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Il Presidente: Discorsi

Relazione annuale dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Discorso pronunciato in Sala Koch, alla presenza del Capo dello Stato

Signor Presidente della Repubblica, Autorità, gentili ospiti.

Rivolgo innanzitutto un saluto e un ringraziamento al Presidente Pitruzzella, ai componenti Ainis e Muscolo, alla dirigenza e a tutto il personale dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per l'impegno, la competenza e la dedizione, con i quali hanno atteso al loro mandato e affrontato le delicate questioni poste alla loro attenzione.

La Relazione è il bilancio di un 'settennato' di attività della Presidenza Pitruzzella nel quale l'Autorità è stata chiamata ad affrontare sfide epocali nei rapporti tra l'economia, la politica e le istituzioni.
Le parole "concorrenza" e "mercato" definiscono un perimetro di riferimenti ideali e di valori che non si esauriscono nella sola prospettiva economica e finanziaria. Concorrenza e mercato rappresentano infatti non solo il mondo dell'economia, ma anche quello della socialità.

Nel 70° anniversario della Costituzione repubblicana, l'inclusione nella Prima Parte della Carta - dedicata ai "diritti e doveri dei cittadini" - dei princìpi fondamentali riguardanti i rapporti economici (Titolo III), e parallelamente i rapporti civili (Titolo I), i rapporti etico-sociali (Titolo II), nonché quelli politici (Titolo IV), non rappresenta certamente un ricordo della straordinaria convergenza di culture politiche e di pensiero che maturò durante i lavori dell'Assemblea Costituente. Legare i rapporti economici alla dinamica di sviluppo dell'intera società significa innanzitutto dare la prospettiva, ancora oggi di straordinaria attualità, ad un Paese che si percepisce e progredisce nella dimensione di una comunità nazionale, capace di porsi nel contesto geopolitico globale come protagonista dei diritti della persona.

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha realizzato e promosso forme di controllo e di intervento lungo la strada della tutela e promozione della concorrenzialità, dell'innovazione delle imprese, della tutela dei consumatori, del supporto all'attività delle pubbliche amministrazioni, della trasparenza e correttezza delle attività economiche. Ma il dato più significativo emergente dalla relazione che il Presidente Pitruzzella si appresta a proporci è la saldatura fra la dimensione del diritto astratto e le forme di tutela concreta delle situazioni e degli interessi dei quali l'ordinamento si fa garante, in nome di una legalità giusta e di una giustizia fondata sul diritto, l'equilibrio, la ponderazione degli interessi. A tale risultato ha contribuito il passaggio da un metodo di lavoro formalistico, fondato su un'idea astratta della concorrenza, ad un approccio integrato capace di coniugare la certezza del diritto con l'attenzione all'impatto economico dell'azione dell'Autorità.

Nel corso degli anni l'Autorità Garante ha marcato il passaggio centrale nelle economie contemporanee dalla salvaguardia dei prodotti, della cosiddetta produzione, dei macro aggregati basati sul concetto di "quantità", alla garanzia effettiva delle tutele previste per la produttività, per gli operatori del mercato, in un'unica parola per la "qualità", intesa come dimensione integrale dei soggetti pubblici e privati che condividono il profilo della iniziativa economica e quello del consumo, ossia della realizzazione materiale o intellettuale di una attività.
Sia nell'ambito di un mercato particolarmente aggressivo come quello della comunicazione digitale, sia in quello del commercio elettronico, l'Autorità Garante ha saputo collocarsi in una dimensione europea ed internazionale per affermare con chiarezza e con lungimiranza che dai fallimenti o dai limiti del mercato - adeguatamente accompagnati da un'azione consapevole delle autorità di concorrenza e di regolazione - possono derivare successi economici, civili e sociali. È questa la dimensione del riscatto, dell'economia di mercato altamente competitiva, che diventa allo stesso tempo un'economia compiutamente solidale, aperta all'innovazione e alla crescita.
Anche le parti contrattuali cosiddette deboli, come i consumatori o gli operatori più tradizionali, restano così incluse nell'area economica di sviluppo del proprio Paese, senza per questo ingabbiare la logica delle relazioni economiche dentro status predefiniti che, per moltiplicare senza un obiettivo di giustizia sostanziale un numero indefinito di diritti, accantonano il tracciato dei doveri e di fatto impediscono la mobilità, il cambiamento, il miglioramento delle posizioni individuali.

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e più in generale le Autorità indipendenti sono riuscite a superare la loro configurazione come luoghi di mero esercizio di un potere regolatorio, di controllo, sanzionatorio, divenendo vere e proprie "autorità di vicinanza", innanzitutto ai cittadini e, più in generale, ad ogni realtà individuale o associativa della società civile. A tale risultato contribuiscono in maniera determinante anche le azioni di sensibilizzazione (advocacy) dell'Autorità svolte nei confronti del Parlamento, delle amministrazioni centrali, regionali e locali, che hanno come priorità il superamento del dualismo economico che contraddistingue il mercato nazionale, diviso fra imprese leader a livello mondiale e strutture ancora arretrate, con bassi livelli di produttività.

In definitiva, la stessa concorrenza e lo stesso mercato appaiono "beni pubblici", da tutelare nell'interesse di una comunità viva, capace di innovare trasformando i singoli atti giuridici ed economici in relazioni. Concorrenza e mercato non ostacolano pertanto la stabilità e la trasparenza dell'alleanza fra impresa e lavoro, non riducono lo spettro di espansione della dimensione economica al paradigma dello scontro tra vinti e vincitori, ma accettano e rafforzano un patto di lealtà e di collaborazione fondato sul diritto fra portatori di interessi apparentemente contrapposti.
Il significato autentico di uno dei tratti peculiari dell'Autorità Garante qual è l'indipendenza, costitutivamente riconosciutale dalla legge, è pertanto quello di non schiacciare tanto l'impresa quanto i lavoratori e i consumatori con il peso delle regole astratte, ma di offrire agli uni e agli altri una buona impresa e un buon lavoro, nell'interesse generale della collettività. Concorrenza e mercato in questa prospettiva diventano, per chi ha il coraggio di intraprendere e di costruire lavoro, un'occasione di sviluppo realistico, dentro un quadro di regole certe e riconosciute dai protagonisti veri che sono e restano i cittadini.
Vi ringrazio.



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