delle ambizioni dichiarate. Le critiche hanno insistito anche sulla mancanza di tutele per la cybersicurezza, la protezione dei dati sensibili e la sicurezza strategica, sottolineando i rischi di una dipendenza tecnologica e infrastrutturale da attori extraeuropei. Aut ha messo in guardia contro il pericolo di una progressiva privatizzazione dello spazio, che potrebbe minare la sovranità nazionale; IV ha accusato il Governo di incoerenza, ignorando il ruolo dell'UE; AVS ha rifiutato una visione militarizzata, chiedendo una maggiore centralità del ruolo pubblico; M5S e PD hanno denunciato la fretta nell'approvazione del testo, la mancanza di un confronto parlamentare adeguato e la marginalizzazione delle istituzioni democratiche nel controllo delle infrastrutture strategiche.

(La seduta è terminata alle ore 18:34 )

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