Pubblicato il 6 ottobre 2004
Seduta n. 668
SODANO TOMMASO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
Francesco Iacomino, 33 anni, è stato abbandonato ancora agonizzante sul ciglio di una strada, ad Ercolano, nel Napoletano, dopo essere precipitato da un’impalcatura di un cantiere dove probabilmente lavorava in nero; trovato nelle prime ore del mattino del 4 ottobre 2004 è stato soccorso, ma è morto durante il trasporto in ospedale;
sembrerebbe che Francesco Iacomino stesse lavorando nel canterie delle ex officine Fiore di Ercolano, dove attualmente sono in corso attività di dismissioni degli impianti prima della realizzazione di un complesso universitario. Stava facendo una saldatura quando è scivolato giù dall'impalcatura, facendo un volo di quindici metri;
secondo un'indagine dell'Istat del 2002 ben tre milioni e 437.000 lavoratori italiani risulterebbero "non regolari" e lavorerebbero in nero;
i tassi di lavoratori in nero, sempre secondo l'Istat, sarebbero del 30% in Calabria, del 25% in Campania e del 20% in Sicilia sul totale degli occupati; mentre risulterebbero il 9,5 % al Nord- Ovest e il 10,3% al Nord-Est; il Centro sarebbe al 13,3%,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che la morte dell'operaio Francesco Iacomino rappresenti la tragica conferma dell'esistenza della piaga del lavoro in nero e dello stilicidio di vite umane che esso causa;
se non valuti che il lavoro non regolare favorisca oggettivamente attività illegali;
se non valuti che l'INPS debba rafforzare la sua azione ispettiva presso le aziende per verificare il rispetto della legge;
se non ritenga di avviare, alla luce delle centinaia di morti che si verificano ogni anno in Italia, un'indagine ministeriale per monitorare il fenomeno del lavoro nero e per individuare misure efficaci di contrasto.