Pubblicato il 7 novembre 2005
Seduta n. 888
COZZOLINO - Ai Ministri della salute e per gli affari regionali. -
Premesso che:
l’art. 97 della Costituzione italiana sancisce l’obbligo per la pubblica amministrazione di garantire il buon andamento e l’imparzialità, in modo da favorire le esigenze sociali e lavorative del cittadino e non ostacolarle;
in Campania le graduatorie sono attualmente ferme all’anno 2000, essendosi accumulati ben cinque anni di ritardo quando la pubblicazione dovrebbe essere “annuale”, come stabilito dagli accordi di settore che si sono succeduti negli anni, ed essere al passo con “l’anno in corso”;
l’ingresso alle attività della medicina generale (continuità assistenziale, assistenza primaria, emergenza sanitaria, medicina dei servizi) è, dal 1994, subordinato al possesso dell’Attestato di formazione specifica secondo la normativa comunitaria recepita dalla legislazione italiana, “Attestato” che consente l’accesso ad una graduatoria per titoli ed il cui valore è ben chiarito da una circolare ministeriale del 1996, n. 100, che dichiara che “(…) la volontà del legislatore è quella di dare particolare rilevanza all’Attestato di formazione in medicina generale” e tutti gli strumenti legislativi seguenti sono stati orientati in tal senso;
i citati ritardi in sostanza impediscono l’utilizzabilità dell’Attestato e quindi l’accesso all’attività convenzionata per un periodo di almeno 5 anni dopo il suo conseguimento, con grave nocumento economico, professionale e psicologico per i medici esclusi pur avendo i titoli ed il diritto e costretti quindi al precariato;
anche l’accesso al “Corso di idoneità per l’emergenza sanitaria”, per chi lo volesse intraprendere, necessario per l’esercizio di quest’altro indirizzo della medicina generale, nel quale c’è grande carenza di organico, è connesso alla presenza in graduatoria;
la puntualità delle restanti Regioni d'Italia nella pubblicazione delle graduatorie, essendo da un lato senz’altro lodevole, bizzarramente, in un quadro complessivo di comportamenti non conformi, costituisce una disparità di trattamento in generale e una discriminazione basata sull’appartenenza geografica. Inoltre, non solo i possessori del titolo specifico, ma tutti i professionisti del settore sono danneggiati, non vedendo aggiornato il proprio punteggio ai titoli più recenti ed assistendo impotenti all’allontanamento della realizzazione degli obiettivi professionali progettati. E tutti, a giudizio dell’interrogante, sono vittima di indebito scavalcamento, mediante un meccanismo legale ma discriminante, da parte di quei colleghi che, sottoponendosi ad un pur lodevole sacrificio, hanno scelto di emigrare nelle regioni di Italia più puntuali, per ricevere incarichi di titolarità e successivamente rientrare in Campania per partecipare al concorso di assegnazione “per trasferimento” con quota riservata di zone carenti liberatesi anni prima della propria partenza, mentre vi è ancora chi attende l’aggiornamento dei titoli o l’ingresso in graduatoria;
atteso che:
i dirigenti regionali, nelle persone del Presidente del Consiglio regionale Bassolino, degli assessori alla sanità dottoressa Tufano e poi dottor Montemarano, dei dirigenti dell’area di Coordinamento assistenza sanitaria dottori Amadei e Gambacorta, dei presidenti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) e dell’Ordine di Salerno, ed infine nelle persone del Ministro della salute Francesco Storace e del coordinatore della Struttura interregionale sanitari convenzionati (SISAC) Luigi Covolo, sarebbero stati, a quanto risulta all’interrogante, ripetutamente interpellati sui gravi disagi sostenuti dai medici alla luce delle inadempienze regionali senza alcuna risposta. Rivoltisi alla figura del Difensore civico regionale comm. Lucariello, i medici avrebbero ricevuto risposte vaghe, interlocutorie ed ovvie da parte del dottor Gambacorta, in particolare quando parla di difficoltà nella stesura delle graduatorie, di applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 270/2000 e di certezza di una prossima accelerazione, infatti:
il dottor Gambacorta riferisce un concetto ovvio esprimendo la “laboriosità” nella stesura della graduatoria della medicina generale, difficoltà scontate per un servizio di pubblica amministrazione regionale che ricopra funzioni complesse e che debba esaminare i dati relativi a 5000 fascicoli (che l’interrogante non ritiene un numero ingente, dato che la Regione Lombardia, tra le altre, ne esamina un numero molto maggiore conservando una lodevole puntualità), ma asserisce una verità solo parziale quando cita l’applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 270/2000 nel metodo: infatti lo stesso decreto parla con grande limpidezza “di titoli posseduti alla data del 31 dicembre” (art. 2, comma 4), inviati “entro il termine del 31 gennaio” (art. 2, comma 3), affinché l’amministrazione regionale predisponga “annualmente” (art. 2, comma 1) “una graduatoria da valere per l’anno solare successivo” (art 2, comma 7), da rendere pubblica entro il 30 settembre (art. 2, comma 8) e poi approvarla in via definitiva entro il 31 dicembre (art 2, comma 9), adottando “procedure tese allo snellimento burocratico e all’abbreviazione dei tempi” (art 2, comma 1). Dunque i citati accordi hanno previsto una sequenza procedimentale ben precisa, scandendone i tempi, in cui deve inserirsi, nei periodi previsti, la pubblicazione delle zone carenti; come stabilito dall'art. 49, comma 1, che cita: “la Regione pubblica sul Bollettino Ufficiale, (…) gli incarichi vacanti di continuità assistenziale individuati (…) alla data del 1° marzo e del 1° settembre dell’anno in corso” ed indica quali destinatari della procedura di copertura delle zone carenti, "i medici inclusi nella graduatoria regionale valida per l'anno in corso". E non v'è dubbio che la dizione anno "in corso" coincida con l'altra, contenuta nell'art. 2 citato, di anno "solare". In nessun caso, dunque, gli accordi citati consentono di adottare una graduatoria, in cui i titoli dei medici risultano verificati ed aggiornati a più di quattro anni prima. E non sono previsti, come meglio specificato dal nuovo accordo 2001-2005, allungamenti dei periodi di durata delle graduatorie che “hanno validità di un anno a partire dal 1° gennaio dell’anno al quale sono riferite” e “decadono il 31 dicembre dello stesso anno” e non è previsto che si accumulino ritardi nella pubblicazione, come si può evincere anche dal commento critico al decreto del Presidente della Repubblica 270/2000 della Federazione italiana dei medici di medicina generale (FIMMG), organo sindacale partecipante alle trattative per la formulazione degli Accordi. Dunque l’amministrazione regionale avrebbe dovuto, a settembre di quest’anno, pubblicare la graduatoria provvisoria valida per l’anno 2006 desunta dalle richieste presentate nel 2005 con titoli relativi all’anno 2004;
il dirigente di settore afferma, inoltre, che dopo la pubblicazione della graduatoria definitiva 2001 (che sostiene dover avvenire a breve, ma che è invitato vivamente a non pubblicare, dato che la graduatoria riconoscibile come valida è solo, ormai, quella 2006) si potranno recuperare i ritardi accumulati (senza curarsi del fatto che le graduatorie hanno validità di un anno); tuttavia l’esame di atti parlamentari degli anni passati, sempre sulla questione dei ritardi e della violazione del diritto all’esercizio della professione in condizioni di “normalità”, mette in evidenza che almeno altre due volte le stesse ferme promesse sono state avanzate dagli assessori alla sanità campani, e cioè nel 2000 (interpellante on. A. V. Albanese) quando le graduatorie erano ferme al 1996, e nel 2002 (interpellanti sen. Novi e Florino) con graduatorie ferme al 1998 senza alcun esito. Ciò pone seri dubbi sulla, seppur sincera negli intenti, affermazione del dott. Gambacorta: infatti anche se l’amministrazione regionale riuscisse a trovare una inattesa accelerazione, i tempi tecnici (compilazione, pubblicazione, attesa per ricorsi, esame dei ricorsi, pubblicazione zone carenti, attesa per il concorso, ricorsi ed esame degli stessi con definitiva pubblicazione delle assegnazioni) non consentirebbero di impiegare meno di 3 anni e mezzo per il recupero dei 5 anni di ritardo attuali restando ancora da recuperare gli anni intanto trascorsi nello stesso tentativo di normalizzazione. A questo punto rimane da quantificare quanto valgano gli “anni” della vita dei professionisti che scorrono nell’attesa (già ad ora lunga anni) dell’applicazione del diritto;
ancora è interessante notare come la risposta del dirigente di settore al Difensore civico sia assolutamente vaga ed evasiva rispetto ai quesiti posti nel resoconto presentato dal Difensore civico, che restano ancora in attesa di esame e soluzione: a) incertezza professionale, economica e del pensionamento dei medici in attesa della graduatoria; b) discriminazione basata sull’appartenenza geografica determinata dai comportamenti difformi della Regione Campania rispetto alle altre; c) meccanismo legalmente irregolare di scavalcamento; d) violazione dell’art. 97 della Costituzione per cui i pubblici uffici sono organizzati in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità; e) estrema difficoltà all’attività di sostituzione visto che tali incarichi non vengono conferiti se non per un periodo non superiore ai 3 mesi per anno ai medici non presenti in graduatoria regionale; f) impossibilità di partecipare ad eventuali corsi di idoneità per l’emergenza sanitaria visto che l’accesso sembrerebbe subordinato alla collocazione in graduatoria regionale; g) violazione del decreto del Presidente della Repubbblica 270/2000 e del più recente Accordo collettivo nazionale 2005 per tutte le motivazioni su menzionate;
infine, avendo il responsabile dell’area di Coordinamento assistenza sanitaria rifiutato la richiesta di sanatoria definitiva dei ritardi con pubblicazione di un’unica graduatoria 2006, adducendo la motivazione che sia necessario procedere nel rispetto delle normative vigenti (che non cita) seguendo determinate fasi, si fa notare che tale soluzione è stata presentata e raccolta dai medici di medicina generale, da parte di un dirigente del settore assistenza sanitaria in veste di docente durante una lezione per il “Corso di formazione specifica per la medicina generale” nell’aprile 2004 quando asseriva che questa fosse l’intenzione della Regione; inoltre anche negli ambienti sindacali circolava fino a pochi mesi or sono lo stesso convincimento sull’orientamento dell’assessorato regionale come si può evincere da corrispondenza privata con responsabili FIMMG regionali,
si chiede di sapere:
come sia possibile che alla perentoria imposizione di obblighi contrattuali al professionista a pena di gravi sanzioni, non faccia riscontro un analogo rispetto dello stesso professionista da parte della pubblica amministrazione, al giudizio dell’interrogante, impunemente inadempiente;
se, al fine di tutelare i diritti dei medici di medicina generale campani, si possa procedere ad una sanatoria per portare la graduatoria al passo con l’anno in corso;
se i Ministri in indirizzo ritengano opportuno intervenire, secondo compiti e competenze, alla soluzione definitiva di questo problema così sentito da migliaia di medici campani e fino ad oggi trascurato da tutti gli organismi, politici e giuridici, rappresentativi del diritto e persino dagli enti preposti alla tutela della professione.