IN SEDE REFERENTE

(1196) DISEGNO DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE - Riconoscimento dello Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est

(Esame e rinvio)

Il senatore Stefania CRAXI (FI-BP-PPE), relatore, illustra il disegno di legge, d'iniziativa popolare, recante il riconoscimento de jure da parte dell'Italia dello Stato di Palestina con capitale Gerusalemme Est. L'esame del provvedimento, ai sensi dell'articolo 74 del Regolamento del Senato, è previsto avvenga entro e non oltre un mese dal deferimento, per poi concludersi entro tre mesi dall'assegnazione, decorso il quale termine il disegno di legge viene iscritto d'ufficio nel calendario dei lavori dell'Assemblea.

Il provvedimento in esame è composto di 2 articoli. L'articolo 1, in particolare, dispone il riconoscimento formale da parte dell'Italia della Palestina, con capitale Gerusalemme Est, quale Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale. L'articolo 2, infine, stabilisce che il provvedimento entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Il relatore ricorda preliminarmente come l'Italia e la Palestina intrattengano da anni un rapporto consolidato, in linea con quell'azione di sostegno economico e politico che il nostro Paese ha da sempre assicurato al popolo palestinese. Pur in assenza di un riconoscimento formale della Palestina quale Stato sovrano, l'Italia, unitamente alla Comunità internazionale, si è sempre impegnata nei tentativi di individuare una soluzione giusta al conflitto israelo-palestinese, basata sul rispetto della legalità internazionale e dei diritti umani. Nel 2011, in particolare, l'Italia ha innalzato lo status della rappresentanza palestinese da "Delegazione Generale" a "Missione Diplomatica", in linea con l'orientamento espresso da larga parte dei partner europei, e dal 2012, da quando il nostro Paese ha votato a favore del riconoscimento della Palestina quale "Stato osservatore non membro" delle Nazioni Unite, il Governo italiano utilizza nei suoi documenti ufficiali il termine "Palestina", senza peraltro che la cosa implichi un riconoscimento effettivo di statualità. Il partenariato tra Italia e Palestina, ampio e diversificato, ha visto negli anni passati quale foro più significativo di confronto e approfondimento delle relazioni bilaterali un Comitato Ministeriale Congiunto, presieduto dai due Ministri degli Esteri, che è stato operativo dal 2012 al 2017 e che ha portato fra l'altro alla firma di alcuni accordi, fra l'altro in materia di cooperazione allo sviluppo.

Il relatore ricorda altresì come oltre al costante impegno diplomatico profuso nel corso degli anni, in una logica di azione necessariamente multilaterale, l'Italia abbia continuato a garantire un robusto sostegno alla popolazione palestinese, essendo tra i principali donatori della Palestina, finanziando numerose iniziative a dono, anche in collaborazione con l'Unione Europea e le altre Organizzazioni Internazionali. Fra i settori di intervento più rilevanti della cooperazione italiana a beneficio della popolazione palestinese si segnalano quelli della salute, della parità di genere e dell'imprenditoria, giovanile e femminile in particolare. La Programmazione della Cooperazione italiana riguardante le iniziative di sviluppo nell'anno 2023 prevedeva - oltre a progetti finanziati attraverso crediti di aiuto per un importo complessivo di circa 103 milioni di euro - anche ulteriori iniziative triennali per un valore complessivo pari a circa 29,6 milioni di euro nei settori della tutela dei minori vulnerabili, della promozione degli investimenti nel settore agroalimentare, dell'accesso all'istruzione dei rifugiati, della promozione del settore turistico e delle imprese e del rafforzamento istituzionale nel settore della protezione dei diritti umani.

Con riferimento al riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina quale realtà sovrana - oggetto precipuo del provvedimento in esame - l'Italia, consapevole dell'estrema delicatezza della materia, ha da sempre reputato più opportuno agire concordemente con i suoi tradizionali partner, europei ed internazionali, rinviando il momento del riconoscimento formale ad una fase successiva, in cui esso potrà offrire, in un contesto ampiamente condiviso sul piano della Comunità internazionale (anche in relazione alla preliminare necessità di definire i confini fisici effettivi con Israele e lo status della città d Gerusalemme), un contributo positivo ed effettivo al processo di pace a sostegno della soluzione "a due Stati" per i due popoli.

Questa linea è stata ribadita dal Parlamento anche in tempi recentissimi, dopo l'inizio della crisi prodottasi a seguito dei tragici fatti del 7 ottobre e la conseguente reazione israeliana. Rammenta, infatti, come la Camera dei deputati abbia da ultimo approvato lo scorso 4 luglio un apposito atto di indirizzo che impegna il Governo a continuare a profondere ogni sforzo diplomatico per sostenere l'attuazione del piano di pace nei termini previsti dalla risoluzione n. 2735(2024) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a continuare ad operare, anche attraverso l'iniziativa «Food for Gaza», affinché venga assicurata la costante e continua fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza, a collaborare con gli altri partner internazionali per coordinare e promuovere iniziative per una pace negoziata e duratura tra Israele e Palestina, nonché a sostenere nelle opportune sedi europee e internazionali iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato di Palestina nel quadro di una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che possano riconoscersi reciprocamente e vivere fianco a fianco in pace e sicurezza.

Condividendo questa tradizionale linea di cautela e di buon senso da parte della politica italiana, il relatore ritiene che il presente disegno di legge, qualora approvato, non offrirebbe un contributo fattivo alla costruzione di condizioni più favorevoli alla pacificazione effettiva del Medio Oriente, ma accentuerebbe ulteriormente la frammentazione delle posizioni dei Paesi membri dell'Unione europea in materia, non giovando in primo luogo proprio alla causa di un popolo, quello palestinese, che, in questo momento, ha più bisogno di costruttori di pace che di tifoserie.

Il presidente Stefania CRAXI dichiara, quindi, aperta la discussione generale.

Il senatore MENIA (FdI) interviene brevemente per esprimere il proprio apprezzamento verso la relazione testé svolta.

Secondo il senatore Ettore Antonio LICHERI (M5S), è giunto il momento di superare l'ipocrisia che caratterizza il dibattito, nazionale ed internazionale, su un tema pur complesso e ampio come quello del riconoscimento dello Stato di Palestina. In particolare, occorre prendere atto che, a fronte di quello che ormai è diventato un mero slogan, "due popoli, due Stati", ci si trova di fronte ad una situazione de facto che vede l'esistenza di due popoli ma di una sola entità statale.

Pertanto, diventa imperativo dare avvio ad un passaggio preliminare, di natura squisitamente giuridica, che si concreti nel riconoscimento de iure, da parte dei singoli membri della comunità internazionale, dello Stato palestinese, come preconizzato dal disegno di legge in disamina.

Auspica, quindi, anche da parte dell'Italia, quello che può essere definito un "sussulto di giuridicità", ovvero un'assunzione di responsabilità a favore di un riconoscimento formale della Palestina.

Il senatore BARCAIUOLO (FdI), condividendo in pieno i contenuti della relazione introduttiva, ritiene del tutto semplicistica l'opzione che mira ad arrivare ad un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Pur essendo favorevole allo status di soggetto pleno iure appartenente alla comunità degli Stati per la Palestina, è dell'avviso, tuttavia, che tale risultato debba essere raggiunto attraverso un accordo condiviso dalle due parti in causa: israeliani e palestinesi.

Del resto, non è possibile non riconoscere le difficoltà esistenti nella passata e nell'attuale realtà mediorientale: dal lato palestinese, non è per nulla chiara l'esistenza di una leadership univoca, con un legittimo governo avente giurisdizione su un determinato territorio; dal lato israeliano, è operante, fin dalla sua costituzione, una democrazia vitale, pur con i suoi difetti ed errori, indubbiamente commessi dai rispettivi governi che si sono succeduti nel tempo, che ha la giustificata esigenza di veder assicurata la propria sicurezza.

La senatrice PUCCIARELLI (LSP-PSd'Az), essendo d'accordo con l'impostazione del relatore, richiama l'attenzione sul fatto che, dal lato palestinese, è attiva Hamas, una organizzazione riconosciuta da tutti come terroristica, e che, quindi, non può essere assolutamente considerata come contraltare negoziale per Israele.

Il senatore DELRIO (PD-IDP) condivide sostanzialmente la relazione del Presidente relatore, che esamina in maniera esaustiva e ponderata l'intera questione, salvo probabilmente non sottolineare con la dovuta importanza il grave problema degli illegittimi insediamenti dei coloni israeliani.

A suo avviso, il punto cruciale della questione non è tanto quello, sollevato da alcuni colleghi, concernente la leadership palestinese, in capo all'Autorità nazionale o ad Hamas, entità terroristica condannata da tutti, quanto il chiedersi se un riconoscimento unilaterale della Palestina sia utile o no per raggiungere una convivenza e una pace stabile tra i due popoli.

Conclude osservando come, per sua conoscenza diretta, la maggioranza dei cittadini israeliani desideri convivere pacificamente con uno Stato palestinese limitrofo che garantisca la sicurezza di Israele entro confini certi e ben delimitati. Al contempo, tuttavia, teme che la formula "due popoli, due Stati" rischi di divenire vieppiù desueta.

Il PRESIDENTE RELATORE, accogliendo con favore gli interessanti spunti emersi nel corso della discussione, si chiede anche se sia opportuno, come richiesto nel disegno di legge in esame, che Gerusalemme venga considerata come capitale per entrambi gli Stati, Israele e Palestina, e se, invece, diversamente, non sia più conveniente attribuirle uno status a parte e autonomo, come da tempo proposto dalla Santa Sede.

Il senatore MARTON (M5S) esprime il convincimento che occorra cogliere l'occasione, che proviene anche dalla presentazione del suddetto disegno di legge d'iniziativa popolare, eventualmente apportando delle necessarie modifiche al testo, per giungere, infine, al dovuto riconoscimento dell'entità palestinese, soprattutto a fronte di una illegittima politica di insediamento di coloni in Cisgiordania da parte di Israele.

Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.

La seduta termina alle ore 16,10.