Pubblicato il 20 settembre 2005
Seduta n. 864
DANIELI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
le leggi di modifica costituzionale 17 gennaio 2000, n. 1, e 23 gennaio 2001, n. 1, hanno istituito la "circoscrizione estero" per l'elezione delle Camere, assegnando sei seggi per il Senato della Repubblica e dodici seggi per la Camera dei deputati;
l'articolo 3 della legge costituzionale 23 gennaio 2001, n. 1, ha inoltre disposto, in via transitoria, che "1. In sede di prima applicazione della presente legge costituzionale ai sensi del terzo comma dell'articolo 48 della Costituzione, la stessa legge che stabilisce le modalità di attribuzione dei seggi assegnati alla circoscrizione estero stabilisce, altresì, le modificazioni delle norme per l'elezione delle Camere conseguenti alla variazione del numero dei seggi assegnati alle circoscrizioni del territorio nazionale. 2. In caso di mancata approvazione della legge di cui al comma 1, si applica la disciplina costituzionale anteriore";
la legge 27 dicembre 2001, n. 459, ha attuato, ma solo parzialmente, la previsione costituzionale (anche con il successivo regolamento adottato con decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, n. 104);
infatti, la legge citata non ha realizzato proprio la condizione essenziale per la piena realizzazione delle modifiche costituzionali in questione e cioè :"le modificazioni delle norme per l'elezione delle Camere conseguenti alla variazione del numero dei seggi assegnati alle circoscrizioni del territorio nazionale";
in occasione della crisi del II Governo Berlusconi, e in relazione alle ipotesi di elezioni anticipate, riprende il dibattito sul voto all'estero, che vede tra l'altro anche le sollecitazioni del Capo dello Stato finalizzate a dare piena attuazione al dettato costituzionale;
superata la crisi, nella prima riunione del 23 aprile 2005 il Consiglio dei ministri delibera, come si legge testualmente nel comunicato rilasciato: "su proposta del Presidente del Consiglio Berlusconi e del Ministro dell' interno Pisanu: un decreto-legge per rimuovere un'anomalia in base alla quale, a legislazione elettorale vigente, nel Molise non risulta possibile assegnare alcun seggio in quota proporzionale. Tenuto conto dell'ultimo censimento e della nuova circoscrizione per il voto degli italiani all'estero, il Molise perderebbe l'unico seggio per la Camera finora assegnato in quota proporzionale. Il decreto-legge si è reso quindi necessario per rimuovere tale anomalia in attesa della generale revisione dei collegi uninominali. Le disposizioni saranno comunque applicate esclusivamente in caso di scioglimento anticipato delle Camere e soltanto per le prime elezioni politiche;
il decreto-legge 26 aprile 2005, n. 64, viene convertito della legge 25 giugno 2005, n. 110, nonostante vari tentativi in sede parlamentare di ostacolarne l'iter o di svuotarne la portata, ma con l'introduzione di una disposizione che ne stabilisce l'applicabilità: "esclusivamente in caso di scioglimento anticipato delle Camere entro il 30 settembre 2005 e soltanto per le prime elezioni politiche che si svolgeranno dopo la data di entrata in vigore del presente decreto, nel caso in cui non si sia ancora concluso il procedimento di revisione dei collegi.";
nell’audizione alla Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati del 4 maggio 2005, il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu afferma: "faccio presente che a questa (...) chiave transitoria si ispira, in sostanza, il decreto-legge emanato dal Governo nei giorni scorsi per evitare l´ipotesi che il permanere del dubbio interpretativo (sull' art. 22 della legge n. 459 del 2001) impedisse un eventuale voto anticipato. Come sapete il provvedimento, ora al vostro esame, è stato adottato con il consenso di tutti i gruppi politici (...). In relazione ai contenuti del decreto, mi limito a sottolineare che il testo, se da una parte risolve il problema del Molise (...), dall´altra non considera invece la questione (...) degli scostamenti anomali (...), difficile da risolvere con un simile provvedimento d’urgenza. Si tratta quindi di vere e proprie norme eccezionali varate esclusivamente per fronteggiare una situazione di emergenza che si sarebbe potuta verificare nel giro di pochi giorni, cioè lo scioglimento anticipato delle Camere. Va da sé che, proprio per queste ragioni, il decreto-legge non può essere emendato se non col consenso di tutti i gruppi parlamentari e politici che lo hanno avallato (...). La soluzione della crisi di Governo consente ora di riprendere il lavoro in maniera più distesa. I tempi a disposizione impongono comunque una scadenza il più possibile ravvicinata per la conclusione del procedimento di revisione dei collegi. A questo proposito, e con riferimento agli scostamenti (...) anomali, segnalo che, come è facile verificare sulla base dei dati dell’Istat, in alcuni casi lo scarto dalla consistenza demografica media circoscrizionale arriva al 36 per cento in eccesso e al 26 per cento in difetto, con una disparità tra collegio e collegio che (...) sfiora il rapporto di uno a due, mettendo evidentemente in crisi il principio del voto “uguale” stabilito dall´art. 48 della Costituzione. Per nostra fortuna il numero di questi collegi è piuttosto limitato: per esempio, quelli che si discostano dalla media più del 20% sono 21 alla Camera e 4 al Senato. Sono invece 36 alla Camera e 15 al Senato i collegi con scostamenti superiori al 15 per cento. Come è noto, lo scostamento massimo oggi consentito dalla legge elettorale è del 10 per cento";
il 9 settembre 2005 nella riunione del Consiglio dei ministri "il ministro Pisanu ha illustrato i contenuti di uno schema di disegno di legge delega (...) per la revisione di taluni collegi elettorali (a seguito del censimento 2001) e per l'applicazione della legge sul voto degli italiani all'estero";
il 16 settembre 2005 il Consiglio dei ministri non esamina il disegno di legge concernente disposizioni in materia di revisione dei collegi uninominali per l’elezione della Camera e del Senato, che pure figurava all'ordine del giorno;
nonostante le modifiche costituzionali siano del gennaio 2001 e la legge di attuazione del 27 dicembre 2001, il Governo ha atteso quasi quattro anni, e peraltro solo nell'emergenza dettata da possibili elezioni anticipate, per incominciare ad affrontare parzialmente la questione della realizzabilità del voto nella circoscrizione estero;
gravi lacune permangono nel processo di allineamento tra le due banche dati (Anagrafe consolare e Aire) al fine di individuare con esattezza e nella maniera più vasta possibile il corpo elettorale nella circoscrizione estero; infatti, in occasione dell' ultima consultazione referendaria il Ministro dell' interno il 2 giugno 2005 comunica che 4.026.403 sono gli italiani all'estero figuranti complessivamente negli schedari consolari, che non hanno però valore legale per l'ammissione al voto; 3.439.846 sono gli italiani all'estero che risultano negli elenchi comunali AIRE, la presenza nei quali è invece condizione legalmente indispensabile per essere ammessi al voto; 2.665.081 sono gli italiani all'estero che figurando nell'AIRE, e possedendo tutti gli altri requisiti di legge a partire dalla maggiore età, potranno partecipare al voto, aggiungendo: "quest'ultima cifra è il risultato di una scrupolosa verifica che si è conclusa il 26 maggio scorso sulla base di un precedente accertamento...";
solo pochi giorni più tardi, in occasione dell' Assemblea generale del C.G.I.E , il Ministero degli affari esteri comunica che sono ancora circa 700.000 i nominativi (di residenti, non di elettori) che risultano nell’AIRE dei comuni e che non risultano nell’anagrafe consolare, e sono 1.300.000 quelli che risultano nell’anagrafe consolare ma non risultano nell’AIRE dei comuni. Si decide così di avviare una "iniziativa risolutiva" consistente nello svolgere a brevissima scadenza una operazione di mailing, cioè inviare una lettera ad ognuno di coloro, circa due milioni, che fanno parte di questi due gruppi. Tale operazione di mailing, svolta a pochi mesi dalla scadenza elettorale, dovrà poi completarsi con il concreto aggiornamento dell'AIRE, se saranno sufficenti le poche settimane disponibili prima dell'avvio delle procedure elettorali;
tali incongruenze peraltro si riflettono, anche nella attribuzione di 10 dei 18 seggi, alle quattro ripartizioni della circoscrizione estero, che come previsto dalla legge avviene in base alla consistenza demografica degli elettori;
la riforma della legge elettorale per l'elezione del Parlamento ha subito una forte accelerazione con la proposizione da parte dei gruppi parlamentari di maggioranza di emendamenti che prefigurano un sistema radicalmente diverso dall'attuale, in senso proporzionale con la soppressione dei collegi maggioritari,
si chiede di sapere:
quali siano le ragioni del mancato esame del provvedimento previsto all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 16 settembre 2005 in tema di disposizioni in materia di revisione dei collegi uninominali;
se tale mancato esame sia riconducibile al dibattito politico ed ai lavori parlamentari sulla modifica delle norme elettorali per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
se, a legislazione vigente ed in assenza del provvedimento di "revisione dei collegi uninominali per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e per l'applicazione della legge sul voto degli italiani all'estero", annunciato dal Ministro dell'interno, su proposta della "Commissione Biggeri", gli italiani residenti all'estero potranno esercitare il diritto di voto costituzionalmente previsto per le elezioni legislative eleggendo nella relativa circoscrizione i dodici deputati ed i sei senatori;
quali siano gli ulteriori adempimenti in corso di realizzazione o previsti ed i relativi tempi di esecuzione per "allineare" i dati del corpo elettorale tra le banche dati "AIRE" e "Anagrafe Consolare", e quando conseguentemente si preveda che potrà essere definitivamente operata la corretta assegnazione dei dieci seggi sui diciotto della circoscrizione estero, assegnati in base alla consistenza demografica del corpo elettorale nelle quattro ripartizioni geografiche.