Giovedì 4 Agosto 2016 - 675ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:35)

In apertura di seduta il Presidente Grasso ha disposto l'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare subito alla discussione dei documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità. Alla decisione hanno manifestato contrarietà, con accenti e motivazioni diverse, i sen. Malan (FI-PdL), Falanga (AL-A), Ferrara (GAL), Compagna (CoR) e Buemi (Aut). La sen. Bianconi (AP) ha invitato il Presidente a rivedere la sua decisione, mentre i sen. Romani (FI-PdL) e Barani (GAL) gli hanno chiesto di convocare la Conferenza dei Capigruppo: la richiesta non è stata accolta perché la decisione non modifica il calendario. Il sen. Zanda (PD) ha dichiarato di non essere al corrente della decisione del Presidente; nel prenderne atto, ha evidenziato che maggioranza e opposizione hanno lavorato intensamente e responsabilmente prima della pausa estiva.

Con 154 voti favorevoli, 110 contrari e 12 astensioni, l'Assemblea ha concesso l'autorizzazione all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti del sen. Antonio Stefano Caridi nell'ambito di un procedimento penale per associazione mafiosa.

La Giunta delle elezioni e delle immunità ha deliberato, a maggioranza, di proporre le concessione dell'autorizzazione. Il relatore, sen. Stefano (Misto), ha spiegato le motivazioni della proposta: la straordinaria gravità del reato contestato, la mancanza di palese insussistenza delle esigenze cautelari, la consistenza delle ricostruzioni indiziarie.

I sen. Malan, Alicata (FI-PdL), Giovanardi, Ferrara (GAL), Barani (AL-A) e Albertini (AP) hanno avanzato questioni pregiudiziali e sospensive: la domanda di autorizzazione all'arresto è stata trasmessa il 15 luglio e necessita di maggiore approfondimento; i senatori non hanno avuto la possibilità di accedere agli atti e non sono nelle condizioni di decidere se è motivata o no; tra una settimana si pronuncerà il tribunale della libertà e sarebbe opportuno alemno attendere quella data; l'accelerazione dei tempi non è giustificata considerato che la principale prova indiziaria è un'intercettazione risalente al 2002 e una dichiarazione del 2006; la domanda originaria è stata corretta dal gip, che fa riferimento non più all'associazione mafiosa bensì al concorso esterno, che è un reato piuttosto fumoso; nella Giunta è emerso un quadro indiziario. Secondo il sen. Buemi (Aut) il contingentamento dei tempi ha compresso il diritto di difesa del sen. Caridi. Il sen. Augello (CoR) si è soffermato sull'inattendibilità delle dichiarazioni del collaboratore Aiello, in quanto Paolo Caponera era detenuto in carcere quando avrebbe dovuto incontrare il sen. Caridi. I sen. Falanga (AL-A), Caliendo (FI-PdL) e Tarquinio (CoR) hanno annunciato voto favorevole alle questioni incidentali, il sen. Russo (PD) ha dichiarato invece voto contrario.

Respinte le questioni pregiudiziali e sospensive, ha preso la parola il sen. Caridi (GAL), che si è dichiarato innocente, negando di essere un componente apicale della 'ndrangheta e di aver goduto dell'appoggio elettorale delle cosche. Ha ricordato di aver perso due volte le elezioni, di non conoscere e non aver frequentato alcun pentito, ad eccezione di Aiello che lo ha accusato, in base a voci dell'ambiente, di aver fatto assunzioni non collegabili alla mafia. Ha evidenziato infine l'abnormità dei tempi di indagine, l'illogicità del costrutto accusatorio, l'inattendibilità dei collaboratori.

Alla discussione hanno partecipato i sen. Malan, Mandelli, Zuffada, Maria Rizzotti (FI-PdL), Giovanardi (GAL), Mazzoni (AL-A), Buemi (Aut), Serenella Fucksia (Misto) e Cucca (PD). Il sen. Malan ha invitato l'Assemblea a non votare per paura di un titolo di giornale; il sen. Giovanardi ha argomentato che mancano gli elementi minimi per privare il sen. Caridi della libertà personale e per ledere la composizione del Senato. Ha ricordato, inoltre, che il voto del sen. Caridi, in alcune occasioni, è stato determinante per la sopravvivenza del Governo in carica. I sen. Mandelli e Zuffada hanno espresso sconcerto e disagio per l'accelerazione della procedura e per la superficialità con la quale si affrontano questioni molto delicate. Il sen. Mazzoni ha parlato di giustizia sommaria: la durata dell'indagine (14 anni) e la fragilità dell'impianto accusatorio evidenziano un fumus persecutionis nella domanda di arresto. Il Parlamento non può limitarsi a ratificare gli atti della magistratura, abdicando al suo ruolo di valutazione. Il sen. Buemi ha ricordato che il Parlamento non dovrebbe affrontare le domande di autorizzazione sotto pressioni mediatiche o interessi di parte, con decisioni precostituite e tempi predefiniti. Ha poi rilevato che il pubblico ministero non è l'avvocato dell'accusa e non avrebbe dovuto omettere gli elementi a difesa del sen. Caridi. La sen. Rizzotti ha parlato di sentenza politica. La sen. Fucksia ha criticato i professionisti dell'antimafia e ha giudicato immotivata la domanda di custodia cautelare: non esiste infatti pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione di un reato che non è chiaramente configurato. Il sen. Caliendo ha rilevato che nell'ordinanza trasmessa non c'è alcun riferimento ai criteri della Cassazione per la valutazione delle dichiarazioni dei pentiti. E' falso che il sen. Caridi sia stato eletto con i voti della 'ndrangheta ed è assurdo che il concorso esterno si concretizzi nell'assunzione di sei operatori ecologici. Il sen. Cucca si è detto consapevole della complessità della vicenda; la domanda di autorizzazione si basa tuttavia su una molteplicità di argomenti e il ruolo dell'Aula è limitato all'accertamento di un eventuale fumus persecutionis, non ravvisabile nel caso in esame.

In replica, il relatore Stefano ha fornito dettagli maggiori sui lavori, svoltisi dal 27 luglio al 3 agosto, sulla base di un calendario deciso dalla Giunta. Ha ricordato inoltre che Aiello è solo uno di sei testimoni di giustizia.

Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato voto contrario alla proposta della Giunta i sen. Ferrara (GAL), Falanga (AL-A), Albertini (AP) e Malan (FI-PdL). I sen. Augello e Di Maggio (CoR) hanno annunciato, a titolo personale, l'astensione, per mancanza di elementi sufficienti a prendere una decisione. Hanno annunciato, invece, voto favorevole il sen. Molinari (Misto-IdV), che ha richiamato la divisione dei poteri, la mancanza di fumus persecutionis e la gravità dei fatti contestati; il sen. Mineo (SI-SEL), che ha invocato l'uguaglianza dei cittadini e ha invitato il Senato a non sottovalutare l'importanza dell'inchiesta di Reggio Calabria; il sen. Giarrusso (M5S) che, contrario alle immunità parlamentari, ritiene che il sen. Caridi sia accusato di fatti gravissimi e attuali, ovvero di essere parte integrante di una struttura segreta, di un sistema che ha messo le mani sulle imprese partecipate e che interferisce nell'attività legislativa; il sen. Zanda (PD), secondo il quale non è ravvisabile un intento persecutorio e il Parlamento non deve abusare di un istituto nato a presidio della democrazia.

Su proposta del sen. Calderoli (LN), l'Assemblea ha deciso di rinviare il ddl n. 2271 sull'editoria inserendolo al primo punto della seduta del 13 settembre.

(La seduta è terminata alle ore 16:35 )



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