Pubblicato il 27 maggio 2003
Seduta n. 400
DANIELI FRANCO, CORTIANA, RIGONI, RAGNO, MARTONE, DE ZULUETA, PEDRINI, MANIERI, FABRIS, SEMERARO, BUDIN, DETTORI, DENTAMARO, COVIELLO, MONTICONE, BARATELLA, MANZELLA, TATO', BATTAFARANO, RIPAMONTI, CAMBURSANO, GAGLIONE, CAVALLARO, TOGNI, SOLIANI, COLETTI, LIGUORI, STANISCI, PIATTI, PASCARELLA, MASSUCCO, DATO, FORCIERI, BATTISTI.
Il Senato,
premesso che le crisi internazionali, sempre più frequenti, generalizzate e caratterizzate dalla tendenza al ricorso all’uso della forza, testimoniano la presenza di una forte tensione e conflittualità nella Comunità internazionale, a livello universale e regionale;
considerato:
che la guerra attuale in Iraq rischia di affievolire per un lungo periodo progetti di cooperazione pacifica tra paesi vicini e legati ad un bene ed un ambiente comune, quale il Mediterraneo per i suoi paesi e popoli rivieraschi;
che, proprio nel momento di massima tensione internazionale, occorre intervenire sulle cause delle criticità del contesto internazionale e rilanciare ogni utile iniziativa di cooperazione e di dialogo;
ricordando come negli anni ’70 l’Atto di Hensinki introdusse il concetto (allora nuovo) di sicurezza e cooperazione, che sostituiva ai deterrenti militari e alla guerra fredda i “tre cesti” della cooperazione politica, economica e dei diritti umani e che questo approccio determinò nel tempo un mondo nuovo di relazioni internazionali in Europa;
ricordando inoltre le ragioni della nascita del Consiglio d’Europa nel 1949 e l’evoluzione del suo ruolo negli ultimi dieci anni, quale base di cooperazione politico-giuridica in forma intergovernativa con i paesi del Centro e dell’Est europeo e come l’evoluzione positiva del suo ruolo si sia realizzata non in forma di integrazione sopranazionale, ma soprattutto tramite trattati internazionali e comitati intergovernativi per la cooperazione e lo scambio di buone prassi in numerosi settori di comune interesse;
consapevoli che il Mediterraneo, con la sua millenaria tradizione di storia e civiltà e il suo rilievo geo-politico, è attualmente una delle aree di più forte tensione internazionale e che, in ogni caso, rappresenta, per la sua posizione geografica, l’area strategica prioritaria di impegno politico e di interesse economico per il nostro Paese;
considerato che l’allargamento dell’Unione europea ha vocazione regionale-continentale, per quanto bilanciata e sostenuta dalla politica esterna e, in particolare, dal processo di Barcellona che prevede la creazione di una zona di libero scambio per il 2010;
valutati come importanti ma insufficienti i risultati del processo di Barcellona, che sinora hanno messo a disposizione di sette paesi della sponda sud del Mediterraneo, nell’ambito dei programmi nazionali triennali, un modesto quantitativo di risorse;
constatati i limiti strutturali dell’impatto politico del suddetto processo di Barcellona, perché costruito nell’angusto spazio delle relazioni economiche ed esterne, anziché quale azione di politica estera europea;
vista la responsabilità che l’Italia si è assunta nel processo di pacificazione dei Balcani e l’impegno anche economico assunto dal nostro Paese per il rilancio della cooperazione tra le due sponde dell’Adriatico,
ritiene che:
sia urgente approfondire e dare impulso – anche attraverso una campagna di opinione pubblica in Italia e negli altri paesi dell’Unione europea – ad una forte iniziativa per la costituzione di un Consiglio del Mediterraneo che consenta di sviluppare tutte le possibili forme di cooperazione politica tra gli Stati rivieraschi del Mediterraneo;
si possa assumere come base di lavoro il modello di cooperazione intergovernativa del Consiglio d’Europa e l’esperienza del processo di Helsinki;
debbano essere valorizzati al massimo il ruolo, l’attività e l’impegno dei parlamentari e dei rappresentanti delle istituzioni locali dei paesi interessati e debbano inoltre essere coinvolte tutte le reti della solidarietà civile e delle istituzioni politiche interessate;
a questo processo debbano essere associati, quanto prima, l’Unione europea, la Lega araba, il Consiglio d’Europa e l’OSCE per la necessaria compatibilità, coerenza e integrazione dell’iniziativa in oggetto con tutte le istituzioni ed i processi di cooperazione internazionale rilevanti nell’area;
impegna il Governo ad inserire l’iniziativa della costituzione di un Consiglio del Mediterraneo tra le priorità del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea.