Assemblea

ORDINE DEL GIORNO

Giovedì 19 settembre 2024

alle ore 10

222a Seduta Pubblica

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ORDINE DEL GIORNO

I. Interrogazioni(testi allegati)

II. Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento(testi allegati) (alle ore 15)



INTERROGAZIONI

INTERROGAZIONI SUI DANNI DERIVANTI DALL'ECCESSIVA DIFFUSIONE DEL GRANCHIO BLU

(3-01282) (23 luglio 2024)

LOMBARDO - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - Premesso che:

il granchio blu (Callinectes sapidus), specie invasiva originaria dell'Atlantico occidentale, è stato segnalato in diverse aree costiere italiane, causando significativi impatti negativi sugli ecosistemi locali, sulla biodiversità e sulle attività di pesca tradizionali;

la presenza del granchio blu rappresenta una seria minaccia per le risorse ittiche, con potenziali danni economici per le comunità costiere e il settore della pesca;

numerose segnalazioni da parte di pescatori e operatori del settore hanno evidenziato un aumento della presenza del granchio blu nelle acque italiane, con conseguente preoccupazione per la sostenibilità economica e ambientale delle aree colpite;

si stima che i danni al solo settore della pesca delle vongole ammontino a 40 milioni di euro, rischiando di azzerare un comparto produttivo che vede a Goro, in provincia di Ferrara, il suo centro italiano;

è compito del Governo intervenire tempestivamente per contrastare la diffusione di specie invasive e tutelare la biodiversità e le risorse economiche delle comunità locali;

interventi efficaci richiedono la predisposizione di fondi adeguati e specifici piani di gestione e contenimento della specie;

con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104 sono stati stanziati 2.9 milioni di euro per il contrasto alla proliferazione di questa specie;

con il decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2024, n. 101, è stata prevista l'istituzione di un commissario straordinario che dovrà provvedere alla redazione del piano di contenimento del granchio blu,

si chiede di sapere:

quando si provvederà alla nomina del commissario straordinario, quali specifiche misure siano state adottate e si intenda adottare per contrastare la diffusione del granchio blu nelle acque italiane e a quanto ammontino i fondi a questo fine spesi finora e stanziati per il futuro;

quali enti e istituzioni siano coinvolti nelle operazioni di monitoraggio e gestione della specie, quali collaborazioni siano in atto con organizzazioni internazionali e comunitarie per affrontare congiuntamente il problema e se si intenda valutare l'accesso al FEAMP (Fondo europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca dell'UE) per supportare nella lotta alla debellazione le aziende che sono state danneggiate dalla diffusione del granchio blu, come già richiesto dalla Regione Veneto.

(3-01346) (17 settembre 2024) (già 4-00561) (11 luglio 2023)

LOMBARDO - Ai Ministri dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dell'ambiente e della sicurezza energetica - Premesso che:

il Callinectes sapidus, comunemente chiamato granchio blu, è un crostaceo autoctono delle coste atlantiche americane;

a causa del cambiamento climatico le coste del mar Adriatico sono diventate un habitat ideale per il granchio;

nella costa ferrarese, più precisamente nei comuni di Goro e Comacchio, è presente un distretto di itticoltura di mitili e, soprattutto, di Ruditapes philippinarum (vongole veraci);

considerato che:

nella sacca di Goro le concessioni per l'allevamento della vongola verace hanno un'estensione di circa 13.000.000 metri quadrati;

la pesca della vongola verace a Goro impiega circa 1.300 addetti, su una popolazione comunale di 3.500 persone attive;

con una produzione di 50.000 tonnellate all'anno Goro produce il 95 per cento delle vongole veraci prodotte in Europa;

il granchio blu è un predatore della vongola verace e la diminuzione della quantità delle stesse vongole è già attestata dai pescatori dell'area,

si chiede di sapere quali azioni intenda intraprendere il Ministro in indirizzo, in sinergia con la Regione Emilia-Romagna, per evitare il ridimensionamento di un indotto produttivo strategico in un territorio a forte trazione ittico-agricola.

INTERROGAZIONI SU UN CASO DI SENTENZA RINVENUTA NEL FASCICOLO PRIMA DELLA CONCLUSIONE DEL PROCESSO

(3-00986) (27 febbraio 2024)

ZANETTIN - Al Ministro della giustizia - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

la stampa ha dato ampio risalto alla notizia relativa a un caso per il quale, nonostante il processo non fosse ancora concluso, era già stata scritta la sentenza di condanna;

il difensore dell'imputato ha casualmente scoperto il dispositivo nel fascicolo del dibattimento e ha successivamente richiesto ed ottenuto l'astensione, sia del presidente del collegio, che dei due giudici della seconda sezione del Tribunale di Firenze;

i fatti risalgono al 15 febbraio 2024;

il legale, durante l'attesa dell'udienza, con il permesso del pubblico ministero ha sfogliato il fascicolo del dibattimento, contenente gli atti e i verbali;

in questo modo avrebbe trovato il dispositivo riportante la data del 18 ottobre 2023, con il nome dell'imputato e la condanna di 5 anni e mezzo per maltrattamenti, privo della firma del presidente;

il pubblico ministero non aveva ancora svolto la requisitoria e gli avvocati non avevano nemmeno argomentato le difese;

il difensore ha richiesto l'astensione da parte del collegio e i tre giudici si sono astenuti. La presidente del Tribunale ha autorizzato la decisione, avviando degli accertamenti;

la locale camera penale ha giustamente sottolineato che appariva evidente che nella fattispecie una decisione era in realtà stata già assunta, senza prima aver ascoltato le argomentazioni della difesa;

tale modo di amministrare la giustizia denota una visione del processo penale in cui le ragioni della difesa vengono intese alla stregua di un inutile orpello a cui si possa tranquillamente rinunciare con conseguente oltraggio del ruolo e della funzione del difensore,

si chiede di sapere quali iniziative di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere, affinché sia fatta piena luce sull'episodio, anche eventualmente attraverso l'attivazione dei propri poteri ispettivi e disciplinari.

(3-01074) (11 aprile 2024)

POTENTI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

secondo una comunicazione della camera penale di Firenze, la cui notizia appare sul quotidiano "il Corriere Fiorentino" del 24 febbraio 2024, il giorno 14 febbraio 2024, un avvocato difensore in attesa della chiamata del proprio processo, consultando su autorizzazione il fascicolo dibattimentale del Tribunale di Firenze, rinveniva una "minuta" del dispositivo della sentenza completamente redatta comprensiva del nome dell'imputato ed anche del calcolo della pena accessoria rapportata alla pena detentiva prima ancora della discussione finale;

la vicenda ha provocato la ferma reazione e solidarietà dell'Unione delle camere penali italiane, con la censura corale del comportamento del Tribunale di Firenze per la grave violazione dei diritti di difesa dell'imputato nel processo determinando l'immediato invio degli atti, da parte del presidente del Tribunale, al procuratore generale presso la Corte di cassazione;

il 6 marzo 2024 l'assemblea della camera penale di Firenze ha deliberato di proclamare l'astensione di tre giorni dalle udienze penali. Nel frattempo il presidente Maggiora ha richiesto il coinvolgimento dell'Unione delle camere penali per capire quali forme di protesta a livello nazionale sarebbero state intraprese. Come reso noto dall'Unione delle camere penali, il presidente del collegio ha sostenuto che: "il 'file' stampato oggetto della censura è frutto di una prassi abituale per la sottoscritta - eseguita spesso anche dagli altri componenti - di preparare, in vista dell'udienza di discussione, una personale bozza di dispositivo che ha la duplice funzione di anticipare il corretto inserimento dei dati utili (numero del processo, generalità dell'imputato e delle altre eventuali parti) nel dispositivo che verrà elaborato all'esito della camera di consiglio, nonché di costituire un sintetico appunto di ciascuno sulle valutazioni emerse dallo studio degli atti processuali in vista della decisione",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quale sia la sua opinione in merito agli accadimenti.


INTERROGAZIONE SUL POTENZIAMENTO DELL'ORGANICO DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI ROMA

(3-01195) (18 giugno 2024)

VERINI, BAZOLI, ROSSOMANDO, BASSO, CAMUSSO, CRISANTI, D'ELIA, DELRIO, FRANCESCHELLI, FURLAN, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, NICITA, RANDO, ROJC, SENSI, VALENTE - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

gli organici del Tribunale di sorveglianza di Roma risultano sottodimensionati e con un elevato tasso di scopertura;

lo ha segnalato Marina Finiti, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma rispondendo formalmente il 7 giugno 2024 al Presidente e al direttivo della Camera penale di Roma, che con due successive note avevano manifestato le doglianze del foro per il fatto che non siano state evase con la necessaria celerità le istanze autorizzative relative a soggetti sottoposti a misura extra muraria;

la presidente Marina Finiti sottolinea, nella stessa missiva, che a nulla è valso, di fronte alle centinaia di istanze che giornalmente vengono recapitate via PEC, l'adozione di provvedimenti di esame delle stesse istanze individuando alcune priorità, tralasciando motivazioni di ordine affettivo, quali esigenze di salute, lavoro, giustizia, evitando così che le decisioni in questione vengano rimesse alla responsabilità del singolo operatore;

rilevato che:

l'istituzione temporanea di una task force per tentare di aggredire operativamente l'arretrato e il potenziamento della Cancelleria deputata alla ricezione delle istanze di modifica delle istanze delle misure delle alternative in esecuzione non hanno portato alla soluzione dei problemi;

un interpello distrettuale finalizzato all'assegnazione di ulteriori unità di personale amministrativo è andato deserto;

gli uffici di sorveglianza non sono ricompresi nei progetti del PNRR e dunque non sono destinatari di alcuna risorsa in termini di personale e di informatizzazione;

il Tribunale di sorveglianza di Roma già autorizza in via preventiva nelle ordinanze di detenzione domiciliare gli allontanamenti per quanto attiene agli spostamenti per motivi di salute spesso anche in ambito regionale e non solo provinciale, purché documentati e previo avviso agli organi di polizia territorialmente competenti. Nei provvedimenti non sono ricompresi il C.P.S e il N.O.A.;

la presidente Marina Finiti nella citata lettera ha segnalato, inoltre, che nelle prescrizioni relative alla detenzione domiciliare viene già autorizzato, previo avviso alle forze dell'ordine, l'allontanamento dell'interessato dal domicilio per la via più breve e per il tempo strettamente necessario per comprovati e documentabili motivi di salute,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia al corrente dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito, nonché se a fronte delle gravi carenze segnalate dal Presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma, intenda assumere le opportune iniziative al fine di ripristinare condizioni di piena operatività del tribunale e garantire conseguentemente lo svolgimento regolare delle attività.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ART. 151-BIS DEL REGOLAMENTO

INTERROGAZIONE SULLE MISURE PER CONTRASTARE L'AUMENTO DEI REATI VIOLENTI

(3-01354) (18 settembre 2024)

BORGHI Enrico, FREGOLENT, MUSOLINO, PAITA, RENZI, SBROLLINI, SCALFAROTTO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

i dati sulla criminalità che emergono dalle statistiche della banca dati interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza del dicastero dell'interno, confrontati con gli anni precedenti, fanno emergere un quadro sconcertante: i reati denunciati in Italia nel 2023 sono tornati a salire per la prima volta dal 2013, registrando 2,34 milioni di reati, l'1,7 per cento in più rispetto al periodo pre COVID e addirittura il 3,8 per cento in più rispetto al 2022;

a destare preoccupazione, in particolare, è l'aumento dei reati violenti tra cui rapine in pubblica via (16.561 episodi nel 2023, in crescita del 9,5 per cento sul 2022 e del 24,5 per cento sul 2019), percosse (16.645 denunce, 3,1 per cento in più su base annua e 15,6 per cento in più sul 2019), omicidi volontari (pari a 341 episodi, dieci in più rispetto al 2018 e 13 in più rispetto al 2019): inoltre significativo risulta il dato relativo all'indice di criminalità per province, dove ai primi posti si collocano le grandi città, come Milano, Roma e Firenze, e le principali mete turistiche della penisola;

dai dati forniti dal Viminale il 15 agosto 2024, inoltre, preoccupa il totale dei delitti compiuti dal 1° gennaio 2023 al 31 luglio 2024, pari a 3.650.875, dei quali 44.166 rapine e addirittura 1.605.812 furti: emerge con evidenza una situazione preoccupante per la sicurezza dei cittadini, meritevole di attenzioni e di azioni urgenti da parte del Ministro;

nonostante la sicurezza e l'incolumità dei cittadini venga messa sempre più a repentaglio dal dilagare incontrastato della criminalità, lo scorso agosto il Ministro in indirizzo ha accennato a un presunto "trappolone" ai danni del Governo, senza fornire spiegazioni su che cosa intendesse nel merito e senza indicare gli eventuali "ideatori": tale dichiarazione appare infatti, secondo gli interroganti, ancora più grave alla luce del ruolo e delle funzioni conferite al Ministro dalla legge, alimentando una cultura del sospetto e complottista che rischia persino di fomentare il dilagare della criminalità all'interno del nostro Paese;

il Ministro dell'interno è responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, è autorità nazionale di pubblica sicurezza ed è chiamato ad adottare i provvedimenti necessari a garantire la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica: non è chiaro, tuttavia, se il Ministro si stia adoperando in tal senso, oppure giustifichi la sua sostanziale inerzia sulla base del contrasto dei suddetti, e mai comprovati, piani sovversivi a danno del Governo, che comunque costituirebbero argomento di preminente interesse nazionale di cui le Camere andrebbero informate senza indugio,

si chiede di sapere che cosa intenda fare il Ministro in indirizzo per garantire l'incolumità dei cittadini e contrastare il continuo aumento della criminalità all'interno del Paese, anche con particolare riferimento alle grandi città, fortemente esposte all'aumento di criminalità, e quali siano le ragioni per cui, negli ultimi due anni, l'incolumità dei cittadini sia stata messa sempre più a repentaglio dall'intensificarsi di fenomeni criminosi.


INTERROGAZIONE SULL'UTILIZZO DEI CANALI ISTITUZIONALI DI COMUNICAZIONE PER DICHIARAZIONI DI SEGNO POLITICO

(3-01352) (18 settembre 2024)

PATUANELLI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il 14 settembre 2024 il pubblico ministero di Palermo nell'ambito del processo "Open Arms" ha richiesto 6 anni di reclusione per il senatore Matteo Salvini, già Ministro dell'interno, imputato per fatti avvenuti nell'agosto 2019 in relazione allo sbarco nel porto di Lampedusa di 147 naufraghi, soccorsi in mare dalla nave dell'organizzazione non governativa spagnola "Open Arms";

a seguito della diffusione della notizia, sono state numerose le reazioni e le dichiarazioni di esponenti del Governo;

tra queste quella del Ministro in indirizzo, che sulle proprie pagine social di "Facebook" e "X" ha pubblicato la seguente dichiarazione: "Piena e totale solidarietà al ministro Salvini. Il rischio a una condanna a sei anni di carcere, per aver fatto fino in fondo il suo dovere nel contrasto all'immigrazione irregolare, è una evidente e macroscopica stortura e un'ingiustizia per lui e per il nostro Paese";

risulta che la stessa dichiarazione, di carattere prettamente politico, sia stata pubblicata anche sul profilo "Facebook" ufficiale del Ministero dell'interno attraverso una "storia",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno che i profili social ufficiali del Ministero siano utilizzati per la diffusione di opinioni strettamente politiche che, sebbene espresse in qualità di Ministro, non attengono all'attività istituzionale, la quale comunque dovrebbe essere rispettosa dell'operato degli altri poteri dello Stato;

se, nel merito delle dichiarazioni pubblicate anche sul profilo social del Ministero, non ritenga inopportuno esprimere in qualità di Ministro della Repubblica opinioni che definiscono "un'ingiustizia" l'attività della magistratura in merito all'accertamento, mediante tutte le garanzie processuali previste dall'ordinamento, di eventuali profili penali connessi all'ipotizzata violazione di convenzioni internazionali e norme interne che, quale titolare del Ministero preposto al controllo della sicurezza e dell'immigrazione, dovrebbe per primo correttamente applicare.

INTERROGAZIONE SULL'AUMENTO DELLA CRIMINALITÀ URBANA IN EMILIA-ROMAGNA

(3-01353) (18 settembre 2024)

MURELLI, ROMEO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

nelle città dell'Emilia-Romagna si registrano quasi quotidianamente episodi di violenza nei confronti dei cittadini e delle attività commerciali, che stanno rendendo le città invivibili per i residenti e poco attraenti per i turisti, per il diffuso senso di pericolosità e paura che si respira;

le città e le piazze emiliane, da sempre luogo di socialità e spesso teatro di eventi culturali, si sono infatti trasformate, principalmente la notte, in luoghi in cui si sviluppano delinquenza e violenza dando luogo ad una vera e propria emergenza sociale;

i capoluoghi di provincia, ma anche le città più piccole del territorio emiliano, sono purtroppo coinvolte regolarmente in furti, rapine, risse, con interi quartieri in mano alla microcriminalità, in cui si percepisce un livello di insicurezza altissimo, tanto da inibire i cittadini ad uscire e da costringere gli esercenti a chiudere i locali senza adeguata assistenza;

la diffusione incontrollata dello spaccio di droga ha raggiunto livelli allarmanti: è un fenomeno criminale che si svolge in pieno giorno, nelle vie adiacenti alle stazioni ferroviarie ma anche in zone frequentate regolarmente da ragazzi e famiglie, addirittura davanti alle scuole;

è fondamentale puntare sulla sicurezza urbana, intesa come pieno godimento degli spazi comuni e come riqualificazione delle aree contraddistinte da degrado e illegalità diffusa, principalmente quelle limitrofe ai parchi e alle stazioni, che sembrano essere diventati dormitori per tossicodipendenti e sbandati, anche prevedendo l'intensificazione della presenza delle forze dell'ordine;

l'azione politica deve essere incisiva e gli interventi devono mirare, da una parte, a ristabilire l'ordine dove si è radicata la criminalità, e, dall'altra, a prevenire la degenerazione dei fenomeni illegali. Solo con azioni mirate e congiunte si può lavorare per migliorare la qualità di vita dei cittadini, che passa anche attraverso l'innalzamento del livello di sicurezza percepito,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo stia mettendo in atto per rafforzare i sistemi di prevenzione e controllo del territorio emiliano, al fine di arginare il grave problema di sicurezza che la regione sta vivendo e che sta causando ripercussioni preoccupanti sulla qualità di vita dei cittadini, nonché sulle attività commerciali e turistiche.

INTERROGAZIONE SULL'OPERATO DEL SINDACO DI TERNI

(3-01355) (18 settembre 2024)

VERINI, CAMUSSO, ZAMBITO, RANDO, MALPEZZI, NICITA, ROSSOMANDO, ALFIERI, FRANCESCHELLI, FURLAN, ROJC, GIACOBBE, GIORGIS, MANCA, VERDUCCI, IRTO, D'ELIA, MARTELLA, LORENZIN - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

da notizie via web e a mezzo stampa si è appreso che il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, durante un acceso confronto, avrebbe prima insultato e dato del provocatore, e poi avrebbe sputato per due volte dell'acqua, appena bevuta da una bottiglietta, sulla faccia di un cittadino ternano;

secondo quanto riportato dalla stampa, Bandecchi e il cittadino, noto in città anche come opinionista sportivo, si erano dati appuntamento davanti a palazzo Spada, sede del Comune di Terni, come confermato anche da un post "Instagram" del sindaco;

Bandecchi, proseguendo una disputa che era iniziata in precedenza on line, avrebbe sputato una prima volta dell'acqua addosso al cittadino, e sarebbe poi tornato sui suoi passi per ripetere il gesto, accusando l'interlocutore, che non ha mai reagito fisicamente, di essere un "provocatore politico";

l'episodio riportato rappresenta l'ennesima grave ferita alla città di Terni e ai suoi cittadini, ancora una volta costretti ad assistere alla mancanza di quel decoro istituzionale minimo che sarebbe doveroso da parte di tutti i rappresentanti delle istituzioni;

a quanto detto si aggiungano le espressioni sessiste, i diversi episodi di violenza verbale di cui Bandecchi si è reso protagonista nel corso delle sedute del Consiglio comunale, violenze rivolte a consiglieri comunali di opposizione, a dirigenti, o ancora le aggressioni ai danni di agenti della Polizia municipale e giornalisti;

il sindaco di Terni, infine, è stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini dalla Procura di Roma in merito ad un'inchiesta per evasione fiscale. Nello specifico a Bandecchi viene contestata la sottrazione di 20 milioni di euro mediante l'acquisto di beni di lusso e spese di gestione della Ternana calcio, ceduta da pochi mesi, con fatturazione intestata all'università degli studi telematica di Roma "Nicolò Cusano", di cui è stato presidente fino al giugno 2023,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative urgenti intenda adottare, per quanto di competenza ed in relazione ai poteri conferiti all'amministrazione dell'interno dal testo unico sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, per garantire il ripristino di un clima di piena agibilità democratica nell'assemblea elettiva e un rapporto consono e rigorosamente istituzionale dell'amministrazione di Terni con i suoi cittadini;

se sia a conoscenza, ai fini di quanto sopra, di potenziali o attuali conflitti di interesse del sindaco, in relazione a ruoli, funzioni, ricoperti in passato o attuali nell'ambito dell'università, dello sport e della sanità.


INTERROGAZIONE SULLE CONDIZIONI DEI DUE ISTITUTI PENITENZIARI DI BRESCIA

(3-01351) (18 settembre 2024)

GASPARRI, DAMIANI, DE ROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, OCCHIUTO, PAROLI, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, TREVISI, ZANETTIN - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

Forza Italia ha promosso l'iniziativa di "comune sentire operativo" con il Partito radicale italiano, denominata "Estate in carcere", una mobilitazione con visite di parlamentari, consiglieri regionali, amministratori e militanti negli istituti di pena, tesa a verificare le reali condizioni delle persone private della libertà personale, confrontandosi con i dirigenti, gli operatori, la Polizia penitenziaria, i magistrati di sorveglianza, redigendo report dedicati alle singole strutture;

nell'ambito di questa iniziativa sono stati visitati anche gli istituti penitenziari di Brescia, la casa circondariale "Canton Mombello" e la casa di reclusione "Verziano";

mentre la prima è una struttura fatiscente e degradata, in cui non ci sono le condizioni per scontare la pena in modo dignitoso, la struttura di Verziano rappresenta un modello su cui investire e che verrebbe meno con l'attuale progetto che vedrebbe costruire un nuovo carcere dentro il sedime di Verziano, compromettendo tutte le attuali condizioni di vivibilità;

secondo gli interroganti andrebbero quindi avviate le opportune iniziative di acquisizione, anche a carico del Comune di Brescia, per reperire le aree adiacenti, che sono disponibili, dove spostare l'attuale progetto, che è finanziato, ma che appunto va spostato fuori dal sedime di Verziano, cosa che si può e si deve fare, e contemporaneamente la struttura di Canton Mombello va chiusa, perché non ci saranno mai le condizioni di vivibilità che richiede oggi un istituto carcerario,

si chiede di sapere quale sia in proposito la posizione del Ministro in indirizzo, considerato che a Brescia, realizzando le strutture citate, si possono creare le condizioni per garantire la detenzione in ambienti non degradati, necessaria a guidare il reinserimento del detenuto dopo avere scontato la pena in modo dignitoso.


INTERROGAZIONE SULL'APPLICAZIONE DELLE NORME SUL "CODICE ROSSO"

(3-01356) (18 settembre 2024)

CAMPIONE, MALAN, SALLEMI, BERRINO, SISLER, RASTRELLI, RAPANI, SILVESTRONI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

secondo quanto riportato dalla stampa, dopo una serata trascorsa in un locale romano il 29 gennaio 2023, due giornalisti, Sara Giudice e Nello Trocchia, sono stati denunciati da una collega per il reato di violenza sessuale di gruppo, aggravata dalla somministrazione di droga e alcool, in particolare di acido gamma-idrossibutirrico, noto come "GHB" o "droga dello stupro";

secondo la denunciante, i due l'avrebbero sottoposta a molestie sessuali a bordo di un taxi, forse dopo la somministrazione, a sua insaputa, del GHB, di cui è stata rilevata la presenza nelle sue urine in un'analisi effettuata il giorno seguente, presenza però negata nelle controanalisi fatte effettuare dalla Procura di Roma; risulterebbe che, di conseguenza, gli avvocati della presunta vittima abbiano chiesto un'ulteriore analisi, quella tricologica, senza esito;

la denunciante ha, altresì, affermato di non essere stata ascoltata nello svolgimento delle indagini, come invece è previsto dall'articolo 2 della legge 19 luglio 2019, n. 69, denominata "codice rosso", che prevede l'obbligo per il pubblico ministero di assumere informazioni dalla persona offesa nel termine di tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato, nonostante l'esplicita richiesta in tal senso del legale, al contrario dei due giornalisti denunciati che sono stati, invece, ascoltati;

successivamente, non ritenendo che sussistessero elementi per formulare l'imputazione, la Procura ha chiesto l'archiviazione del procedimento alla quale la difesa della denunciante ha proposto opposizione;

sempre secondo notizie apprese dalla stampa, dalla documentazione allegata risulta che uno degli indagati avrebbe anche affermato che, a seguito della denuncia, la collega si sarebbe preclusa ogni possibilità di lavorare nella trasmissione "Piazza pulita", in quanto avrebbe ormai avuto "terra bruciata" intorno,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda avvalersi dei propri poteri ispettivi per verificare la corretta applicazione dell'articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale, introdotto dalla citata legge n. 69 del 2019.



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