Atto n. 4-03705

Pubblicato il 25 marzo 2015, nella seduta n. 417

CRIMI , SCIBONA , BOTTICI , ENDRIZZI , LUCIDI , AIROLA , PAGLINI , FATTORI , CIOFFI , CIAMPOLILLO , FUCKSIA , CAPPELLETTI , MORRA , CASTALDI , MORONESE , BERTOROTTA , PUGLIA , SERRA - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

in data 23 marzo 2015 si svolgeva a Brescia, nei pressi di piazza della Loggia, una manifestazione indetta da alcuni cittadini immigrati e diversi rappresentanti di associazioni locali attive nell'ambito dell'accoglienza e dell'integrazione sociale;

nei giorni immediatamente precedenti, erano state messe in atto iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, fra cui un presidio permanente allestito in data 21 marzo, in merito al ritardo maturato nel rilascio dei permessi di soggiorno, nonché all'eccessivo numero di dinieghi rivolti alle richieste di accesso alla "sanatoria immigrazione 2012";

a tal proposito, intervenendo alla tavola rotonda in materia di "Richiedenti e titolari di protezione internazionale: prospettive del sistema d'asilo in Italia tra emergenza e programmazione", tenutasi a Brescia in data 13 febbraio 2015, Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, ha dichiarato: «Mi lascia molto perplesso il fatto che a Brescia siano state accettate solo il 20% delle domande di emersione fatte dagli immigrati contro una media nazionale del 75-80 percento (…). Io capisco che ci saranno stati casi di illegalità e furbizie, che vanno perseguiti, ma una sproporzione del genere rispetto al contesto nazionale lascia davvero sconcertati», come si legge sul "Corriere della Sera", edizione di Brescia, lo stesso giorno;

in occasione della manifestazione tenutasi in data 23 marzo 2015 alcuni manifestanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine, le quali hanno impedito loro l'accesso a piazza della Loggia, sequestrando il mezzo che li accompagnava e intimando loro di disperdersi e sciogliere l'adunanza;

da fonti giornalistiche, quali articoli e riprese filmate disponibili nella rete internet, si evince con chiarezza l'assenza da parte dei dimostranti di tentativi di resistenza ai pubblici ufficiali, o di forzatura del blocco imposto dalle forze dell'ordine; nessun atto di violenza appare perpetrato dai manifestanti e pare che l'unica opposizione messa in atto sia stata rivolta al sequestro del mezzo con il quale i manifestanti medesimi tentavano di entrare nella piazza;

da fonti filmate facilmente reperibili in internet si osserva come il funzionario responsabile dell'ordine pubblico, che la stampa avrebbe identificato nel dottor Farinacci, funzionario di polizia con la responsabilità della "piazza", si rivolgeva mediante un megafono ai pochi manifestanti presenti, comunicando loro l'avvenuto sequestro del mezzo in appoggio all'iniziativa e ribadendo, in maniera quasi automatica ed ossessiva, l'espressione "In nome della legge disperdetevi. In nome della legge disperdetevi. In nome della legge disperdetevi", ed infine ordinava agli agenti sotto il suo comando di caricare i manifestanti, scagliandosi contro i primi individui che si trovava dinnanzi e adoperando su di loro il manganello. Dalle immagini il funzionario appare essere stato l'unico ad aver agito con tale violenza, la quale, a parere degli interroganti, è risultata del tutto ingiustificata e gratuita;

considerato che:

non risulta agli interroganti che in tale occasione le forze dell'ordine in servizio abbiano promosso tentativi di dispersione dei manifestanti per mezzo di scudi quali elementi di pressione;

il compito delle forze dell'ordine dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza pubblica ed appunto l'ordine pubblico, adoperando la civile persuasione prima ancora della repressione forzata e della violenza;

con l'iniziativa individuale, il dottor Farinacci ha provocato azioni sfociate poi in atti di violenza che hanno minato la sicurezza dei cittadini;

già nel 2010 si era verificato un caso analogo di violenza gratuita ed evitabile da parte di esponenti delle forze dell'ordine, con dinamiche pressoché uguali. La circostanza è stata una manifestazione promossa in sostegno ai 6 cittadini stranieri che avevano occupato la gru allocata in piazzale Cesare Battisti, in via San Faustino, a Brescia, per protestare contro l'eccessiva burocrazia che già all'epoca opprimeva il riconoscimento della cittadinanza e dei permessi di soggiorno; in quel caso il responsabile delle cariche immotivate venne individuato nella persona dell'attuale vice questore Emanuele Ricifari;

considerato inoltre che:

il pesante deficit nella gestione dei flussi migratori a Brescia è noto da diversi anni, e già nel 2010, al fine di portare alla ribalta la problematica, si era arrivati alla "manifestazione della gru";

sino ad oggi le manifestazioni organizzate a Brescia si sono sempre svolte in maniera pacifica e non risulta nessun episodio di violenza volontaria mai perpetrato dai manifestanti;

da anni si denuncia la carenza di organico degli uffici preposti al controllo e alla gestione dei flussi migratori, nonché la cronica mancanza di risorse che li affligge;

i firmatari del presente atto di sindacato ispettivo hanno promosso numerosi interventi volti a proporre ed adottare soluzioni permanenti al fine di rendere gli uffici di Brescia idonei al carico di lavoro che è loro riservato,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali siano le regole di ingaggio standard per gli operatori dell'ordine pubblico impiegati in questa tipologia di eventi e quali gli ordini impartiti, dalle autorità competenti, al funzionario incaricato dell'ordine pubblico;

se ritenga opportuno che nell'ambito delle regole di ingaggio del personale delle forze dell'ordine rientri la dispersione, mediante uso della violenza, di un gruppo di manifestanti pacifici, sebbene la manifestazione da essi indetta non fosse stata preventivamente comunicata e permessa;

se e quali provvedimenti intenda assumere nei confronti del funzionario citato affinché l'abuso della forza da lui perpetrato non abbia a ripetersi;

quali strumenti e quali provvedimenti intenda adottare affinché possa risolversi definitivamente l'annosa questione legata ai permessi di soggiorno nella città e nella provincia di Brescia, anche in riferimento alla sproporzione esistente fra la percentuale di domande di permessi di soggiorno accettate a Brescia sul totale di quelle presentate (20 per cento) e quella media rilevata sull'intero territorio nazionale (75-80 per cento), definita sconcertante dal capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero, dottor Mario Morcone.