Pubblicato il 21 settembre 2005
Seduta n. 866
DONATI - Ai Ministri dell'ambiente e per la tutela del territorio, delle attività produttive e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
il Consiglio Nazionale dell'ANCI, l'associazione nazionale dei comuni italiani, ha annunciato che il 22 settembre 2005 i sindaci delle principali città italiane assumeranno provvedimenti di restrizione alle auto private, sottolineando la necessità di "sensibilizzare i cittadini e di rammentare al Governo il suo totale disimpegno sull'emergenza smog";
la data scelta dall'ANCI coincide con la giornata "In città senza la mia auto", campagna europea di promozione e sensibilizzazione per una mobilità urbana sostenibile, mentre i motivi della protesta dei Sindaci sono rivolti al Governo che non ha assunto risposte concrete per fronteggiare l'emergenza antismog: ad oggi, infatti, l'ANCI aspetta ancora di essere convocata dal Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio per la definizione degli stanziamenti da destinare per la lotta all'inquinamento dell'aria;
l'Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS, in uno studio recentemente pubblicato, ha fornito dati preoccupanti in merito agli effetti dell'inquinamento atmosferico in ambiente urbano, con particolare riferimento alle polveri sottili, dai quali emerge con allarmante chiarezza che l'inquinamento atmosferico da particolato fine (PM) accorcia in media la vita di ogni persona all'interno dell'Unione europea (UE) di 8,6 mesi e i valori salgono per l'Italia: 9 mesi di vita nel 2000;
lo stesso studio stima che nella UE, con la diminuzione della mortalità legata alla riduzione del PM fino all'anno 2020, si avrebbe un vantaggio monetario annuo compreso tra i 58 e i 161 miliardi di euro, mentre con la diminuzione delle malattie dovute al PM si risparmierebbero intorno ai 29 miliardi di euro l'anno;
in Italia le cifre relative oscillerebbero da 9 a 23 miliardi di euro l'anno e fino a 5 miliardi di euro l'anno, rispettivamente. Calcolando insieme il costo degli anni di vita persi, si arriverebbe a risparmiare fino a 28 miliardi di euro l'anno;
tenuto conto, inoltre, che:
secondo un recente studio della Commissione europea, all'inquinamento atmosferico sono attualmente riconducibili circa 350.000 morti premature l'anno in Europa;
a fronte dei dati emersi da tali ricerche, il Commissario europeo all'ambiente Stavros Dimas ha dichiarato che il prezzo più alto dell'inquinamento atmosferico è quello che si paga in termini di vite umane e che, "se l'UE non prenderà provvedimenti straordinari, nel 2020 ci saranno ancora 270.000 morti" (lancio agenzia ANSA del 16 settembre 2005);
considerato che:
a fronte di un problema così grave e serio come quello della salute dei cittadini, il Governo, nel periodo 2001-2005, non ha provveduto a realizzare un programma di interventi strutturali e radicali per fronteggiare le criticità derivanti dalla congestione da traffico nelle aree urbane, ma ha invece concentrato gli investimenti in opere autostradali che aumentano soltanto il traffico autostradale e, conseguentemente, le emissioni derivanti dai veicoli;
di quasi 55 miliardi di euro di investimenti, approvati dal CIPE per le opere della "legge obiettivo", solo il 6% di queste risorse (pari a 3,2 miliardi di euro) sono state destinate al miglioramento delle infrastrutture "urbane'' e cioè destinate a reti metropolitane;
i contributi ai privati cittadini per l'acquisto di veicoli elettrici, a metano e GPL e la conversione a metano e a GPL di autoveicoli a benzina, previsti dall'art. 1, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 1997, n. 324, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 novembre 1997, n. 403, e successivi rifinanziamenti, risultano ormai esauriti dal 16 settembre 2004;
tenuto conto che:
il Governo, nello scorso mese di aprile, riferendo in Parlamento sui temi relativi all'inquinamento atmosferico e alle politiche di mobilità sostenibile attuate per contrastarne gli effetti, ha sottolineato "l'impegno finora dimostrato dal Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio, che ha indirizzato tutti i fondi ad esso assegnati dal Governo per promuovere politiche condivise con l'ANCI in materia di mobilità e di sviluppo sostenibile" e ha dichiarato che, al fine di attuare politiche di mobilità sostenibile e di riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle aree urbane, la legge delega in materia ambientale (legge n. 308/2004) ha previsto 100 milioni di euro per il rifinanziamento degli accordi di programma in materia di miglioramento della qualità dell'aria, anche attraverso l'utilizzo e l'incentivazione di veicoli a minimo impatto ambientale;
il Governo, nella medesima sede, ha altresì, dichiarato che ulteriori risorse sono state stanziate per il miglioramento delle flotte destinate al trasporto pubblico con il decreto-legge del 21 febbraio 2005, n. 16, mediante l'istituzione di un fondo per far fronte alle esigenze di tutela ambientale con una dotazione di 140 milioni di euro a decorrere dal 2006 e che "è stato inoltre predisposto, in accordo con l'ANCI, un bando a favore dei comuni, che promuove progetti di razionalizzazione della mobilità in ambiente urbano", finanziato con circa 10 milioni di euro, in parte derivanti da revoche di fondi che il Ministero ha operato nei confronti di comuni che non erano stati in grado di realizzare progetti precedentemente finanziati;
considerato che:
ad oggi risulta che, dei programmi precedentemente citati, e su cui il Governo aveva annunciato impegni precisi, è stato rifinanziato soltanto l'Accordo di Programma ANCMA, per 50 milioni di euro, per gli incentivi ai privati cittadini all'acquisto di ciclomotori Euro 2;
il nuovo Accordo con ANCMA, pur riconoscendo ai privati un contributo statale di 250 euro per l'acquisto di ciclomotori 50 cc., non prevede la contestuale rottamazione dei vecchi ciclomotori più inquinati, e non tiene, pertanto, in considerazione l'effettiva esigenza delle città italiane di combattere le polveri sottili,
si chiede di sapere se i Ministri competenti :
abbiano intenzione di procedere alla ripartizione, tra gli accordi di programma sopraccitati, dei fondi stanziati dalla legge delega, al fine di promuovere modalità di trasporto ad "effettivo ridotto impatto ambientale";
intendano rifinanziare la legge n. 366 del 1998 al fine di promuovere e favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica quale modalità di trasporto sostenibile;
non ritengano che i sopra menzionati 10 milioni di euro, destinati alla realizzazione di interventi di razionalizzazione della mobilità in ambito urbano, rappresentino una cifra risibile, a fronte delle gravi emergenze di inquinamento atmosferico che i Comuni si trovano a fronteggiare;
intendano dar seguito effettivamente agli impegni presi con l'ANCI e con i Comuni provvedendo, per tempo, all'elaborazione di un programma condiviso e integrato che affronti e prevenga le emergenze invernali relative all'inquinamento atmosferico nelle aree urbane, con particolare riferimento alle polveri sottili;
abbiano intenzione di rifinanziare il programma di incentivi ai privati cittadini per l'acquisto di mezzi a basso impatto e per la conversione di auto a GPL o metano, di cui al già citato art. 1, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 1997, n. 324, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 novembre 1997, n. 403, e successivi rifinanziamenti;
non ritengano indispensabile e prioritario incentivare l'utilizzo del trasporto pubblico locale nelle città, anche mediante la defiscalizzazione degli abbonamenti e l'incentivazione della diffusione del "ticket trasporto" per i dipendenti delle aziende private e pubbliche che rinunciano all'utilizzo dell'auto privata per recarsi a lavoro;
non ritengano fondamentale aumentare i fondi destinati al rinnovo e all'ampliamento del parco autobus nelle città al fine di migliorare le flotte pubbliche e la qualità dell'offerta del trasporto pubblico locale e, contestualmente, ridurre le emissioni derivanti dall'utilizzo di mezzi inquinanti ed obsoleti;
non ritengano opportuno incrementare le risorse da destinare alle città metropolitane per interventi strutturali, come ad esempio quelli previsti dalla legge 211/92 per la realizzazione di reti tramviarie e metropolitane, in grado di risolvere efficacemente i problemi relativi all'inquinamento atmosferico derivanti dal traffico e dalla congestione.