Pubblicato il 19 luglio 2017, nella seduta n. 862
CANDIANI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
la vicenda della Perugina, storica azienda del "Bacio", controllata dalla multinazionale Nestlè, che ha annunciato 340 esuberi, ha a parere dell'interrogante dell'incredibile;
sembra che il licenziamento sia la conseguenza del piano industriale firmato nel 2016 dai sindacalisti, che oggi affermano di non averlo capito;
secondo la ricostruzione pubblicata sul quotidiano "La verità" del 18 luglio 2017, "L'anno scorso l'azienda svizzera proprietaria del marchio ha annunciato un piano industriale con un investimento di 60 milioni di euro in tecnologia e robotizzazione, che conteneva al tempo stesso una ristrutturazione con l'obbligo di ricollocazione solo per il 70% degli 819 addetti alla produzione. Il messaggio era chiarissimo, tagli in vista con l'industria 4.0 che avanza. Ma i sindacati territoriali e nazionali (soprattutto la Cgil) alla notizia dei 60 milioni avevano brindato e firmato di corsa l'accordo";
sembrerebbe, in altri termini, che i sindacati abbiano fatto intendere che fosse rientrata ogni problematica occupazionale, fino al comunicato ufficiale dell'amministratore delegato di Nestlè Italia, Leo Wencel, il quale ha ricordato che a "giugno 2018 terminerà il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, che non sarà più rinnovabile" e che, stante l'impossibilità di fare ricorso ulteriore ad ammortizzatori sociali, "emerge l'esigenza di procedere a un riequilibrio occupazionale";
tale "riequilibrio" è stimato, appunto, in circa 340 dipendenti, addetti alle attività di produzione e logistica, ai quali la notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno;
il maggiore sconcerto per i lavoratori è prendere coscienza del disinteresse per la loro sorte da parte dei sindacati e delle istituzioni, che hanno sottovalutato il piano industriale ed ignorato lo smantellamento di interi reparti produttivi, come quello della caramella "Rossana",
si chiede di sapere:
se e quali provvedimenti di propria competenza, anche in termini di moral suasion, il Ministro in indirizzo intenda adottare per la gestione della crisi e scongiurare il licenziamento di centinaia di lavoratori;
se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere per far luce sulla vicenda, con particolare riferimento ad eventuali responsabilità sindacali;
se non ritenga opportuno convocare urgentemente un tavolo istituzionale con tutte le parti coinvolte, al fine di individuare percorsi di salvaguardia dei livelli occupazionali.