Il Presidente: Interventi in Assemblea e in occasioni istituzionali

Incontro con Dick Cheney Vice Presidente degli Stati Uniti

Sala Capitolare del Complesso della Minerva

26 Gennaio 2004

Signore e signori, vi dò il benvenuto in questa sala che utilizziamo oggi per la prima volta. Ringrazio in primo luogo Dick Cheney, Vice Presidente degli Stati Uniti e Presidente del Senato americano, per aver accolto il nostro invito a tenere un discorso.

Saluto e ringrazio il Presidente della Camera Casini, il Vice Presidente del Consiglio Fini, i ministri, i colleghi parlamentari, le autorità presenti. Ringrazio e saluto l''amico ambasciatore Mel Sembler che ha reso possibile questo incontro.

Questo è il secondo incontro fra il Vice Presidente Cheney e me. La prima volta, nel giugno 2002 a Washington, manifestai a lui, nel ricordo delle vittime dell''11 settembre, la decisione dell''Italia di essere a fianco dell''America nella lotta al terrorismo. Oggi gli confermo la stessa determinazione, nella memoria degli italiani uccisi a Nassyria.

Signor Vice Presidente, come lei sa, questo sentimento di mutua amicizia fra i nostri due popoli è storico. Si fonda sui nostri emigrati, sull''aiuto dell''America alla nostra liberazione e alla nostra ricostruzione, su princìpi e valori condivisi, sulla comune tradizione occidentale.

In nome di questa tradizione, abbiamo affrontato assieme la Guerra fredda e oggi dobbiamo fronteggiare il terrorismo, il cui bersaglio sono i valori fondamentali della nostra civiltà.

L''Italia ha fatto la sua scelta. Lo dimostra il nostro impegno in Afghanistan e in Iraq, e la collaborazione nel campo della sicurezza. Lo dimostrano anche i nostri intensi sforzi per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Questa soluzione deve essere trovata rapidamente, per garantire a Israele il più elementare dei diritti - quello di esistere e vivere in sicurezza -, per mettere fine alle sofferenze del popolo palestinese, e per togliere ai terroristi l''alibi di agire per una causa giusta. La pace in Medio Oriente è un obiettivo nobile, il terrorismo è la negazione di questo obiettivo.

Che dobbiamo combattere il terrorismo è convinzione di tutti. Ma su come combatterlo in Europa si sono create divisioni, prima, sulla guerra all''Iraq di Saddam Hussein, e dopo, sulla ricostruzione del Paese. Abbiamo corso il rischio di una identità europea contrapposta a quella americana, e di un''Europa con due anime. Dobbiamo scongiurare questi rischi. Non è questo ciò che i Padri fondatori dell''Europa volevano. Non è questo ciò che l''Italia vuole.

La nostra visione dell''Europa è quella di un unico continente riunificato dopo le tragedie dei totalitarismi, stretto attorno ai valori di libertà, democrazia, libero mercato, consapevole delle proprie possibilità e responsabilità politiche, economiche, militari, alleato degli Stati Uniti. Noi vogliamo condividere queste responsabilità con l''America, perché siamo consapevoli che senza una coalizione internazionale delle democrazie la lotta al terrorismo non potrà essere vinta. È dovere di questa coalizione discutere su obiettivi e strategie, assumersi gli oneri dei mezzi, trovare le migliori forme di cooperazione, e anche riformare quegli organismi internazionali come le Nazioni Unite che oggi attraversano una crisi.

In questo spirito, noi giudichiamo positivamente due atti che sono stati compiuti sotto la Presidenza italiana dell''Unione europea: l''accordo sulla Difesa europea che nascerà in armonia con la Nato e senza duplicazioni, e il documento sulla strategia di sicurezza in cui sono chiaramente indicate le minacce della nostra epoca ed è altrettanto chiaramente ribadita la volontà di collaborazione fra le due sponde dell''Atlantico.

Credo di poter ricordare che il contributo dell''Italia all''elaborazione di queste posizioni sia stato importante.

Mister Vice President,

I am sure that, thanks to our valid translators, you have understood what I''ve just said.

Let me add a few words in a language which you will probably have problems to cope with, that is, ... my English!

I thank you for accepting our invitation to give a speech in the Italian Senate, in this splendid hall we inaugurate today. I wish to confirm you the feelings of friendship between Italy and the United States, our willingness to collaborate, our intention of sharing the burdens of the difficult time we are facing. Italy takes the United States as an irreplaceable partner. We are confident the United States looks at Italy in the same way.

Mister Vice President, you are famous for your long speeches. It seems the longest lasted as far as seven minutes! Therefore, my time is over and I give you the floor. Thank you!



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