Atto n. 3-03885 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 13 luglio 2017, nella seduta n. 859

BLUNDO , BOTTICI , MANGILI , LEZZI , BULGARELLI , MONTEVECCHI , SERRA , MORRA , GIARRUSSO , CAPPELLETTI , PUGLIA , LUCIDI , BERTOROTTA - Ai Ministri della salute e della giustizia. -

Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

la società cooperativa sociale a responsabilità limitata "Il Piccolo carro", iscritta al registro delle imprese di Perugia, gestisce varie strutture di accoglienza per minori nel territorio umbro e risulta autorizzata esclusivamente all'esercizio di attività socio-educativa. Nonostante ciò, la stessa cooperativa svolgerebbe da anni anche attività socio-sanitaria, pur non avendo ricevuto alcuna autorizzazione o accreditamento dalla Regione Umbria, accogliendo minori con disabilità fisica, psichica e sensoriale a fronte di rette molto più alte, quantificate in circa 400 euro giornaliere per ciascun minore, invece di 120 euro, importo previsto per le comunità socio-educative. Tali maggiori rimborsi hanno portato altissimi fatturati alla cooperativa "Il Piccolo carro", circa 5 milioni di euro annui, dei quali 3 milioni distribuiti annualmente tra i soci, cifre facilmente rinvenibili dai bilanci d'esercizio 2013, 2014, 2015. A seguito di ciò, è stata aperta anche un'inchiesta da parte della magistratura, ancora in corso, con ipotesi di reato di truffa a danno degli enti e di frode in pubblica fornitura a carico dei titolari della cooperativa;

sulla vicenda, in data 2 maggio 2017, si apprende dal sito "umbria24" che è intervenuto anche il TAR Umbria con sentenza del 21 marzo 2017, pubblicata il 2 maggio, che ha rigettato il ricorso della cooperativa "Il Piccolo carro" in riferimento alla comunità educativa per minori "Silo", sita ad Assisi. Nella sentenza si evidenzia il fatto che dai diversi sopralluoghi effettuati presso quest'ultima struttura è stata effettivamente riscontrata la presenza di minori con problematiche di carattere sanitario, nonostante la stessa non fosse in possesso dei requisiti abilitativi previsti dall'ordinamento vigente per l'accoglienza di bambini e ragazzi con problematiche di questo tipo. Nello specifico, si legge che il TAR Umbria ritiene "senz'altro sufficientemente comprovato l'inserimento nella struttura di ospiti con disabilità a fronte di atti pubblici e ispezioni condotte dagli organi ispettivi istituzionalmente preposti". Inoltre, mentre la legge prescrive un numero massimo di inserimenti di ospiti con disabilità, fissato da uno a 6 (da determinarsi ragionevolmente in rapporto agli ospiti presenti in ciascuna struttura) dai sopralluoghi effettuati dal gruppo tecnico è stato riscontrato un superamento di tale rapporto anche in misura eclatante ovvero in una proporzione di 4 a 9 o addirittura di 6 a 9;

considerato che:

già durante lo svolgimento di un'interrogazione, il 7 febbraio 2017, presso la XII Commissione permanente (Affari sociali) della Camera dei deputati, il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone, precisava che la Regione Umbria, dopo aver ricevuto una relazione del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda USL Umbria 1, aveva diffidato la cooperativa "Il Piccolo carro" dallo svolgimento di qualsiasi attività di tipo sanitario. Riferiva, inoltre, che le vicende della cooperativa erano già oggetto di indagine da parte del Nucleo antisofisticazioni e sanità dei Carabinieri di Perugia, proprio perché risultavano ospiti molti minori affetti da gravi patologie, circostanza che aveva di fatto trasformato le stesse in comunità terapeutiche senza che avessero ricevuto l'autorizzazione della Regione;

nonostante la suddetta sentenza e le precisazioni fornite dal sottosegretario Faraone, nel corso di un'ispezione effettuata dalla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo, e dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, il 30 giugno 2017, risultavano tuttavia presenti presso una delle struttura de "Il Piccolo carro", "L'Isola che non c'è", sita presso il comune di Ripa (Perugia), due minori con problematiche di tipo sanitario, di cui una minore affetta da disabilità grave. Inoltre, risulta agli interroganti che una minore, M.G.S., sia stata collocata in comunità in data 11 gennaio 2017, giorno in cui la struttura risultava ancora essere sotto sequestro, prima che si procedesse alla sua revoca;

considerato inoltre che:

come evidenziato da "umbria24" in data 20 settembre 2016, la cooperativa "Il Piccolo carro" è stata coinvolta in passato in altre situazioni poco chiare, come la scomparsa nel 2003 della minore Daniela Sanjuan, i cui resti furono tragicamente rinvenuti nel 2013 in un bosco, a poca distanza dalla struttura;

inoltre, il 1° luglio 2017 è stato pubblicato un articolo sulla versione cartacea del quotidiano "La Nazione", cronaca di Perugia, che riporta che una coppia di genitori, mai privati della loro responsabilità genitoriale, hanno denunciato presunti rapporti sessuali non protetti della figlia minorenne con altri minori all'interno della struttura "Silo" (la stessa oggetto della sentenza del TAR Umbria), la conseguente somministrazione da parte degli operatori di pillole anticoncezionali, al fine di evitare "spiacevoli gravidanze", atti di autolesionismo e un tentativo di fuga da parte della stessa minore. In sostanza i genitori "denunciano gli scarsi controlli nella struttura e chiedono chiarezza per capire cosa accadeva in quell'apparente oasi costellata da tanti, troppi interrogativi",

si chiede di sapere:

se il Ministro della salute, nei limiti delle proprie attribuzioni e di concerto con le aziende sanitarie locali territorialmente competenti, intenda individuare, mediante le opportune iniziative ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, le ragioni che hanno permesso e permettono alla cooperativa "Il Piccolo carro" di continuare ad ospitare minori affetti da problematiche di carattere sanitario, nonostante il TAR Umbria, nella sentenza citata, abbia stabilito il contrario;

se e quali eventuali misure e sanzioni intenda intraprendere per scongiurare il permanere della situazione evidenziata e impedire, nell'interesse dei minori ospitati e del principio di precauzione, che la cooperativa "Il Piccolo carro" possa ottenere nuove autorizzazioni, almeno fino a quando la situazione giudiziaria amministrativa e penale in capo alla stessa e ai titolari non sia totalmente chiarita;

se il Ministro della giustizia non ritenga urgente porre in essere le opportune iniziative ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, affinché siano verificati i fatti denunciati nell'articolo del 1° luglio 2017, pubblicato dal quotidiano "La Nazione", cronaca di Perugia, e siano assunti gli eventuali necessari provvedimenti.