«
»

Mercoledì 5 Febbraio 2025 - 270ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 15:31)

I Ministri della giustizia e dell'interno hanno reso un'informativa in merito alla vicenda del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish. Il Ministro Nordio ha ricostruito il caso Almasri, evidenziando che l'arresto è avvenuto senza il preventivo coinvolgimento del suo Dicastero e ribadendo che il ruolo del Ministro non è meramente tecnico, ma politico, con poteri di valutazione delle richieste della CPI. Ha quindi denunciato gravi incongruenze nel mandato d'arresto, con contraddizioni evidenti tra la parte motivazionale e quella dispositiva del provvedimento, in particolare riguardo alle date dei presunti reati, e una dissenting opinion di una giudice della stessa Corte. Ha poi chiarito che la scarcerazione del cittadino libico è stata disposta in autonomia dalla corte d'appello di Roma. Infine, ha difeso la legalità delle azioni del Governo, evidenziando il contesto confuso della vicenda, e annunciando l'intenzione di chiedere chiarimenti ufficiali alla CPI sulle discrepanze riscontrate.

Il Ministro Piantedosi ha sottolineato che Almasri non è mai stato un interlocutore del Governo italiano per questioni legate alla gestione del fenomeno migratorio, smentendo categoricamente che il Governo abbia ricevuto pressioni o minacce durante la gestione della vicenda. Dopo la mancata convalida dell'arresto da parte della corte d'appello di Roma, si prospettava la possibilità che il cittadino libico rimanesse a piede libero sul territorio nazionale per un periodo indeterminato: l'espulsione è stata pertanto decisa in considerazione della sua pericolosità sociale e per salvaguardare la sicurezza dello Stato e l'ordine pubblico. Il Ministro ha rivendicato la rapidità d'azione del Governo, ricordando che dal suo insediamento sono stati emessi 190 decreti di espulsione per motivi di sicurezza, e ribadendo che l'Italia continuerà a prendere decisioni autonome sulla sicurezza, senza farsi condizionare da pressioni esterne o da organismi sovranazionali.

Nel conseguente dibattito il sen. Calenda (Misto-Az) ha criticato l'ipocrisia politica sia dell'opposizione che del Governo attuale, accusando entrambi di non affrontare la realtà dei fatti; il sen. De Cristofaro (Misto-AVS) ha attribuito a Giorgia Meloni la responsabilità diretta della scarcerazione e dell'espulsione di Almasri e denunciato una strategia per coprire le proprie scelte politiche; la sen. Unterberger (Aut) ha evidenziato la contraddizione tra le versioni dei due Ministri e accusato l'Esecutivo di anteporre la gestione dei flussi migratori ai diritti umani, rendendosi complice di violenze e torture nei lager libici; il sen. Renzi (IV) ha stigmatizzato l'assenza della Premier, che ha perso ogni credibilità su sicurezza e immigrazione, sostenendo che il vero interesse italiano in Libia non riguarda i migranti, ma ENI; il sen. Salvitti (Cd'I) ha difeso l'operato del Governo e criticato le indagini giudiziarie su membri dell'Esecutivo, ribadendo il principio della separazione dei poteri; il sen. Gasparri (FI-BP) ha definito la Corte penale internazionale inefficace e priva di credibilità, e ha ricordato gli accordi con la Libia gestiti da precedenti Governi di sinistra, richiamando la priorità della sicurezza nazionale; la sen. Maiorino (M5S) ha definito l'informativa un insulto al Parlamento, accusando i Ministri di non aver presentato una versione coerente dei fatti e sollevando dubbi sulle motivazioni politiche dietro l'azione dell'Esecutivo; la sen. Stefani (LSP) ha evidenziato le difficoltà legate a un mandato d'arresto viziato e ha richiamato l'impegno del Governo nella lotta contro crimini di guerra, terrorismo e mafie, respingendo le ipotesi di trattamenti speciali o pressioni; il sen. Boccia (PD) ha accusato il Governo di non assumersi le proprie responsabilità politiche con l'assenza della Presidente Meloni; ha accusato il Ministro Nordio di non aver chiesto conto degli orrori commessi da Almasri e denunciato la crescente conflittualità con la magistratura; il sen. Balboni (FdI) ha criticato l'azione di un pubblico ministero, che ha avviato un'indagine basata su una denuncia superficiale, e rimandato al mittente le critiche incoerenti dell'opposizione, ricordando il memorandum con la Libia promosso dal Governo Gentiloni e poi confermato dal Governo Conte.

(La seduta è terminata alle ore 17:19 )

FINE PAGINA

vai a inizio pagina