Mercoledì 29 Marzo 2017 - 795ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

Con 145 voti favorevoli, 107 contrari e un'astensione l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del ddl n. 2705 di conversione in legge del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale. Il testo passa alla Camera dei deputati.

Il decreto, che si compone di 23 articoli, è stato esaminato in sede referente dalle Commissioni riunite giustizia e affari costituzionali. Il Capo I (articoli da 1 a 5) istituisce presso i tribunali ordinari di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma, Napoli, Torino e Venezia, 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione di cittadini dell'UE; ne definisce inoltre la composizione, la competenza per materia e la competenza per territorio. Il Capo II (articoli da 6 a 14) reca misure per la semplificazione e l'efficienza delle procedure relative al riconoscimento della protezione internazionale e di altri procedimenti giudiziari connessi ai fenomeni dell'immigrazione, nonché interventi educativi in materia di esecuzione penale esterna e messa alla prova. In particolare, l'articolo 6 prevede modalità di notifica più celeri per le commissioni territoriali e stabilisce che le controversie in materia di riconoscimento di protezione internazionale sono decise, con unico grado di merito, mediante rito camerale a contraddittorio scritto e a udienza eventuale. L'articolo 8 prevede che la partecipazione del richiedente asilo ai procedimenti di convalida del trattenimento nei centri di permanenza per i rimpatri abbia luogo mediante collegamento audiovisivo. Gli articoli successivi autorizzano l'assunzione di personale qualificato. Il Capo III (articoli da 15 a 19) reca misure per accelerare le procedure di identificazione e di definizione della posizione giuridica di cittadini extra UE nonché misure per contrastare l'immigrazione illegale e il traffico di migranti. In particolare l'articolo 16 prevede l'applicazione del rito abbreviato nelle controversie relative a provvedimenti di espulsione. L'articolo 17 disciplina l'identificazione attraverso il rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico nei punti di crisi; l'articolo 18 regolamenta il sistema informativo automatizzato per contrastare l'immigrazione illegale; l'articolo 19 prevede che il termine massimo di permanenza nei centri per il rimpatrio, attualmente di 30 giorni, può essere prorogato di 15 giorni e dispone un potenziamento dei centri ai fini di una loro distribuzione omogenea sul territorio. Il Capo IV (articoli da 20 a 23) reca disposizioni finanziarie, transitorie e finali.

Nella seduta pomeridiana di ieri il Ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha posto la questione di fiducia su un maxiemendamento che recepisce le modifiche approvate dalla Commissioni, ad eccezione di quelle che sono state dichiarate improponibili dalla Presidenza. Le modifiche hanno elevato da 14 a 26 le sezioni specializzate ed esteso la loro competenza; prevedono inoltre che le controversie in materia di riconoscimento della protezione internazionale sono decise in composizione collegiale; della trascrizione del colloquio videoregistrato è data lettura al richiedente protezione internazionale che può chiedere l'udienza.

Nelle dichiarazioni di voto hanno negato la fiducia i sen. Bruni (CoR), Arrigoni (LN), Giovanardi (GAL), Mazzoni (ALA), Loredana De Petris (SI-Sel), Crimi (M5S) e Caliendo (FI-PdL). Hanno annunciato la fiducia i sen. Doris Lo Moro (MDP), Fabiola Anitori (AP) e Russo (PD).

Secondo i Gruppi LN, GAL e CoR la maggioranza è orientata verso un'accoglienza indiscriminata che rappresenta una minaccia per l'ordine pubblico, la tenuta del tessuto sociale e l'identità del Paese. Per l'emergenza migranti l'Italia ha speso nel 2016 quattro miliardi e il contributo europeo è irrisorio. Il decreto non contrasta l'immigrazione irregolare: i veri intenti del Governo emergono dalla bocciatura di emendamenti per eliminare la protezione umanitaria, che non è prevista dalla Convenzione di Ginevra, per aumentare la dotazione del fondo espulsioni, la capienza dei centri per il rimpatrio e i tempi di trattenimento, per rafforzare i controlli alle frontiere, per togliere i finanziamenti alle organizzazioni non governative in combutta con i trafficanti. FI-PdL ha espresso rammarico per il ricorso alla fiducia perché avrebbe voluto contribuire ad accelerare i tempi per il riconoscimento dell'asilo, a rivedere la disciplina dell'ingresso legale, a correggere la normativa sulla protezione umanitaria che è presente solo in Italia. Il Gruppo ALA, pur dando atto al Ministro Minniti di aver adottato misure per fronteggiare l'aumento degli sbarchi, ha avanzato rilievi di costituzionalità sull'istituzione delle sezioni specializzate, l'eliminazione dell'appello, l'uso della videoregistrazione. Secondo SI-Sel la prima condizione per regolare gli ingressi è eliminare il reato di immigrazione clandestina; il Governo invece ha varato un provvedimento di impostazione emergenziale e securitaria. Numerosi i vizi di incostituzionalità: l'istituzione di giudici speciali, la soppressione di un grado di giudizio, la sostituzione del rito sommario con quello camerale. Secondo M5S il decreto dà risposte sbagliate a un problema reale: anziché accelerare la selezione di coloro che hanno diritto all'asilo, nega l'accesso alla giustizia, comprime le tutele giurisdizionali, ripristina i centri di identificazione ridenominandoli centri per il rimpatrio senza introdurre procedure trasparenti di gestione. I Gruppi di maggioranza ritengono invece che il decreto bilanci accoglienza e sicurezza, snellimento delle procedure e tutele giurisdizionali.

(La seduta è terminata alle ore 12:05 )



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