Giovedì 7 Luglio 2016 - 656ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

Il Ministro degli esteri Gentiloni ha reso un'informativa sull'attentato terroristico di Dacca, avvenuto venerdì 1° luglio, nel quel sono stati uccisi nove italiani che lavoravano in Bangladesh. Gli autori della strage, che è stata rivendicata da Daesh, sono giovani istruiti appartenenti alla classe medio-alta: risultano smentite spiegazioni sociologiche che riconducono il terrorismo alla povertà. L'attentato fa riflettere sulla minaccia globale del terrorismo fondamentalista e sul potere di attrazione simbolica di Daesh. La risposta dell'Italia deve essere unitaria e decisa: abbattere il sedicente Stato islamico è un obiettivo essenziale. I fondamentalisti colpiscono in modo indiscriminato, non solo gli occidentali ma anche i musulmani, il cui impegno sarà decisivo per sconfiggere radicalismo e terrorismo che sfigurano la religione islamica.

Dopo l'intervento del Ministro hanno preso la parola i sen. Compagna (CoR), Volpi (LN), Ferrara (GAL), Mazzoni (AL-A), Campanella (Aut), De Cristofaro (SI-SEL), Casini (AP), Petrocelli (M5S), Minzolini (FI-PdL), Corsini (PD). Nella discussione sono stati evidenziati il contributo fondamentale della Russia nella lotta contro Isis, che ha registrato sconfitte in Siria, Iraq, Libia; i finanziamenti per cento miliardi di dollari a Daesh e a cellule terroristiche autonome; gli errori della Nato nella destabilizzazione del Medio Oriente e del Nord Africa; la necessità di difendere i valori della democrazia e della convivenza pacifica.

Nel corso della seduta è stato ricordato Emmanuel Chidi, il nigeriano picchiato e ucciso per aver reagito a insulti razzisti rivolti alla compagna.

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 874-B, Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.

Nella seduta pomeridiana di ieri il relatore, sen. D'Ascola (AP), ha giudicato equilibrato il testo proposto dalla Commissione che configura il reato di tortura come un reato comune - anziché come un reato proprio del pubblico ufficiale - caratterizzato da specifiche condotte e conseguenze verificabili. L'articolo 1 prevede che è punito con la reclusione da 3 a 10 anni chiunque, con reiterate violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minore difesa. La pena della reclusione è aumentata da 5 a 12 anni se l'autore del reato è un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. La pena è aumentata di un terzo o della metà se il delitto causa lesioni personali gravi o gravissime. E' prevista la reclusione da 6 mesi a tre anni per l'istigazione, a prescindere dalla effettiva commissione del reato, da parte del pubblico ufficiale o dall'incaricato di pubblico servizio nei confronti di altro pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. L'articolo 2 stabilisce che le dichiarazioni ottenute attraverso il delitto di tortura non sono utilizzabili in un processo penale. La Commissione propone la soppressione dell'articolo 3, introdotto dalla Camera, che inserisce il delitto di tortura fra i reati per i quali sono raddoppiati i termini di prescrizione. L'articolo 4, che interviene sul testo unico sull'immigrazione, non ammette il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura. L'articolo 5 nega l'immunità diplomatica agli stranieri condannati per il reato di tortura in altro Stato.

La discussione generale, iniziata ieri, si è conclusa con l'intervento del sen. Lumia (PD). In sede di replica, il sen. D'Ascola (AP) ha difeso la scelta di allargare il campo del reato, prevedendo un'aggravante qualora l'autore del delitto sia un pubblico ufficiale, di eliminare il riferimento ultroneo al dolo intenzionale, di prevedere che il trauma psichico sia verificabile.

Il Sottosegretario di Stato alla giustizia Migliore ha ricordato che l'introduzione di una specifica fattispecie di reato risponde all'obbligo di dare attuazione alla Convenzione contro la tortura e alla necessità di colmare una lacuna dell'ordinamento.

Il relatore sen. Buemi (Aut) e il rappresentante del Governo hanno espresso parere favorevole agli emendamenti 1.204 a prima firma del sen. Cappelletti (M5S), identico all'1.300 (testo 2), a prima firma del sen. De Cristofaro (SI-SEL), che sopprime l'aggettivo "reiterate" riferito alle violenze; 1.205 a prima firma del sen. Lo Giudice (PD), che sopprime l'aggettivo "gravi" riferito alle minacce; 1.224 dei relatori, identico agli emendamenti 1.225 a prima firma del sen. Lumia (PD) e 1.226, a prima firma del sen. Buccarella (M5S), che aumenta la pena minima da tre a quattro anni; 1.232 del sen. Di Maggio (GAL) che, con riferimento al pubblico ufficiale, inserisce le parole "con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti alla funzione e del servizio"; 1.254 (testo 2) dei relatori identico all'1.255 a prima firma del sen. Lumia (PD), il quale prevede che l'istigazione debba essere idonea alla commissione del reato.

Il sen. Palma (FI-PdL) ha accusato la maggioranza di non rispettare l'accordo raggiunto in Commissione.

Il seguito dell'esame è stato rinviato alla prossima settimana.

(La seduta è terminata alle ore 14:02 )



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