Pubblicato il 7 ottobre 2010
Seduta n. 435
FERRANTE - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
si apprende dalla lettura dell'articolo "Taranto: magistrato concede arresti a detenuto con tumore, dopo 40 giorni è ancora in carcere" pubblicato, il 6 ottobre 2010, dal quotidiano locale "La Sicilia", l'ennesima drammatica notizia proveniente dalle carceri italiane;
sempre dalla lettura dell'articolo si viene a conoscenza del fatto che le condizioni di salute di Christian Bianchini, detenuto di 28 anni affetto da tumore al fegato, si sono ulteriormente aggravate ma che continua a stare nel carcere di Taranto nonostante dall'inizio di settembre il magistrato di sorveglianza gli abbia concesso gli arresti ospedalieri, ordinandone l'immediato trasferimento a Palermo per essere ricoverato al centro clinico Ismet la cui direzione sanitaria si è detta disponibile ad accoglierlo e sottoporlo ad intervento chirurgico per l'asportazione del tumore;
è però accaduto, a giudizio dell'interrogante in modo incredibile, che l'ordinanza del magistrato di sorveglianza non abbia trovato esecuzione nonostante l'immediata notifica alla direzione della casa circondariale e per conoscenza alla Corte d'appello di Catania (che ha processato Bianchini in rito abbreviato condannandolo a 13 anni di reclusione per mafia e traffico di droga) e al difensore dello stesso detenuto, avvocato Giuseppe Brandino;
il quotidiano catanese riporta, inoltre, anche la denuncia dei genitori del detenuto: allarmati per le condizioni del figlio, che da una settimana a questa parte continua ripetutamente a manifestare perdite di sangue e rifiuta il cibo che gli passa la mensa carceraria, hanno minacciato di presentare una denuncia a carico del direttore della casa circondariale e di trascinare in giudizio i responsabili del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per l'omessa attuazione del provvedimento del magistrato di sorveglianza, nonché per il trattamento disumano cui è sottoposto Christian Bianchini, che, nonostante le sue gravi condizioni di salute, viene tenuto in una cella, senza alcuna assistenza sanitaria da parte dei medici del carcere;
le intenzioni dei genitori di Christian Bianchini sono state recepite dall'avvocato Giuseppe Brandino che ha immediatamente inoltrato una diffida sia al direttore della casa circondariale di Taranto che ai vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, trasmettendone una copia al magistrato di sorveglianza di Taranto, per sollecitare un suo eventuale intervento in grado di sbloccare la pratica del trasferimento all'ospedale Ismet di Palermo;
i motivi della mancata osservanza dell'ordinanza del magistrato sembrerebbero da ricercare nella carenza di risorse finanziarie per sostenere i costi di trasporto del detenuto da Taranto a Palermo. Ma anche se così fosse, i genitori, e non solo loro, si chiedono indignati se per soldi lo Stato possa fare morire un giovane di appena 28 anni,
si chiede di conoscere:
se, a quanto risulta al Ministro in indirizzo, quanto sopra descritto corrisponda al vero e se sia vero, in particolare, che il trasferimento del giovane detenuto non sia eseguito per carenza di risorse finanziarie;
se non intenda aprire urgentemente un'indagine per verificare le responsabilità del caso;
che cosa intenda concretamente fare per dare immediata esecuzione all'ordinanza del magistrato di sorveglianza.