Pubblicato il 20 marzo 2007
Seduta n. 127
CUTRUFO , PISTORIO , ROTONDI - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
il 7 marzo 2007 è deceduto presso il Policlinico San Matteo di Pavia il giovane Paolo Acerbo;
accertata la morte celebrale, i genitori dell’Acerbo hanno dato il permesso di espiantare gli organi per effettuare molteplici trapianti in persone in lista d’attesa;
la Procura della Repubblica di Pavia, dopo un iniziale consenso, essendo deceduto l’Acerbo per cause da accertare, ha negato su disposizione del Procuratore Capo dott. Sinagra l’espianto del cuore, per esigenze di giustizia, nonostante fosse a conoscenza di una emergenza nazionale del Centro Trapianti per una persona in fin di vita nella città di Roma;
tale diniego è stato confermato nonostante fosse accertata la presenza del medico legale, perito d’ufficio della Procura della Repubblica, al momento dell’espianto e nonostante la dichiarata disponibilità a prelevare un campione bioptico del cuore dell’Acerbo per le esigenze di giustizia,
si chiede di conoscere:
quali iniziative si intendano assumere contro questa iniziativa che ha subordinato il valore della vita a presunte esigenze di giustizia peraltro tutelabili sia con il prelievo bioptico sia con la presenza del medico legale e posto che la legge impone per l’espianto di organi il solo consenso dei parenti in assenza di apposita decisione del deceduto;
se si ritenga opportuno definire, anche con norma di legge, che il bene della vita, del ricevente, sia prevalente su qualunque altra esigenza, comprese quelle di giustizia.