Pubblicato il 20 gennaio 2004
Seduta n. 516
CORTIANA, BRUTTI PAOLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. -
Premesso che:
il territorio del comune di Perugia adiacente al fiume Tevere è notoriamente di alto pregio paesaggistico e ambientale e, in particolare, quello compreso tra Ponte S. Giovanni e Ponte Felcino presenta elementi di indubbio interesse per la naturalità preservata nonostante la vicinanza alla città di Perugia, per l’esistenza di una suggestiva viabilità storico-rurale su cui si distribuiscono numerosi beni storici culturali (si vedano la Torre medievale di Pretola, i molini di Ponte Felcino, numerose case rurali antiche), per l’alto pregio paesistico delle colline che delimitano questo territorio costellato di ville e parchi storici, tutti rigorosamente soggetti a vincolo;
tale elevata qualità è individuata e tutelata in numerosi atti pianificatori e normativi di diverse istituzioni: l'Unione europea ha classificato l’Ansa degli Ornari, situata tra Ponte S.Giovanni e Pontevalleceppi sito di interesse comunitario, Zona SIC.IT 5210025, e la Regione Umbria, la Provincia di Perugia, il Comune di Perugia, la USL n.2, iI presidente della VII Circoscrizione comunale e il presidente del Comitato di cittadini "I Molini di Fortebraccio", nell’ ambito degli accordi del Protocollo d’intesa sottoscritto il 28 febbraio 1998, hanno assunto l’impegno di avviare la progettazione del parco fluviale del Tevere;
la Regione Umbria, con decreto del Presidente della giunta regionale 61/98, "Approvazione del Piano regionale delle aree naturali protette"- art.5 della legge regionale 9/95, ha inserito tale territorio tra le “Aree di proposta e di studio”, recepite nel “Piano urbanistico territoriale” con legge regionale n. 27/2000 e con lo stesso decreto del presidente della giunta regionale, all’art.4 delle norme regolamentari, ha disposto che la Giunta Regionale elabori “proposte progettuali dettagliate di istituzione di parchi o aree protette o comunque programmi di tutela ambientale-paesaggistica per le suddette aree di proposta e di studio, coordinati con il sistema parchi e le norme del PUT”, da proporre al Consiglio regionale;
la Provincia di Perugia, nel Piano territoriale di coordinamento provinciale all’art.38, punto 8, delle norme di attuazione, prevede che “all’interno delle aree di studio (di cui al punto precedente) sono consentiti solo interventi che non alterino l’equilibrio dell’ambiente naturale esistente, quelli ricompresi in piani pubblici di settore, quelli di aree di valenza regionale, purché tali interventi vengano autorizzati ai sensi dell’art.139 del decreto legislativo n. 490/99”, ha classificato un ampio ambito di tale territorio, comprensivo dell’area SIC, come Oasi di protezione faunistica e ha inserito la maggior parte di tale territorio nelle “zone di salvaguardia paesaggistica dei corsi d’acqua d’importanza territoriale”;
il Comune di Perugina nel Piano regolatore generale, Cap. 23 obiettivi strutturali, Spazi aperti, prescrive che "l’area tra la zona C.A.I. di PonteValleceppi e il Tevere, per le sue elevate qualità ambientali e paesaggistiche, va tutelata nel modo più forte”;
le Conferenze programmatiche di Perugia e Terni il 9 ottobre 2003 hanno approvato e inviato per l’approvazione definitiva all’Autorità di bacino il Piano regionale per l’assetto idrogeologico PAI, il cui principio fondante è garantire la protezione e il recupero della naturale dinamica fluviale, attraverso l’inibizione dell’occupazione e dell’utilizzo degli alvei fluviali e delle aree golenali e inondabili per la sicurezza delle zone di monte e di valle, per cui vengono individuate ampie aree non edificabili;
le Associazioni ambientaliste hanno da sempre promosso la creazione del parco fluviale del Tevere ravvisando l’opportunità di estendere il parco esistente all’intero corso del fiume coinvolgendo le regioni interessate. In particolare i cittadini, i comitati e le associazioni locali in più occasioni hanno ribadito l’importanza di realizzare il parco fluviale nel comune di Perugia, per la conservazione di identità, nonché per la possibilità di un nuovo sviluppo economico sostenibile, data la posizione strategica di tale territorio tra i centri d’arte e cultura di Perugia e Assisi;
ricordato che:
la regione con il disegno di legge n. 1953 del 9 febbraio 2000 ha individuato il “Sistema territoriale di interesse naturalistico-ambientale del fiume Tevere e delle sue Valli", comprensivo di detto territorio, e la II Commissione Consiliare ha attuato la partecipazione con incontro consultivo pubblico il 25.02.2000;
il comune di Perugia ha commissionato nel ’99 il metaprogetto “Piano delle aree naturali protette del monte Tezio e del Fiume Tevere” con fondi pubblici, presentato in assemblea pubblica, riscuotendo larghi consensi;
evidenziato che:
le proposte della Regione e del Comune sopra citate non hanno avuto fino ad ora nessun esito operativo e che a tutt’oggi nessun disegno di legge per l’istituzione del parco fluviale del Tevere è stato presentato in Consiglio regionale, né è stato approvato il progetto comunale in materia nonostante il grande valore della zona, riconosciuto da tutte le istituzioni e in contrasto con i vincoli imposti dalle stesse negli atti di competenza;
sono in previsione e, in parte, in via di realizzazione interventi parcellizzati e contraddittori che non solo non delineano un progetto organico di qualificazione del territorio fluviale ma addirittura rischiano di comprometterne irrimediabilmente il paesaggio e la fruibilità;
previsioni e interventi ricadono in aree a rischio di esondazione e, in particolare, vengono compromesse le uniche aree di una certa ampiezza rimaste libere e utili per l’espansione del fiume a vantaggio della sicurezza dei centri abitati;
troppo spesso l’informazione preventiva e la decisione condivisa sono state ignorate rendendo vani i tentativi delle associazioni ambientaliste, dei cittadini, delle circoscrizioni di richiamare l’attenzione sulla necessità di individuare criteri e norme di salvaguardia paesaggistica e della flora e fauna, e di mettere in atto una progettazione integrata e di qualità entro cui convogliare e qualificare gli eventuali interventi necessari per la messa in sicurezza;
tenuto conto che:
il Comune di Perugia, nel territorio fluviale tra Pontevalleceppi e Ponte Felcino, in contrasto con i vincoli imposti dal PTCP e gli stessi obiettivi strutturali del PRG, ha in corso di approvazione-attuazione:
nell’area sopracitata, che “va tutelata nella maniera più forte” e parzialmente esondabile, un consistente ampliamento (18 ettari) dell’insediamento industriale esistente, con possibilità di’inserire industrie insalubri di 1° classe (la categoria più inquinante) e di realizzare capannoni di superfici e altezze tali da eliminare non solo il carattere agrario del luogo ma anche qualsiasi visuale dalla strada rurale storica Valvitiano (un vero e proprio belvedere di pianura) verso i profili collinari, vincolati dalla legge n. 1497/39, e definiti, nella stessa relazione del PRG, da preservare per la loro elevata qualità;
contigua alla precedente, un’area a parco privato attrezzato, davanti alla pineta di Ponte Felcino e dentro la fascia di rispetto fluviale/ambientale, che ha realizzato alberghi e impianti con alte densità da sottrarre a qualsivoglia spazio verde; tutto costruito contemporaneamente e adiacente a due nuovi capannoni industriali, trasformando un suggestivo paesaggio agrario mediterraneo fluviale in una periferia disordinata inquinata da traffico e rumore;
davanti alla precedente area, la modifica del tracciato della strada storica Valvitiano (vincolato dalle stesse norme del PRG e da quelle del PTCP ) e la realizzazione di un parcheggio con scomparsa del contesto agrario della pineta e della strada rurale, e riduzione della fascia di libera espansione del fiume prevista dal PAI;
a seguire verso nord, “attrezzature (sportive e ricreative) ad alta intensità trasformativa, di dimensioni e uso rilevanti” fuori dalle linee di trasporto pubblico, a ridosso del sottile percorso pedonale che coincide con il corridoio ecologico, nella fascia di rispetto ambientale e in area altamente esondabile;
considerato che nello stesso ambito, al di fuori di ogni previsione di PRG, sono in corso di approvazione progetti di opere pubbliche di notevole impatto:
la Provincia sta approntando e realizzando chilometri di argini i cui esiti paesaggistici, ambientali, sociali e financo idraulici, allo stato attuale risultano assolutamente devastanti. Tale opera, che modifica con un rilevato alto oltre 2 metri la morfologia del luogo e le relazioni con il Tevere, e interessa anche l’area S.I.C., risulterebbe motivata, come dichiarato da rappresentanti istituzionali sulla stampa, più dall’esigenza di costruire vicino al fiume (zona preclusa con l’imminente approvazione del PAI) piuttosto che da un reale pericolo per la popolazione e gli immobili esistenti;
la regione ha in corso di approvazione il progetto definitivo di un sottopasso alla ferrovia Centrale Umbra a Ponte Valleceppi, finalizzato al transito in doppio senso di mezzi pesanti per la Distilleria Di Lorenzo, azienda insalubre di 1° classe a rischio d’incidente rilevante, di cui si discute la delocalizzazione. L’intervento è prossimo all’antico ponte sul Tevere, comporta un nuovo tratto di strada a ridosso dei binari, in area a rischio d’incidente rilevante, esondabile, e invade il corridoio ecologico. E’ sulla sponda opposta dove si vogliono realizzare gli argini: di là si vuole salire da quota 190 a quota 193, di qui si scenderà da quota 190 a quota 184, e la quota del fiume è 185. L’intervento per la messa in sicurezza del transito ferroviario, in realtà, produrrà nuovi rischi sia alla ferrovia, per il tipo di merci pericolose in transito, sia ai mezzi in transito, per gli aspetti idrogeologici, con l’aggravante della compromissione irreversibile di una delle parti più caratteristiche e suggestive del lungo fiume;
preso atto che:
risulta evidente il rischio per la conservazione di un habitat naturale, paesaggistico, culturale di indiscusso pregio e collocato sulle sponde del più grande fiume dell’Italia centrale che, per il grande valore storico e simbolico, meriterebbe di essere valorizzato per la fruizione di tutta la città, e per lo sviluppo turistico e economico sostenibile della zona, con un ritorno d’immagine per tutta l’Umbria;
la popolazione locale, allarmata e disorientata per la contraddittorietà tra dichiarazioni, piani e azioni, rivendica il diritto di conoscere quale tipo di sviluppo sia previsto nel proprio territorio per poter operare le proprie scelte coerentemente,
si chiede di sapere se non si ritenga:
di accertare la fondatezza dei fatti descritti e le eventuali responsabilità;
di rendere noto lo stato di fatto dell’istituzione del Parco regionale del Tevere da parte della regione Umbria, come previsto dal decreto del Presidente della giunta regionale 10 febbraio 1998, n. 61.
di esplicitare, per quanto di competenza e nelle more della redazione e adozione di specifici atti, quali azioni di salvaguardia e controllo si intenda mettere in atto per evitare, nel territorio definito “aree di studio” nella cartografia del Piano Urbanistico Territoriale Regionale, interventi non coerenti con la destinazione a parco della zona e in contrasto con il libero deflusso del Tevere e comunque con la salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente;
di porre in atto, nel rispetto delle diverse autonomie istituzionali, con le metodiche dell’Agenda 21 locale, sottoscritta da tutte le istituzioni, valutazioni sulla sostenibilità delle procedure decisionali e degli interventi previsti in questo ambito territoriale.