Pubblicato il 27 settembre 2007
Seduta n. 223
SCARPA BONAZZA BUORA , BARBA , COMINCIOLI , PICCIONI , SANCIU , ZANETTIN - Ai Ministri degli affari esteri e delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
il 3 ottobre 2003 il Parlamento croato ha deciso di estendere unilateralmente la propria giurisdizione sul mare Adriatico, in particolare con la creazione di una zona di protezione ittico-ambientale (che si estenderebbe sino alla linea mediana del mare Adriatico), da attuarsi a partire dal 3 ottobre 2004;
tale decisione costituisce un ostacolo all’entrata della Croazia nell’Unione europea, tanto che si sono tenuti diversi incontri trilaterali tra Croazia, Italia e Slovenia per tentare di risolvere il problema, nell’ultimo dei quali, il 4 giugno 2004, è stato stabilito di differire l'avvio della zona di protezione in Adriatico per i membri dell'Unione almeno fino al raggiungimento di un accordo di pesca tra la Croazia e l'Unione europea;
inaspettatamente, il 15 dicembre 2006, il Parlamento croato ha di nuovo modificato la propria posizione decidendo che la moratoria per l'avvio del regime di zona di protezione in Adriatico sarebbe continuata per gli Stati membri dell'Unione europea solo fino al 1° gennaio 2008;
come rilevato nell’interrogazione 3-00877, pubblicata il 26 luglio 2007, nella quale tra l’altro è descritto dettagliatamente l’evolversi degli eventi, qualora la decisione del Parlamento croato non venisse rapidamente modificata sarebbero certi i danni per tutte le marinerie dell'Adriatico;
non risultano in corso trattative o incontri trilaterali per tentare di affrontare e risolvere il problema, soprattutto per l’approssimarsi delle elezioni politiche nella stessa Croazia, previste per il prossimo mese di novembre 2007;
la situazione è tanto più grave se si pensa che tra l’insediamento del nuovo Parlamento Croato e la data del 1 gennaio 2008 è troppo ristretto il tempo per pensare di poter risolvere il problema;
nella visita di Stato in Slovenia del 9-11 settembre 2007, il Presidente del Consiglio dei ministri Prodi, al di là di dichiarazioni a favore di un rapido ingresso della Croazia nell’Unione europea, non sembrerebbe neppure aver citato il problema della zona di protezione ittico ambientale che la Croazia imporrà dal 1° gennaio 2008;
la pesca rappresenta nel bacino del mar Adriatico e per le comunità italiane che vi si affacciano una fondamentale fonte di reddito e, pertanto, la creazione della zona di protezione da parte croata sarebbe catastrofica per gli addetti;
a tutto ciò si aggiunga che il mondo della pesca sta attraversando un periodo di particolare difficoltà dovuto in primo luogo ai sempre crescenti prezzi dei carburanti, difficoltà accentuata dalla mancata soluzione di altri problemi quali quello dell'applicazione del regime IVA speciale o quello della gestione delle cosiddette blue box,
si chiede di sapere:
quali siano gli orientamenti e gli intendimenti che il Governo italiano intende seguire per tentare di risolvere il problema esposto in premessa;
se non si ritenga di attivarsi con estrema urgenza presso le sedi ritenute più opportune per tentare quanto meno di ottenere una proroga della moratoria concessa alle imbarcazioni comunitarie, nelle more della formazione del nuovo Governo Croato dopo le elezioni politiche di novembre 2007;
se non si ritenga di invitare le Commissioni Esteri ed Agricoltura a prevedere un’audizione, in seduta congiunta, con i rappresentanti del mondo ittico allo scopo di approfondire le problematiche connesse con l’avvio la zona di protezione ittico ambientale della Croazia.