Giovedì 16 Marzo 2017 - 787ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

L'Assemblea ha respinto la proposta di deliberare la decadenza dal mandato parlamentare del sen. Minzolini (FI-PdL) per motivi di incandidabilità sopravvenuta, approvando un ordine del giorno presentato dal sen. Palma (FI-PdL) e altri a conclusione della discussione della relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla elezione contestata nella regione Liguria.

La relatrice, sen. Lo Moro (MDP), ha riferito sui lavori della Giunta e ha spiegato che l'incandidabilità è sopraggiunta, ai sensi della legge Severino, a seguito di condanna definitiva alla pena di due anni e sei mesi per il reato di peculato, ovvero per l'uso indebito di una carta di credito aziendale.

Alla discussione hanno preso parte i sen. Palma, Caliendo, Minzolini (FI-PdL), Falanga (ALA), Mineo (SI-Sel) e Cucca (PD). I sen. Palma, Caliendo e Falanga hanno chiesto di rinviare la relazione alla Giunta affinché valuti eventuali violazioni della normativa nazionale e sovrannazionale. Limitandosi a ratificare in modo automatico la decadenza, infatti, la Giunta non si è pronunciata sulle eccezioni di legittimità costituzionale sollevate dalla difesa: il trattamento difforme che la legge Severino riserva ai parlamentari rispetto ai consiglieri regionali e comunali; la violazione del principio di irretroattività delle norme penali; le anomalie del processo d'appello, che ha rovesciato la sentenza di assoluzione in primo grado senza riaprire l'istruttoria e udire nuovamente i testimoni. Delle due l'una: se la Giunta è giudice a quo, come riconosce la Corte costituzionale, deve pronunciarsi sulle eccezioni presentate; se la Giunta non è organo giurisdizionale, la legge Severino è incostituzionale. Secondo il sen. Mineo, che conosce dall'interno la RAI e la prassi vigente sugli strumenti di pagamento nelle aziende pubbliche, il sen. Minzolini è caduto in una trappola; in ogni caso la legge Severino andrebbe rivista. Pur concordando sull'opportunità di rivedere la legge Severino, il sen. Cucca ha giudicato tardiva la richiesta di rinvio. Il sen. Minzolini ha annunciato che si dimetterà dalla carica qualunque sia l'esito della votazione. Ha ricordato di avere ricevuto l'incarico di direttore del TG1 con uno stipendio inferiore al suo predecessore e di avere risarcito l'intera somma contestata prima di ricevere l'avviso di garanzia. Nel processo di primo grado è stato assolto e l'azienda è stata costretta a restituirgli la somma; in appello non è stata considerata l'attenuante del risarcimento e gli è stata inflitta una condanna superiore a quella richiesta dalla pubblica accusa, in misura tale da far scattare la decadenza; infine, del collegio giudicante ha fatto parte un magistrato che ha avuto una lunga carriera politica nello schieramento avversario.

Nelle dichiarazioni di voto, il sen. Di Maggio (CoR) ha lamentato la mancata approvazione della legge sulla remissione dei magistrati che abbiano svolto ruoli politici. La sen. Cecilia Guerra (MDP) ha annunciato voto favorevole alle conclusioni della Giunta. Il sen. Buemi (Aut), richiamando l'autonomia della politica e l'irretroattività delle norme penali, ha annunciato voto contrario alle conclusioni della Giunta. Anche il sen. Falanga (ALA) ha annunciato voto contrario. Il sen. D'Ascola (AP) ha annunciato voto contrario, argomentando che la decadenza ha natura sanzionatoria e, per il principio di irretroattività, non può applicarsi a una condotta anteriore all'entrata in vigore della legge. Il sen. Crimi (M5S) ha annunciato voto favorevole alla conclusione della Giunta, che deve limitarsi a prendere atto della sentenza e applicare la legge. Il sen. Zanda (PD) ha annunciato la libertà di voto del Gruppo e ha dichiarato, a titolo personale, voto favorevole alle conclusioni della Giunta.

(La seduta è terminata alle ore 12:44 )



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