Pubblicato il 1 dicembre 2005
Seduta n. 914
CORTIANA , RIPAMONTI , SODANO Tommaso , ZANCAN , MALABARBA , DONATI , MARTONE , BOCO , PEDRINI , ROLLANDIN , PETERLINI , FORLANI
Il Senato,
considerato che:
dal 15 al 19 novembre 2005 si è tenuta a Tunisi la seconda sessione del World Summit on information society, summit voluto dalle Nazioni Unite e organizzato dall’ITU (International telecommunication union) sul futuro democratico, sociale, economico e politico della società dell’informazione, in cui la tematica della libertà d’informazione e di espressione ricopre una grande centralità;
la Tunisia, pur essendo, fin dall’inizio degli anni ’90, uno dei più avanzati Paesi del Maghreb relativamente alla presenza di collegamenti internet, anche in banda larga, è anche un Paese che vede ancora gravi limitazioni alla libertà di espressione e d’informazione e al libero uso di tali strumenti;
premesso che:
il 4 giugno 2002, Zouhair YahYaoui è stato arrestato a Tunisi da poliziotti in borghese, che gli hanno anche requisito materiale informatico e che poi lo hanno poi torturato per aver, attraverso il sito TuniZine, nel luglio 2001, diffuso sotto pseudonimo informazioni relative alla lotta in favore della democrazia e della libertà in Tunisia, e pubblicato documenti dell’opposizione, in particolare sottolineando le storture del sistema giudiziario tunisino;
tale soggetto è stato condannato a diversi anni di prigione per quelli che possiamo ritenere “reati politici”, con l’accusa di aver diffuso false e tendenziose informazioni, e, viste le condizioni della detenzione, quel giornalista della webzine TuneZine è morto a 36 anni, due anni dopo il rilascio per attacco cardiaco;
in Tunisia la sola visita di siti dissidenti attraverso internet point può costare indagini e incriminazioni, e si contano nell’ordine di migliaia i dissidenti ormai imprigionati;
il dissidente Mohamed Abboou, per aver fatto una comparazione tra le condizioni carcerarie della Tunisia e il carcere di Abu Ghraib, in un articolo pubblicato on-line, è stato arrestato, insieme all’avvocato Faouzi Ben M’Rad, atto condannato anche dall’Amministrazione americana, oltre che dalle associazioni internazionali per i diritti umani, molto preoccupate anche del recente processo elettorale, che ha confermato il presidente Ben Ali con il 94% dei voti;
secondo fonte della BBC, il tema della libertà d’informazione in Tunisia non è pubblicamente affrontabile, la proprietà della rete telefonica è controllata dalla famiglia del Presidente, i siti che contengono critiche al Governo vengono chiusi e sequestrati, la stampa fa riferimento al partito del Presidente;
valutato che:
nel maggio del 2005 le associazioni internazionali per i diritti umani, Federazione internazionale delle leghe dei diritti dell’uomo e l’Organizzazione mondiale contro al tortura, in collaborazione con la Lega tunisina dei diritti dell’uomo e il Centro nazionale per le libertà in Tunisia, hanno pubblicato un rapporto sullo stato dei diritti umani e civili in quel Paese, in cui esprimono profonda preoccupazione in vista del World Summit sulla Società dell'informazione, e mettono in luce le numerose pratiche di detenzione arbitraria, le aggressioni fisiche e le forzature giudiziarie verso i dissidenti e le voci contrarie al Governo, in particolare sui diritti umani. E' fortemente sottolineato, in tale rapporto, come il percorso di partecipazione al Summit non abbia minimamente coinvolto le associazioni del Paese tunisino; tali associazioni e ONG hanno indicato come urgenti le necessità di liberare le persone condannate arbitrariamente, di procedere al riconoscimento delle associazioni per i diritti umani, di permettere la libera circolazione delle informazioni e garantire il libero accesso ad internet;
HumanRights Watch segnala che sono centinaia i prigionieri politici e gli attivisti per i diritti umani relegati in campi di prigionia in condizioni, anche igieniche, inaccettabili. Inoltre tutte le associazioni dei diritti umani sottolineano come la repressione colpisca indiscriminatamente gli oppositori politici di stampo islamico, anche radicali, nonché le espressioni associative per la democratizzazione nei settori della legge e del suo rispetto, dei diritti civili, politici e umani, dei media e delle relazioni sociali;
preso atto che:
l'Unione europea in più di un’occasione, anche attraverso risoluzioni parlamentari, ha richiamato il Governo tunisino al rispetto dei diritti umani, ma comunque non ha voluto mettere in campo tutte le iniziative consentite dopo l’accordo bilaterale siglato nella 1999 tra l'Unione e la Tunisia, primo atto bilaterale con un paese dell'Africa mediterranea, e questo nonostante tale accordo preveda esplicitamente una condivisione sul principio non eludibile dei diritti umani e del loro rispetto.
a tutti questi avvenimenti si uniscono le situazioni descritte da Reporters sans frontières che hanno denunciato le aggressioni subite dal militante dei diritti dell'uomo e giornalista Sihem Bensadrine da parte della polizia tunisina il 9 gennaio 2004, oppure relativamente alla detenzione per reati di opinione del giornalista Hamadi Jebali, detenuto dal 1991 e in gravissime condizioni di salute anche perché mantenuto in condizione di isolamento, o ancora nel divieto espresso dal Governo tunisino, nel settembre del 2005, di tenere il congresso fondativo del Sindacato dei giornalisti tunisini;
stante questa situazione le associazioni coinvolte nel processo del summit hanno deciso di scrivere al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan al fine di sottoporre a lui la grande preoccupazione per la scelta di tenere in quella sede l'incontro sulla società dell'informazione, sollecitazione alla quale il Segretario Generale ha risposto che proprio “la possibilità di tenere il summit in Tunisia consente al Governo di quel Paese di indirizzarsi verso il pieno rispetto dei diritti umani”,
impegna il Governo:
a valorizzare l’opportunità democratica di confronto data dal Summit mondiale sulla società dell'informazione e a porre in essere, anche visto l’importante interscambio commerciale tra Tunisia e Italia, tutte le iniziative utili ad una maggiore attenzione e rispetto dei diritti umani in tale Paese;
ad attivarsi affinché l’Unione europea promuova un’iniziativa convincente, nell’ambito dell’accordo bilaterale con la Tunisia, per il pieno rispetto dei diritti umani in tale Paese.