Il Presidente: Discorsi

Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione Europea

Discorso pronunciato all'incontro che si è svolto a Copenhagen, nella sede del Parlamento danese

30 Giugno 2006

Presidente, Colleghi,

il messaggio che ci ha rivolto Margot Wallström è un chiaro segnale che la cooperazione interparlamentare e il dialogo diretto fra le Assemblee rappresentative nazionali e le istituzioni dell¿Unione procedono su una strada ormai tracciata.

La costruzione europea, in origine troppo incentrata sul versante governativo, ha ormai conosciuto uno sviluppo della dimensione parlamentare da considerarsi irreversibile.

E' importante ora che la Commissione faccia ogni sforzo per trasmettere contemporaneamente, a tutti i Parlamenti, i documenti in ciascuna lingua nazionale.

Solo così si salvaguarderà il principio della parità linguistica affermato a chiare lettere dai Trattati e si promuoverà, in tutte le Assemblee parlamentari dell'Unione, quel dibattito tempestivo e documentato necessario per la crescita di un vero spazio pubblico europeo.

La nostra Conferenza si svolge in una fase particolarmente complessa per l'Europa.

Credo che il lavoro della Convenzione - che per la prima volta ha visto i nostri Parlamenti assumere un ruolo di protagonisti del processo costituzionale europeo - non possa e non debba andare perduto.

Diverse sono le ipotesi sul tappeto per riprendere il cammino.

In questa ricerca, però, a mio avviso, va tenuto fermo un principio guida.

Occorre un forte impegno comune per far decollare, quanto prima, la parte fondamentale del Trattato, quella relativa al rafforzamento istituzionale.

Senza questo rafforzamento della governance l'Europa non potrà operare, efficacemente, in un contesto mondiale in rapido movimento.

Di questo sono, veramente, convinto.

E di questo è consapevole il Parlamento italiano che, fra i primi, ha ratificato il Trattato costituzionale, con voto pressoché unanime.

In questo contesto va guardata con soddisfazione la decisione del Consiglio europeo di far coincidere il 50° anniversario del Trattato di Roma con una dichiarazione solenne in cui ciascuno ribadisca il proprio impegno a favore del comune progetto europeo.

Dichiarazione che sarà adottata il 25 marzo del prossimo anno a Berlino.

Il Parlamento italiano si vuole impegnare insieme agli altri Parlamenti dell'Unione perché questo anniversario costituisca un momento politico fondamentale anche per noi rappresentanti dei popoli europei.

Intendiamo promuovere, nei giorni precedenti, a Roma, un incontro che ci veda nuovamente riuniti alla vigilia di un così importante avvenimento.

Rilanciare l¿Europa, comunque, non vuol dire lasciare inascoltato il segnale di quelle opinioni pubbliche - di quelle preoccupazioni - che, con il loro "no" alla ratifica del Trattato, hanno dato luogo alla attuale pausa di riflessione.

I cittadini devono essere ascoltati e compresi nelle loro aspettative e nelle loro sollecitazioni.

Al tempo stesso devono essere informati compiutamente sui vantaggi dell'Europa e ricevere risposte politiche adeguate.

Hanno fatto bene, quindi, il Presidente Borrell e il Presidente Kohl a proporre all'attenzione di tutti i parlamentari dell'Unione, nell'incontro dell'8 e 9 maggio, i quattro temi fondamentali per il futuro dell'Europa.

Si tratta di temi concreti, sui quali non ci si era forse soffermati a sufficienza.

I tempi che viviamo reclamano certo istituzioni efficaci, ma chiedono anche che le decisioni siano assunte con la più larga partecipazione politica e sociale e che l¿Europa viva come una democrazia fondata sul primato dei cittadini.

Ne risulterà arricchito il principio di sussidiarietà, vera regola fondante dell¿Unione europea.

Sussidiarietà nelle relazioni fra l'Unione e gli Stati membri.

Sussidiarietà, inoltre, nei rapporti con le regioni e le altre articolazioni territoriali, opportunamente sottolineata dalla istituzione del "partenariato" e del Comitato delle Regioni.

Ma, sussidiarietà anche come impegno sinergico delle istituzioni europee e nazionali per l'allargamento dei confini della collaborazione economica e sociale, per valorizzare la responsabilità quotidiana dei cittadini, delle famiglie, degli operatori economici - e di tutte le loro organizzazioni - nell'ampio ed aperto contesto europeo.

I Parlamenti nazionali e regionali, emanazione diretta e da sempre interlocutori privilegiati dei cittadini, hanno un grande ruolo da svolgere anche in questo ambito.



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