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Mercoledì 14 Maggio 2025 - 303ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:07)

Il Ministro delle imprese e del made in Italy Urso ha reso un'informativa in merito alle conseguenze sul sistema produttivo italiano derivanti dall'introduzione dei dazi, tracciando un quadro articolato e strategico della posizione del Governo italiano di fronte alle tensioni commerciali internazionali: l'Italia si è da subito opposta a reazioni impulsive, puntando piuttosto a un'azione diplomatica e negoziale, evitando una spirale di ritorsioni che avrebbe danneggiato gravemente l'economia europea. Il Ministro ha lodato l'efficacia della missione della Premier Meloni a Washington e ribadito la necessità di un approccio responsabile e dialogante sia in sede europea sia nei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti; ha messo in luce l'importanza del mercato americano per il made in Italy, spiegando che, nonostante l'annuncio dei dazi, le esportazioni italiane negli USA sono cresciute, segno della forza intrinseca di alcuni settori. Ha ricordato che le misure daziarie non sono ancora operative, ma che il Governo ha già predisposto un sistema di monitoraggio attento e costante sull'evoluzione dei flussi commerciali, l'attivazione di un tavolo di crisi con le categorie produttive e un piano di sostegno alle imprese. Ha evidenziato il rischio che, in caso di fallimento dei negoziati con Paesi come Cina o India, l'Europa venga invasa da merci in eccesso destinate inizialmente al mercato americano. Ha infine ribadito la necessità di riforme strutturali in Europa, la difesa del libero scambio transatlantico come orizzonte strategico e l'impegno del Governo nel mantenere sotto controllo l'inflazione per proteggere imprese e cittadini. L'obiettivo è chiaro: evitare nuove barriere, sostenere la competitività e rafforzare l'Italia come protagonista nel commercio globale.

Hanno preso parte al dibattito i sen. Lombardo (Misto-Az), che ha contestato l'idea che le imprese debbano agire senza sostegno pubblico, sottolineando il bisogno urgente di intervento statale contro la concorrenza sleale; Patton (Aut), che ha denunciato il caro energia, il ritardo nell'adozione dell'intelligenza artificiale e il blocco degli investimenti, criticando il Governo per l'assenza di una strategia industriale solida; Raffaella Paita (IV), che ha accusato il Ministro di inazione sull'ILVA e sulla crisi della siderurgia nazionale, enfatizzando le disastrose condizioni del sistema industriale italiano, aggravate dai costi energetici e dall'assenza di misure concrete; Salvitti (Cd'I), che ha espresso un giudizio positivo sulle trattative USA-Cina come segnale di distensione e valorizzato gli sforzi diplomatici del Governo italiano nel promuovere l'export, criticando i partner europei, in particolare la Spagna, per presunte aperture alla Cina e alla Nuova Via della Seta; Magni (Misto-AVS), che ha lamentato la mancanza di una proposta strutturata, come un fondo di sostegno alle imprese in difficoltà, in un contesto di calo della produzione industriale, e messo in guardia contro i rischi legati alla delocalizzazione produttiva nel settore farmaceutico; Damiani (FI-BP), che ha rivendicato i successi dell'export, ricordando che l'Italia è il secondo esportatore europeo verso gli USA, minimizzando l'impatto dei dazi grazie alla forza del made in Italy e sostenendo la necessità di diversificare i mercati di esportazione; Nave (M5S), che denunciato l'uso massiccio di risorse pubbliche per spese militari e accordi con gli USA, a scapito di sanità, scuola e salari, e definito la Transizione 5.0 un fallimento burocratico, rispetto ai risultati concreti della precedente 4.0; Cantalamessa (LSP), che ha difeso l'operato del Governo rivendicando i risultati economici raggiunti: calo dello spread, riduzione del deficit, aumento dell'occupazione e crescita del PIL, sottolineando che i dazi americani avranno un impatto limitato sull'Italia, laddove i veri costi per le imprese derivano dalle insostenibili politiche green europee; Misiani (PD), che ha sostenuto che il sistema produttivo italiano è in crisi da oltre due anni, aggravato da dazi e svalutazione del dollaro, senza una risposta concreta da parte del Governo: manca un piano industriale credibile, a fronte di rischi reali per export e posti di lavoro; Lavinia Mennuni (FdI), che ha preliminarmente invitato la sinistra a superare la retorica allarmista, criticando l'opposizione per non aver presentato proposte concrete sui dazi e ha lodato il Governo per la sua gestione solida delle sfide internazionali, sottolineando l'importanza del negoziato con gli Stati Uniti e l'UE, soprattutto per il settore agroalimentare e il made in Italy.

L'Assembla ha approvato definitivamente il ddl n. 1407 recante disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese.

La relatrice, sen. Mancini (FdI), ha illustrato il provvedimento, che promuove la partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai profitti delle imprese, attuando l'articolo 46 della Costituzione. Vengono definite varie forme di partecipazione: gestionale, economica, organizzativa e consultiva. Il testo prevede incentivi fiscali per premi e partecipazione agli utili (articolo 5), oltre a piani di partecipazione finanziaria con regime agevolato sui dividendi (articolo 6); le aziende possono istituire commissioni paritetiche per innovazione e miglioramento (articolo 7) e introdurre figure aziendali per welfare, inclusione e genitorialità (articolo 8). È previsto il coinvolgimento sindacale tramite consultazioni formali (articoli 9-10). Il testo include obblighi formativi per i rappresentanti dei lavoratori e istituisce una commissione permanente presso il CNEL (articolo 13).

Dopo l'approvazione dell'articolato, nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Furlan (IV), Lombardo (Misto-Az), Spagnolli (Aut), Mariastella Gelmini (Cd'I), Silvestro (FI-BP), Elena Murelli (LSP) e Berrino (FdI). Pur criticando alcuni tagli al testo originario, quali l'assenza di obblighi per le aziende pubbliche e il sistema bancario, IV ha enfatizzato l'importanza della contrattazione e del protagonismo dei lavoratori; Az ha spiegato la necessità di considerare il lavoro non solo come fattore produttivo, ma come elemento di crescita personale e comunitaria; Aut ha segnalato criticità su formazione, fiscalità e partecipazione reale, auspicando una revisione profonda per rendere la legge davvero efficace; Cd'I ha evidenziato l'importanza storica della legge di iniziativa popolare promossa dalla CISL, che rompe con la vecchia logica conflittuale tra lavoratori e imprese; FI-BP ha apprezzato il modello inclusivo e volontario del testo, che prevede incentivi fiscali, formazione e un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali aziendali; LSP ha definito il provvedimento riformista e non ideologico, capace di avvicinare l'Italia ai modelli di partecipazione già applicati in Paesi come Germania e Francia; FdI ha criticato chi ancora alimenta la logica del conflitto tra lavoratori e imprese, sostenendo invece un modello di collaborazione. I sen. Magni (Misto-AVS) e Mazzella (M5S) hanno dichiarato voto contrario: il provvedimento non realizza una vera partecipazione dei lavoratori, ma affida tutto alla volontarietà delle imprese, senza obblighi né garanzie, lasciando milioni di lavoratori privi di rappresentanza e protezione effettiva. La sen. Camusso (PD) ha annunciato l'astensione, parlando di appropriazione e svuotamento di un testo originariamente forte e significativo: la legge è diventata un'operazione finanziaria, dove il lavoro è visto come un semplice oggetto e non come soggetto di partecipazione.

L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1432 di conversione in legge del decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di cittadinanza, nel testo proposto dalla Commissione.

Il relatore, sen. Lisei (FdI), ha illustrato il testo che, a seguito dell'esame in sede referente, si compone di 4 articoli. L'articolo 1 introduce una preclusione all'acquisto automatico della cittadinanza per i nati all'estero con altra cittadinanza, salvo specifiche eccezioni. In sede referente sono state apportate importanti modifiche, tra cui l'estensione dei termini per alcune domande, nuove disposizioni per i minori, l'introduzione di un requisito biennale di residenza per i figli di cittadini italiani e la soppressione della prorogabilità fino a trentasei mesi per alcuni procedimenti. Si interviene inoltre sulle prove nelle controversie e si apre alla possibilità di lavoro subordinato fuori quota per discendenti di cittadini italiani e con cittadinanza in Paesi a forte emigrazione italiana.

Respinte le questioni pregiudiziali QP1 e QP2, illustrate rispettivamente dai sen. Giacobbe (PD) e Dafne Musolino (IV), sulle quali sono intervenuti (a favore) i sen. Magni (Misto-AVS) e Cataldi (M5S), si è svolta la discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Crisanti, Francesca La Marca (PD), Scalfarotto (IV), Felicia Gaudiano (M5S) e Della Porta (FdI).

(La seduta è terminata alle ore 19:04 )

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