Atto n. 4-02646

Pubblicato il 13 settembre 2007
Seduta n. 213

RONCHI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

i competenti dipartimenti delle Università "Roma Tre" e "La Sapienza" hanno elaborato, nell’aprile 2007, una relazione finale dello “Studio di caratterizzazione e relativo monitoraggio delle acque del bacino del lago di Vico” collocato nell’omonima Riserva naturale, area naturale protetta regionale in provincia di Viterbo;

tale relazione evidenzia una situazione di criticità riguardo al fenomeno della comparsa di fioriture algali, macroscopicamente visibili tramite "schiume", nel periodo tardo invernale-primaverile. La criticità è legata alla presenza accertata di cianobatteri appartenenti alla specie Planktothrix rubescens che produce particolari sostanze, le microcistine, dotate di attività epatotossica e genotossica (cancerogenica). Queste sostanze, in particolari condizioni, possono produrre, a seguito di ingestione, effetti tossici a carico del fegato e provocare eventi mortali che sono stati dimostrati nell'uomo, in organismi acquatici e nel bestiame. La specie identificata, Planktothrix rubescens, è influenzata dalla presenza principalmente di azoto e secondariamente di fosforo;

tale relazione dimostra che i livelli di azoto e fosforo nel lago e nelle acque sotterranee dipendono principalmente dagli apporti derivanti dalle pratiche agricole intensive (coltivazione di noccioleti) che occupano gran parte dell'area drenante perilacuale. I livelli di azoto e fosforo tendono ad aumentare a seguito dei cicli di fertilizzazione, del dilavamento e dell’erosione dei suoli agricoli (piogge invernali-primaverili) e in condizioni di ridotto apporto di acque di alimentazione del lago (essenzialmente drenaggio superficiale e deflusso degli acquiferi), che si determina nel periodo tardo primaverile ed estivo (maggior evaporazione, aumento delle captazioni civili ed agricole, minor piovosità);

benché i livelli misurati di fosfati e di nitrati nelle acque superficiali del lago e in quelle sotterranee eccedano i valori guida per le acque potabili solo in pochi casi, tali livelli tendono all'aumento rispetto ai dati forniti da indagini pregresse e le condizioni trofiche del lago appaiono relativamente critiche rispetto alla dinamica delle popolazioni fitoplantoniche e in particolare rispetto all'evoluzione della specie tossica Plantothrix rubescens;

i rischi sanitari dovuti ai livelli di microcistine e al numero di cellule tossiche riscontrati nello studio devono essere accuratamente considerati,tenendo conto che i livelli massimi osservati si aggirano attorno ai valori di linea guida definiti dall'OMS, da altre autorità internazionali e evidenziati dalla letteratura scientifica per la salvaguardia da effetti tossici a breve e a lungo termine a seguito di esposizione attraverso l'acqua potabile. I livelli massimi osservati sono inoltre risultati occasionalmente superiori ai limiti previsti per le acque di balneazione e ne è stata dimostrata la presenza occasionale anche nei tessuti di specie ittiche commerciali;

in conclusione, emerge un potenziale scenario di rischio a danno dell'uomo e degli organismi acquatici ed aumenti dei livelli e delle frequenze di presenza delle microcistine sono direttamente dipendenti dal grado di trofismo del lago. La fragilità dell’ecosistema lacustre, la peculiare tipologia di ricarica, l'attuale bilancio idrico e gli incipienti cambiamenti climatici che prefigurano aumenti di temperatura delle acque, dell’evaporazione, delle captazioni e degli apporti di nutrienti già piuttosto consistenti, sono i parametri che fanno evolvere il sistema verso situazioni critiche ambientali e sanitarie,

si chiede di sapere:

quali siano le prescrizioni previste dal Regolamento e dal Piano di gestione della citata area naturale regionale protetta per prevenire l’apporto di nutrienti (fosforo e azoto) e di altri inquinanti alle acque superficiali e sotterranee del Lago di Vico,utilizzate anche ai fini potabili dai Comuni di Ronciglione e Caprarola, provenienti, in particolare, da infiltrazione e da dilavamento dalle coltivazioni di noccioleti che occupano la gran parte del bacino lacuale;

quali siano le misure adottate dai responsabili della gestione di questa area naturale protetta per prevenire e contrastare i rischi citati;

se siano state adottate, dato lo scenario di potenziale rischio elevato, sia le idonee misure di monitoraggio chimico, biologico e microbiologico della qualità delle acque superficiali e delle tendenze in atto (modalità e durata di esposizione a sostanze tossiche, controllo sistematico delle fonti di approvvigionamento idropotabile) sia le idonee misure di prevenzione (restrizioni dell’uso dei nutrienti chimici e di sostanze potenzialmente pericolose, come erbicidi e pesticidi, nelle coltivazioni nel bacino scolante, retrazione delle colture rispetto alle rive, intercettazione dei nutrienti con aree di fitodepurazione);

quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare, d’intesa con la Regione Lazio, per fronteggiare questa situazione di potenziale rischio ambientale e sanitario in un’area naturale protetta, in particolare qualora emergessero carenze nel citato Regolamento e Piano di gestione della Riserva naturale del lago di Vico e nelle citate misure di monitoraggio e di prevenzione.