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L'ictus in Italia colpisce ogni anno 200.000 persone. E' la terza causa di morte e la prima causa di invalidità. E le prospettive non sono rosee: i casi in Europa aumenteranno del 34% tra il 2015 e il 2035, causando un 45% di morti in più e un ulteriore 25% di invalidi permanenti. Si possono limitare i danni? Certo, e molte regioni stanno provando a sensibilizzare i cittadini sui comportamenti salva-vita da adottare nelle emergenze. Ma le campagne sanitarie funzionano davvero? E quanto?

Stroke in Italy affects 200,000 people every year. It is the third leading cause of death and the leading cause of disability. And the outlook is not rosy: cases in Europe will increase by 34% between 2015 and 2035, causing 45% more deaths and an additional 25% more permanent disability. Can the damage be limited? Sure, and many regions are trying to raise awareness of life-saving behaviors to adopt in emergencies. But do health campaigns really work?
L'Italia è il primo Paese che, con la riforma del bilancio dello Stato del 2016, ha attribuito ufficialmente al BES un ruolo nell'attuazione delle politiche pubbliche. Il PIL da solo non basta infatti a valutare la felicità di una popolazione, come dimostrano le classifiche della Banca Mondiale: nel 2017 l'Italia rientrava nel 16% dei paesi più ricchi, eppure era solo al 48° posto (su 155) secondo il World Happiness Report. A parità di PIL, insomma, all'Italia mancano alcuni "fattori di felicità".

Satisfaction, happiness, quality of-life, self-realisation, utility, pleasure: there is an ongoing international debate on whether GDP should be ousted as the sole indicator of well-being. The benchmark on which the progress of a society can be evaluated should not be solely economic. This is demonstrated by the World Bank's per capita GDP classifications: in 2017 Italy was among 16% of the most prosperous countries, but ranked only 48th (out of 155) in the World Happiness Report. In short, given parity of GDP, by comparison with other countries, Italy is lacking in certain "happiness factors".
In Italia lavora solo il 18% dei disabili. E i più fragili, quelli che hanno problemi di salute mentale, hanno ancora meno possibilità degli altri. Negli Usa l'accompagnamento di un job coach è di grande aiuto per superare lo stigma sociale, la diffidenza delle aziende, le difficoltà nell'inserirsi. E da noi?