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Mercoledì 4 Giugno 2025 - 312ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:32)

Con 109 voti a favore, 69 contrari e un astenuto, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl n. 1509 di conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.

Il decreto, articolato in 39 articoli suddivisi in sei Capi, introduce misure urgenti per il rafforzamento della sicurezza pubblica, intervenendo su fenomeni come baby gang, degrado urbano e aggressioni a operatori pubblici; si prevede l'estensione del Daspo urbano, la trasformazione del blocco stradale in reato, l'inasprimento delle pene per l'accattonaggio con minori, le norme sulle bodycam e il sostegno legale alle Forze dell'ordine. Si introducono aggravanti per reati contro pubblici ufficiali o operatori sanitari, restrizioni alla vendita di cannabis light, mentre altre novità concernono l'istigazione a disobbedire, il reato di rivolta in carcere e nei centri per immigrati, la disciplina operativa della Guardia di finanza, le misure per l'Intelligence, la protezione dei militari in missione e il reinserimento dei detenuti.

Nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia e si è svolta la discussione sulla fiducia. Oggi, nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato la fiducia i sen. Michaela Biancofiore (Cd'I), che ha invocato misure forti per tutelare l'ordine pubblico in un'Italia segnata da insicurezza diffusa, accusando l'opposizione di essere distante dalla realtà del Paese; Occhiuto (FI-BP), che ha espresso apprezzamento per un provvedimento equilibrato che tutela i diritti senza ideologie, valorizzando le misure a favore delle Forze dell'ordine e l'attenzione al benessere sociale; Nicoletta Spelgatti (LSP), secondo la quale il diritto di manifestare va rispettato, ma senza bloccare servizi essenziali o danneggiare il patrimonio pubblico: occorre superare il dibattito sterile in Parlamento per agire concretamente; Balboni (FdI), che ha elogiato le tante misure a tutela dei più deboli, garantendo un equilibrio tra libertà e ordine pubblico: il decreto favorisce il lavoro dei detenuti come strumento di reinserimento, contrasta l'occupazione abusiva gestita dalla criminalità organizzata, difende il decoro degli edifici pubblici, evitando danni e spreco di risorse. Hanno negato la fiducia i sen. Calenda (Misto-Az), che ha denunciato l'approccio propagandistico e illiberale del provvedimento, che introduce reati penali senza discussione parlamentare, e ha invitato le opposizioni a rispondere con argomenti, evitando spettacolarizzazioni; Julia Unterberger (Aut), che ha contestato l'introduzione di nuovi reati che colpiscono i più deboli e violano principi costituzionali come la proporzionalità, la presunzione d'innocenza e la vacatio legis, condannando misure punitive sproporzionate su proteste, migranti e cannabis light; Renzi (IV), che ha sostenuto che il decreto rappresenta una minaccia senza precedenti allo stato di diritto, contestando in particolare le norme che autorizzano i servizi segreti a fare intercettazioni senza controllo giudiziario e che escludono la punibilità degli agenti coinvolti in reati legati a terrorismo ed eversione; De Cristofaro (Misto-AVS), che ha accusato il Governo Meloni di fare propaganda, ignorando i reali problemi sociali, e ha denunciato l'uso sproporzionato della forza, l'ingiustizia normativa e il tentativo di trasformare il dissenso in reato; Scarpinato (M5S), secondo cui il decreto è espressione di un progetto politico di lungo corso volto a smantellare progressivamente i valori e le garanzie della Costituzione del 1948, denunciando il ritorno di una cultura politica che criminalizza fragili, marginalizzati e poveri; Giorgis (PD), che ha spiegato che il provvedimento introduce molti nuovi reati e pene più severe, ma senza investimenti in prevenzione, strutture carcerarie o personale, rischiando di aggravare il sovraffollamento e allontanare la pena dalle finalità rieducative previste dalla Costituzione. Il sen. Patuanelli (M5S), in dissenso dal Gruppo, ha annunciato la non partecipazione al voto.

(La seduta è terminata alle ore 13:53 )

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