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Bertoldo

  • La storia

    La storia

    Bertoldo

    Bertoldo

    a.1 , n.1 (14 luglio 1936)- n. 37 (10 settembre 1943)

    Roma, Istituto Romano Arti Grafiche di Tuminelli e C., 1936; direzione e amministrazione: Milano, Piazza C. Erba 6; dal n. 38, 20 novembre 1936, Rizzoli & C., anonima per l'Arte della Stampa Milano 1936-XV, v. ill, 57 cm.

    Bisettimanale, poi settimanale.

    A. I, n. 3 (21 lugl. 1936) - a. VIII, n. 37 (10 set. 1943). Lac.

    Giorn. 454. 1-2

    Il Bertoldo iniziò le sue pubblicazioni nel 1936, pochi mesi dopo la fine della campagna in Etiopia, l'annessione dell'Abissinia al Regno d'Italia e nel momento in cui si verificavano nella cultura italiana ufficiosa due fenomeni apparentemente opposti: l'ermetismo per l'élite, l'umorismo per la massa. Raccontano i cronisti e protagonisti dell'epoca che Angelo Rizzoli, forse un po' invidioso del successo del romano Marc'Aurelio, che aveva raggiunto delle vendite altissime, decise in poche settimane di dar vita ad un giornale concorrente, un bisettimanale satirico appunto che sarebbe uscito il martedì e il venerdì a Milano. L'operazione doveva essere varata in fretta perché anche Mondadori stava pensando a qualcosa del genere. Direttore prescelto fu Cesare Zavattini che in quel periodo lavorava per Rizzoli e per il cinema. Tuttavia per disaccordi tra l'editore e Zavattini, quest'ultimo venne licenziato e vennero scelti come direttori Mosca e Metz che all'epoca lavoravano al Marc'Aurelio.

    Dopo un primo numero di prova, datato 1 luglio 1936, il 14 dello stesso mese, uscì la prima copia del Bertoldo al prezzo di 30 centesimi. Era stampato in "netto e dignitoso bianco e nero" come chiedeva Giovannino Guareschi, "nero su bianco" come sosteneva Andrea Rizzoli. Così si distingueva dai rotocalchi come Novella, stampato in inchiostro viola, Il Secolo illustrato in marrone, Lei in seppia, Cinellustrato in blu.

    Il foglio umoristico visse poco più di sette anni, bisettimanale fino al IV anno e settimanale fino all'ultimo numero del 10 settembre 1943, e constò generalmente di sei pagine. Finì le sue pubblicazioni per ingiunzione della Repubblica Sociale.



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