Pubblicato il 5 febbraio 2019, nella seduta n. 87
LANNUTTI , CORBETTA , COLTORTI , NATURALE , GIARRUSSO , ROMANO , LEONE , DI NICOLA - Ai Ministri della giustizia, dell'economia e delle finanze e dell'interno. -
Premesso che:
la società Equitalia Giustizia SpA è stata costituita nel 2008 (art. 1, comma 367, della legge n. 244 del 2007) come una delle società del gruppo Equitalia SpA (ora Agenzia delle entrate riscossione) con l'obiettivo di razionalizzare ed efficientare i processi di lavorazione delle somme amministrate dal "sistema giustizia" attraverso l'articolazione in due rami d'azienda per la gestione, rispettivamente del Fondo unico giustizia (FUG) e dei crediti di giustizia;
per effetto della modifica normativa introdotta dal decreto-legge n. 193 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 225 del 2016, art. 1, comma 11 lett. b), in data 28 giugno 2017, Equitalia SpA ha ceduto l'intero pacchetto azionario di Equitalia Giustizia al Ministero dell'economia e delle finanze, e che per quanto espressamente sancito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 giugno 2017 è diventata una società in house del Ministero della giustizia, che esercita il "controllo analogo" attraverso un apposito comitato costituito da autorevoli magistrati attualmente ai vertici di strutture del Ministero stesso;
per 9 anni la società ha sempre raggiunto i propri obiettivi con piena soddisfazione dei vertici di Ministero della giustizia ed operatori interessati, con bilanci risultati sempre in utile;
in data 28 luglio 2017 l'assemblea degli azionisti ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione, composto da 3 membri di cui il presidente su designazione del Ministero dell'economia e l'amministratore delegato, Paolo Bernardini, commercialista, residente a Sarzana (La Spezia) su designazione del Ministro pro tempore della giustizia Andrea Orlando;
considerato che, per quanto risulta agli interroganti:
l'organizzazione aziendale e la gestione delle risorse umane non appaiono improntate a principi di efficienza, come peraltro indicato dallo stesso Ministero della giustizia nella direttiva n. 3 del 16 maggio 2018 in tema di recupero di efficienza organizzativa e assunzione di personale;
l'amministratore delegato, all'atto del suo insediamento, ha riconosciuto a talune risorse un aumento di retribuzione che non trovava alcuna giustificazione e costituiva, pertanto, un aggravio di costi a carico del Ministero della giustizia;
sigle sindacali del Ministero della giustizia hanno più volte puntato il dito sul "grande carrozzone" in cui è stata trasformata Equitalia Giustizia;
con i commi 471 e 472 dell'art. 1 della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio per il 2018), è stata normata la confluenza nel Fondo unico giustizia di nuove risorse finanziarie riconducibili alle procedure concorsuali, esecutive e in sequestro conservativo e che lo stato generale di crisi della società ha fatto sì che a tale previsione normativa non sia stato dato seguito;
dall'esame del bilancio 2017 della società emerge una perdita di esercizio di circa 2,4 milioni di euro e, da notizie pervenute anche dagli uffici giudiziari, risulta che durante il corso dell'ultimo anno, con l'attuale gestione, si è avuto un aggravio del magazzino dei crediti di giustizia di oltre il 50 per cento;
nonostante le gravi criticità e i ritardi riscontrati nel ramo recupero crediti, il responsabile della funzione "Produzione crediti di giustizia" sarebbe stato premiato con l'attribuzione della responsabilità di altre due importanti strutture aziendali (risorse umane e organizzazione) distraendolo, inevitabilmente, dagli importanti impegni sottesi alla gestione dei crediti;
articoli di stampa (in particolare "la Repubblica", edizione di Genova, del 28 ottobre 2017) richiamavano gravi errori di Equitalia Giustizia riconducibili alla gestione del recupero crediti conseguente alle note vicende processuali del G8 di Genova, relativamente ai fatti della caserma "Diaz" (per un importo complessivo di circa un milione di euro solo per i fatti della caserma), conclusa con un cospicuo contenzioso promosso dagli imputati condannati, stante l'erroneità della quantificazione operata da Equitalia Giustizia in via solidale anziché pro quota, in violazione dell'art. 535 del codice di procedura penale;
numerose sentenze hanno accolto le doglianze dei ricorrenti, confermando l'erronea quantificazione delle spese di giustizia le cui cartelle relative al G8 sono state pagate dal Ministero dell'interno, impropriamente notificate quale coobbligato, determinando la grottesca situazione dello Stato che paga a sé stesso;
a quanto risulta, la gestione del personale non appare orientata ai canoni di efficienza e qualità della pubblica amministrazione, ma ispirata ad arbitrarietà, come nel caso del collocamento a riposo (senza il dovuto preavviso di 8 mesi) di un dirigente con pluriennale esperienza presso la Procura di Milano che aveva contribuito in modo rilevante a costituire il Fondo unico giustizia, al quale sarebbe stato corrisposto un indennizzo di circa 85.000 euro di costo aziendale configurando danno erariale, in quanto la società non ha beneficiato della corrispondente prestazione lavorativa, o la responsabilità della struttura di staff "Analisi e Ricerche" ad un altro dirigente con funzioni marginali che percepisce la più alta retribuzione aziendale (circa 200.000 euro annui), già oggetto di interpellanza parlamentare in data 19 settembre 2017 (2-01939 della XVII Legislatura alla Camera dei deputati) che evidenziava la notizia allarmante delle vicende penali a suo carico,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo ritengano compatibile che l'amministratore delegato di una società pubblica continui a essere titolare di uno studio professionale di commercialista, assolvendo l'incarico pubblico a tempo parziale, pur percependo una retribuzione adeguata allo svolgimento di una funzione continuativa, prevalente e abituale;
se tale "promiscuo" incarico dell'amministratore delegato possa aver influito sulla cattiva performance aziendale in termini di accumulo delle pratiche da lavorare, caos organizzativo interno e cattiva gestione, denunciata anche dagli uffici giudiziari e dai sindacati del Ministero della giustizia;
se, nell'organigramma aziendale voluto dall'attuale amministratore delegato, sia compatibile la creazione di un ufficio Analisi e ricerche, costituito ad hoc e dalle incomprensibili utilità, affidato a un dirigente super pagato proveniente da Equitalia, contro il quale è in corso un procedimento penale, già oggetto di atto di sindacato ispettivo;
quali iniziative intendano assumere relativamente alla questione del G8 di Genova, per consentire allo Stato di rivalersi finalmente sui condannati, anziché sullo Stato stesso a causa di cartelle erroneamente notificate da Equitalia Giustizia al Ministero dell'Interno e da quest'ultimo pagate;
quali iniziative intendano attivare per recuperare l'errore di Equitalia Giustizia che ha saldato, all'Agenzia delle entrate, il debito di Massimo Giacomini con fondi appartenenti a Marco Giacomini, il quale ha agito giudizialmente nei confronti di Equitalia Giustizia, per il recupero delle somme erroneamente versate pari a circa 2,4 milioni di euro;
quali urgenti iniziative il Ministro della giustizia, in quanto titolare del controllo analogo, e il Ministro dell'economia, in quanto azionista della società, intendano adottare al fine di ripristinare una gestione efficiente della società, nel quadro della vigente normativa sulle società partecipate pubbliche, evitando incompatibilità di incarichi, eventuali danni per l'erario nonché conflitti di interessi.