Pubblicato il 12 settembre 2017, nella seduta n. 872
ARRIGONI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
mercoledì 2 agosto 2017, presso il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione si è tenuta l'audizione del direttore dell'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), dottor Federico Soda;
nel corso dell'audizione, si è appreso che, come anche riportato dal recente rapporto "La tratta di esseri umani attraverso la rotta del Mediterraneo centrale", tra i primi 15 Paesi per provenienza degli stranieri giunti in Italia via mare nel 2016, il primo sarebbe stato la Nigeria, seguita da Eritrea, Guinea e Costa d'Avorio;
si è, altresì, avuta notizia che l'OIM starebbe per "ricevere un finanziamento di 18 milioni di euro dall'Italia per la Libia, di cui 2 milioni saranno dedicati a un miglioramento delle condizioni dei centri di detenzione. Gli altri 16 saranno 8 per attività di stabilizzazione nel Sud e 8 per rimpatri volontari assistiti";
in particolare, secondo quanto emerso nel corso dell'audizione, lo scorso anno pare che siano stati realizzati più di 110.000 rimpatri volontari assistiti dall'Europa, di cui più di 50.000 solo dalla Germania e, dal luglio 2016, 500 dall'Italia, con un totale di 3.600 dal 2008 al 2015;
pertanto, raffrontando tali dati è di tutta evidenza la differenza in termini numerici tra i rimpatri volontari assistiti operati dall'Italia rispetto agli altri Paesi europei;
sempre secondo quanto riferito dal dottor Soda, tale differenza sarebbe dovuta alla circostanza che il programma di rimpatrio volontario assistito non sarebbe abbastanza "valorizzato" dall'Italia né "riconosciuto come un elemento integrale della gestione dei flussi, come lo è (invece) in altri Paesi europei, ad esempio la Germania, l'Olanda, il Belgio e quasi tutti gli altri";
inoltre, la differenza evidenziata sui numeri dei rimpatri volontari assistiti non sarebbe riconducibile alla quantificazione dei bonus corrisposti agli immigrati che intendano fare ritorno nel proprio Paese di origine, bensì sarebbe una "questione che riguarda le procedure e il sistema complessivo",
si chiede di sapere:
se le risorse indicate e destinate all'OIM per i rimpatri volontari assistiti siano state assegnate una tantum, inoltre, se siano valevoli solo per l'anno in corso o per più anni;
se oltre all'OIM siano state individuate, e secondo quale criterio, altre associazioni o organizzazioni per lo sviluppo del programma di rimpatrio volontario assistito;
quali siano in Italia le risorse di cui beneficiano gli immigrati che scelgono di rientrare nel Pese di origine;
quanti, negli ultimi 5 anni, siano stati i rimpatri volontari assistiti effettuati in Italia e le risorse di finanziamento a ciò destinate annualmente, anche a confronto con agli altri Stati europei;
quali siano le procedure ed il sistema adottato in Italia per l'esecuzione dei rimpatri volontari assistiti e, in particolare, quali siano le differenze rispetto alle procedure adottate dagli altri Stati europei;
se il Ministro in indirizzo intenda maggiormente valorizzare il programma di rimpatrio con l'obiettivo di aumentare i rimpatri volontari assistiti.