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La Rana

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    La storia

    La Rana. Giornale umoristico popolare illustrato

    La Rana. Giornale umoristico popolare illustrato

    Dal 1866 il sottotitolo cambia in: Giornale umoristico settimanale.

    A.12, n.1 (7 gen. 1876) - a.13, n.52 (28 dic. 1877)

    Bologna, Tip. di G. Vitali ; poi Tip. Fava e Garagnani; poi Tip. del Giornale La Rana; poi Soc. Tip. dei Compositori.

    1 v., 41 cm. Ogni numero consta di quattro pagine. Fu pubblicato dal 1865 al 1912 (sospeso nel 1911).

    Il 12 giugno 1859 Bologna è libera dal giogo papale: i primi giornali umoristici nel capoluogo emiliano nacquero in questo periodo, con il precario sostegno di qualche personaggio che intendeva difendere i propri interessi o la propria candidatura, ricavando qualche palpito polemico soltanto da un comune e acceso anticlericalismo. Tra le diverse testate trova spazio anche La Rana.

    Fondato nel novembre 1865 da Leonida Gioannetti e dal caricaturista Augusto Grossi (che già avevano diretto Il Diavolo Zoppo), fu il giornale risorgimentale che più di ogni altro si fece interprete in Italia dello spirito dell'image d'épinal. Si differenziò infatti per il paginone litografico centrale, dapprima in bianco e nero e poi coloratissimo, che fu il segreto del suo successo.

    Il chiarimento sul perché del titolo viene dato da Gioannetti, il quale spiega che "Rana, a Bologna e in altre città, significa bolletta, mancanza assoluta di denaro. Considerando che oggi la bolletta o la rana è comune a tutti, abbiamo detto tra noi: dove trovare un titolo più di attualità e più popolare di questo?".

    La Rana ebbe per lungo periodo di tempo accoglienze entusiastiche: racconta Alfredo Testoni che "botteghe, officine, caffè, osterie, uffici, erano tappezzati della Rana, né era il caso di trovare le più riuscite satire innalzate all'onore di quadri da salotti".
    Il settimanale, dopo pochi anni, trovò distribuzione nelle principali città del nord, in molte del sud e all'estero, specialmente nei paesi dell'Africa Occidentale tra cui l'Algeria e la Tunisia.

    Nel 1872 uscì anche un'edizione francese, La Grenouille, primo tentativo del genere in Italia, ma ebbe vita breve per il drastico intervento del presidente francese Thiers che, irritato da alcuni disegni, ne proibì l'ingresso in Francia e nei suoi possedimenti ordinando il sequestro delle copie in circolazione. La Rana, tuttavia, non era nuova a tali provvedimenti, poiché anche il Gran Sultano della Turchia si era risentito delle caricature del giornale, dando disposizioni al suo ambasciatore in Italia di querelarlo.

    Il periodico affrontò una grave crisi nel 1873, quando Grossi decise di abbandonare la redazione per fondare Il Pappagallo. La Rana sospese le pubblicazioni nel 1911, per cessarle definitivamente nel 1912.



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