Pubblicato il 14 novembre 2023, nella seduta n. 124
BEVILACQUA - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. -
Premesso che:
la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio per il 2022), all’art. 1, commi 980 e seguenti, ha previsto un divieto totale di allevamento, la riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia;
la medesima legge ha previsto che, in deroga a tale divieto, gli allevamenti autorizzati (esclusivamente di visoni) potessero continuare a detenere gli animali già presenti nelle proprie strutture esclusivamente per il periodo necessario alla dismissione delle stesse e comunque non oltre il 30 giugno 2022, fermo restando il divieto di riproduzione degli animali;
come noto, al fine di indennizzare detti allevamenti, la legge di bilancio per il 2022 ha istituito presso il Ministero dell'agricoltura un fondo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Per erogare tale somma, l’individuazione dei criteri e delle modalità di corresponsione dell'indennizzo veniva demandata a un decreto, che doveva essere adottato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore di detta legge, del Ministro delle politiche agricole, di concerto con il Ministro della salute e il Ministro della transizione ecologica, sentite le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano;
tale decreto interministeriale, recante “Criteri e modalità di corresponsione dell'indennizzo, a favore dei titolari degli allevamenti di visoni (Mustela viso o Neovison vison), volpi (Vulpes vulpes, Vulpes Lagopus o Alopex Lagopus), cani procione (Nyctereutes procyonoides), cincillà (Chinchilla laniger) e di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia”, è stato adottato solamente il 30 dicembre 2022 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 4 marzo 2023;
tuttavia, il suddetto decreto non ottempera pienamente a quanto previsto dall’art.1, comma 984, della legge di bilancio per il 2022 rispetto all’eventuale cessione degli animali e detenzione, con obbligo di sterilizzazione, presso strutture autorizzate, accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute;
infatti, come ricordato dal Sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste in risposta ad un atto di sindacato ispettivo dell’interrogante, nel corso della seduta di Aula del 26 gennaio 2023, dovevano ancora essere approvati requisiti strutturali e gestionali, come pure le modalità di attuazione degli interventi di sterilizzazione, da definirsi mediante un decreto da adottare di concerto con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministero della salute, le Regioni e le Province autonome, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto interministeriale, dunque entro giugno 2023;
considerato che:
a quanto risulta, una bozza del decreto che avrebbe dovuto introdurre i requisiti strutturali e gestionali necessari alla cessione degli animali a strutture autorizzate in preferenza gestite da associazioni animaliste riconosciute, anch’essa datata 30 dicembre 2022, è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZSVe) per ricevere un parere;
l’IZSVe ha fornito riscontro a tale richiesta in data 4 maggio 2023, fornendo un parere che indicava la necessità di mantenere gli animali in gabbia e dava i requisiti strutturali delle stesse e delle strutture ospitanti, nonché i requisiti di biosicurezza e quelli gestionali. Inoltre, a seguito di richiesta di specifica rispetto alla possibilità di detenzione di visoni a terra, all’interno di recinzioni opportunamente costruite e arricchite, lo stesso Istituto affermava, con precisazione del 15 settembre 2023, di ritenere la vita in gabbia quale metodo più appropriato;
considerato inoltre che:
l’allevamento di visoni allevati con lo scopo di produrre pellicce è stato vietato tanto per la crescente sensibilità sociale verso le sofferenze degli animali non umani, quanto per il rischio che questi allevamenti pongono dal punto di vista sanitario;
i visoni detenuti all’interno degli allevamenti, che attualmente risultano in numero maggiore a 1.500 nei tre allevamenti che ancora detengono animali, continuano a condurre una vita che risulta non in linea con il loro benessere e rispetto delle loro caratteristiche etologiche e la loro sofferenza rischia di prolungarsi ancora a lungo, laddove si consideri che tali animali, se detenuti in cattività, possono vivere anche oltre i 10 anni;
continuano a essere riscontrati casi di contagio da Sars-CoV-2 all’interno di allevamenti di visoni, come accaduto a Calvagese della Riviera (Brescia), situazione che ha comportato l’abbattimento di oltre 1.500 animali ai sensi dell’ordinanza del Ministero della salute del 3 maggio 2023, o i casi mortali di influenza aviaria registrati in un allevamento di visoni in Spagna risalente a ottobre 2022, identificati anche grazie al lavoro proprio dell’IZSVe e comunicato a gennaio 2023;
considerato infine che ai sensi del citato decreto interministeriale del 30 dicembre 2022, gli allevatori continuerebbero a percepire indennizzi per la gestione e la cura degli animali vivi ancora in allevamento pari ad euro 3 per animale al mese e, per gestione e cura dell'impianto operativo in presenza di animali, euro 2 per animale al mese,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda operarsi per giungere, nel più breve tempo possibile, all’adozione del secondo decreto interministeriale che stabilisca requisiti strutturali e gestionali necessari a permettere l’adozione di almeno una parte dei visoni ancora detenuti presso gli allevamenti, ponendo la parola finale a questa attività anacronistica e garantendo la possibilità ai visoni ancora rimasti in vita di condurre un’esistenza che rispetti il loro benessere e le loro caratteristiche etologiche.