Pubblicato il 24 gennaio 2007
Seduta n. 93
BIANCONI - Ai Ministri della salute e della giustizia. -
Premesso che:
il 4 agosto 2006 il Ministro della salute, di concerto con il Ministro della giustizia, ha emanato un decreto, entrato in vigore il 18 novembre 2006, in cui è previsto l’aumento del quantitativo di cannabis detenibile per uso personale;
rispetto al decreto ministeriale dell'11 aprile 2006, emanato dal precedente Governo, il nuovo decreto prevede che il quantitativo detenibile per uso personale disostanze quali la “Delta-8-tetraidrocannabiolo” e la “Delta-9-tetraidrocannabiolo” sia non più di 500, ma di 1.000 milligrammi, nonostante la "potenza" della cannabis in circolazione sia aumentata del 400%;
accogliendo il ricorso contro tale decreto, presentato dal Codacons e dall’associazione Articolo 32, che lamentavano come non vi fosse alcuna motivazione sanitaria alla base del provvedimento, ma solo motivazioni ideologiche, il TAR del Lazio ha precisato che il Ministro della salute ha 45 giorni di tempo per spiegare su quali basi abbia adottato il cosiddetto moltiplicatore 40 per fissare la dose massima detenibile di cannabis per uso personale, ed invitato il Ministro della salute, sempre entro il 14 marzo 2007, a rendere noti i parametri di riferimento assunti in materia dall’Unione europea;
i dati allarmanti sull’incremento della diffusione del consumo di droghe, che nel 2005 è arrivata a coinvolgere quasi 4 milioni di italiani, aveva spinto il precedente Governo a fissare in non più di 500 i milligrammi detenibili di cannabis per uso personale, e tale decisione teneva conto anche del fatto che numerosi Istituti scientifici hanno dimostrato come le sostanze psicotrope contenenti alcaloidi, e tra queste la cannabis e la cocaina, se assunte anche in quantità inferiore rispetto a quella prevista in precedenza (500 milligrammi), provocano danni gravissimi alla salute;
gli effetti indotti dall’uso delle sostanze stupefacenti sono molteplici e, come dimostrano le numerosissime ricerche in materia, variano da soggetto a soggetto, a seconda delle condizioni psico-fisiche della persona e del quantitativo assunto. Alcuni effetti che le sostanze psicotrope producono sono: la distorsione della percezione della realtà, una significativa attenuazione della reattività fisica e mentale, fino a giungere ad una totale opacità cognitiva, l’alterazione del comportamento volto ad una incondizionata ilarità, l’aumento dell’appetito provocato dalla soppressione della sensazione di sazietà, e, se assunte in ingenti quantità, stati di paranoia e/o di allucinazioni lievi;
la comunità scientifica ha più volte dimostrato come l’utilizzo di tutte queste sostanze psicotrope possa provocare, ad esempio, le seguenti patologie: a) il potenziamento della infettività del virus della immunodeficienza di tipo1, così come dimostrato da Peterson nel 1991, da Bagasra e Pomeraz nel 1993 e da Garaci e Rotilio nel 1996; b) notevoli danni epatici e circolatori, così come dimostrato in un articolo della rivista "Journal of the American Medical Association" vol. 293 del 2005, in cui è riportata l’esperienza di un medico che aveva in cura una ragazza che per tre anni aveva assunto dosi di 150 milligrammi al giorno di cocaina (il decreto ministeriale citato consente la detenzione di ben 750 milligrammi al giorno); c) l’aumento della virulenza del virus HIV, già assumendo dosi pari a 5 milligrammi al giorno di cocaina, come dimostrato da Michael Roth in un lavoro apparso sul "Journal of Leukocyte Biology" nel 2005;
le evidenze riportate dai lavori in vitro citati, ma anche dalle pubblicazioni di ricerche in vivo, dimostrano ampiamente come l’uso di sostanze psicotrope, ed in special modo di quelle contenenti alcaloidi (cocaina, cannabis), a livelli notevolmente inferiori a quelli riportati nel decreto possano agire come co-fattori nel potenziamento di alcune infezioni virali, ed in special modo anche di quei virus portatori di patologie oncogene; inoltre tali dosi sono anche responsabili di gravi danni epatici e circolatori;
nella relazione presentata al Parlamento dal Ministro della solidarietà sociale sullo stato delle tossicodipendenze nel luglio 2006, è emerso come i fruitori delle sostanze stupefacenti siano sempre più giovani e non adeguatamente informati sui gravi danni che l’assunzione delle droghe può provocare alla loro salute fisica e psichica, e tale rapporto evidenzia, inoltre, come dal 2001 al 2005 siano praticamente raddoppiati i consumatori sia di cannabis sia di cocaina che passano dal 6,2% all’11,9% e, per quanto riguarda i giovani di età compresa fra i 19 e 21 anni, si arriva anche ad un aumento pari al 20 e 25%),
si chiede di sapere:
se il Ministro della salute non intenda presentare in tempi brevi una documentata e dettagliata analisi delle motivazioni di ordine medico-scientifico che giustifichino le modifiche alle tabelle predisposte dal precedente Governo, considerando che quelle fino ad ora fornite sono, a giudizio dell'interrogante, a dir poco sconcertanti, come quella, ad esempio, esposta il 19 novembre 2006 durante un'informativa urgente alla Camera dei deputati, cioè che: “l’aumento del quantitativo massimo detenibile per l’uso personale comporta una minore frequenza di contatti delle persone che fanno uso di cannabis con il mondo degli spacciatori”;
se il Ministro della giustizia non ritenga di dover presentare una relazione, aggiornata alla data di applicazione delle nuove tabelle predisposte dal Ministro della salute, riferita agli arresti ed alle denunce per detenzione illegale di sostanze stupefacenti (hashish e marijuana) avvenuti nei periodi maggio-ottobre 2006, comparati con il periodo maggio-ottobre 2005, con l'indicazione:
dei casi in cui la quantità di principio attivo contenuta nella sostanza detenuta era superiore a 500 milligrammi e inferiore ad 1 grammo;
dei casi in cui la detenzione delle sostanze era finalizzata allo spaccio;
dei casi in cui la detenzione delle piante intere di cannabis derivava da attività di coltivazione e spaccio;
se i Ministri in indirizzo, alla luce delle richieste di chiarimento formulate dal TAR del Lazio al Ministro della salute, dei dati allarmanti relativi ai danni derivanti da abuso di sostanze psicotrope e del costante aumento del numero degli utilizzatori di tali sostanze, non considerino più opportuno, ritirare il decreto emanato nell'agosto 2006.