Pubblicato il 7 novembre 2006
Seduta n. 66
QUAGLIARIELLO , DEL PENNINO , AMATO , ANTONIONE , ASCIUTTI , BALDINI , BIANCONI , BIONDI , BONFRISCO , CANTONI , CARRARA , CASOLI , CENTARO , DELL'UTRI , FIRRARELLO , GHIGO , GIULIANO , IZZO , LUNARDI , MALVANO , MANTOVANO , MASSIDDA , MAURO , PALMA , PASTORE , PIANETTA , PICCIONI , PICCONE , POSSA , REBUZZI , SANCIU , SARO , SCARABOSIO , SCOTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia. -
Premesso che:
l'utilizzo strumentale di dati personali per fini di lotta politica è sempre con più forza considerata una grave patologia del sistema, come dimostrano da ultimo le reazioni provocate dalla notizia degli accessi abusivi alla banca dati dell'anagrafe tributaria, al fine di venire illecitamente a conoscenza d'informazioni relative alle situazioni personali patrimoniali di personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, dell'imprenditoria e della politica;
la coalizione politica denominata "Unione" ha ufficialmente comunicato che, nello scorso autunno, nella consultazione organizzata al fine di designare il suo candidato premier per le allora imminenti elezioni legislative, si sarebbero recati a esprimere il loro parere circa 4.300.000 elettori italiani i quali, inoltre, hanno finanziato l'evento attraverso il versamento di una somma obbligatoria di almeno 1 euro per la copertura delle spese organizzative;
la raccolta e la conservazione di dati contenuti in elenchi o banche dati sono soggette a precise norme (codice della privacy) e, nel caso in specie, la consapevolezza di dover offrire adeguate garanzie fu così presente agli organizzatori da indurli a creare un apposito Comitato dei garanti che, tra l'altro, avrebbe dovuto accertare il rispetto della privacy dei cittadini coinvolti;
considerato che:
dopo circa un anno dalla celebrazione di quelle consultazioni denominate "primarie" non è ancora chiaro chi sia il titolare e i responsabili dei dati personali raccolti in quell'occasione;
non è ancora dato sapere se, al momento della consultazione, i cittadini coinvolti abbiano ricevuto un'informativa adeguata, indispensabile affinché le informazioni personali possano essere utilizzate per scopi differenti rispetto a quelli per i quali sono stati raccolti;
tali incertezze risultano ancora più gravi in quanto i dati in questione concernono le opinioni e gli orientamenti politici dei cittadini coinvolti e, per questa ragione, l'ordinamento ne prevede una tutela rafforzata denominandoli come "dati sensibili";
diversi organi di stampa e, da ultimo, il "Riformista" del 28 ottobre 2006 hanno insinuato che quei dati possano essere stati utilizzati per scontri di potere tra correnti di un partito della coalizione detta "Unione", fino al punto di facilitare l'emissione di false tessere d'iscritti, inviate a domicilio a cittadini che avevano preso parte alle primarie, ma del tutto ignari degli ulteriori sviluppi;
nonostante il fatto assuma una gravità pari, se non superiore, a quelli verificatesi nelle scorse settimane in danno di alcuni personaggi di primo piano, non vi è stata alcuna presa di posizione e, tantomeno, alcun intervento da parte dei responsabili del Governo, dovendosi pertanto ritenere che l’Esecutivo intenda tutelare maggiormente la privacy di personaggi pubblici piuttosto che quella di tanti cittadini ignari,
si chiede di sapere:
che cosa il Governo stia facendo per individuare il titolare e i responsabili dei dati personali contenuti negli elenchi, per verificare se sia stato rispettato il principio di finalità e le norme che garantiscono l'ambito di comunicazione e diffusione dei dati personali e, infine, per accertare se siano state poste in essere le adeguate misure di sicurezza nella tenuta e conservazione di detti dati;
se, considerata l'innegabile valenza pubblica di una consultazione del tipo "primarie" e preso atto delle possibilità di strumentalizzazione delle informazioni personali da essa desunte per fini di lotta interna ad un partito, il Governo non consideri urgente una propria iniziativa legislativa che introduca un disciplina adeguata allo scopo di garantire serietà e trasparenza a simili consultazioni, anche con specifico riferimento alle esigenze di correttezza nell’utilizzo dei dati relativi alle opinioni politiche degli elettori coinvolti.