RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

SULL'ATTO DI INDIRIZZO N. 7-00011

(Doc. XXIV, n. 16)

La 3ª Commissione,

premesso che:

con l'ascesa al potere di Nicolás Maduro nel 2013 in Venezuela si è aperta una stagione politica ed economica drammatica, segnata da gravi conseguenze sul piano sociale, da sistematici episodi di violenza e da casi di violazione dei diritti umani da parte delle autorità governative, dall'incertezza del quadro giuridico, dall'inaffidabilità del sistema giudiziario, dall'arbitrarietà dell'azione amministrativa, dal crollo degli investimenti stranieri, dalla drastica contrazione del prodotto nazionale lordo e dalla crescita esponenziale dei livelli di povertà della popolazione, con importanti ripercussioni anche sul piano dei rapporti e degli equilibri internazionali;

le elezioni presidenziali del 20 maggio 2018, caratterizzate da un forte astensionismo e che hanno visto prevalere il Presidente uscente Maduro, sono state espressamente contestate e ritenute non credibili da larga parte della comunità internazionale, a partire dall'Organizzazione degli Stati americani, dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, in ragione dell'assenza di reali garanzie democratiche per i cittadini e per la segnalazione di numerose irregolarità nelle operazioni di voto;

il Governo di Maduro, forte del sostegno di gran parte delle forze armate e di polizia venezuelane, è riuscito a sopravvivere politicamente ed istituzionalmente, fino ad esercitare il controllo sulla gestione delle elezioni legislative del 6 dicembre 2020, che, svoltesi anch'esse in assenza di credibili standard democratici, boicottate dai principali partiti di opposizione e caratterizzate da una scarsa partecipazione al voto degli aventi diritto, hanno portato all'insediamento di una nuova Assemblea nazionale, dominata dai rappresentanti del Gran polo patriottico Simon Bolivar di impronta chavista;

ricordato che:

dal mese di agosto 2021 è stato avviato un processo negoziale tra il regime venezuelano e la Piattaforma unitaria democratica del Venezuela, l'organismo che riunisce le principali anime dell'opposizione democratica, finalizzato a predisporre le condizioni per la cessazione della crisi politica ed economica che affligge il Venezuela, in vista dell'organizzazione nel 2024 di elezioni presidenziali libere, eque e inclusive e della revoca delle sanzioni economiche che gravano da anni sul Paese;

a seguito della firma, nel novembre 2022, di un accordo sociale tra le parti del processo negoziale, gli Stati Uniti hanno avviato un alleggerimento mirato delle sanzioni per alleviare le sofferenze del popolo venezuelano;

la ripresa dei negoziati fra i rappresentanti del Governo di Maduro e quelli dei principali partiti dell'opposizione è sembrata avviare il Paese verso un periodo di riconciliazione e di democratizzazione che ha portato alla sottoscrizione, il 17 ottobre 2023, nello Stato caraibico di Barbados, di due accordi parziali sulla promozione dei diritti politici e delle garanzie elettorali per tutti e sulla protezione degli interessi vitali della nazione, con l'impegno delle parti allo svolgimento di elezioni presidenziali libere ed inclusive nella seconda metà del 2024, in conformità con il calendario costituzionale, aperte all'eleggibilità di candidati che rientrino nei criteri stabiliti dalla legge, previo aggiornamento delle liste elettorali, anche all'estero, e da tenersi alla presenza di missioni internazionali di monitoraggio elettorale; a seguito di questi Accordi vi è stato un secondo alleggerimento delle sanzioni statunitensi;

considerato tuttavia che:

il 22 ottobre 2023 le primarie organizzate dalle forze di opposizione, cui hanno partecipato oltre 2 milioni di cittadini, hanno visto prevalere nettamente Maria Corina Machado, la leader del Partito Vente Venezuela, realtà politica esterna al perimetro del raggruppamento dei partiti della Piattaforma unitaria;

Maria Machado, attivista per i diritti umani, già sanzionata con misure restrittive dieci anni fa, è stata nuovamente colpita da un provvedimento di ineleggibilità nel gennaio 2024;

ulteriori interdizioni di candidati sono state comminate anche a danno di altre personalità politiche di rilievo della scena politica venezuelana, come Leopoldo López, Henrique Capriles e Freddy Superlano, misure stigmatizzate dal Parlamento europeo che le ha definite, l'8 febbraio scorso, arbitrarie, nonché lesive del diritto dei cittadini venezuelani di scegliere i propri rappresentanti;

il 30 ottobre 2023, peraltro, il Tribunale supremo di giustizia del Venezuela, massima assise del potere giudiziario del Paese, ha sospeso i risultati delle primarie dell'opposizione svolte appena 8 giorni prima, adducendo violazioni commesse nel corso delle operazioni elettorali e stabilendo che Machado non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024;

il 22 gennaio il procuratore generale ha emesso 14 mandati di arresto per, tra gli altri, il difensore dei diritti umani Tamara Sujú, la giornalista Sebastiana Barráez, l'ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, il leader politico Leopoldo López, l'ex presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidó e l'ex sindaco David Smolansky, con motivazioni diverse;

a fine gennaio 2024, la stessa Corte suprema del Venezuela ha quindi respinto il ricorso di Maria Corina Machado in merito all'interdizione da ogni carica pubblica comminata a suo carico, con una pronuncia che rende incerto il percorso di riconciliazione e democratizzazione del Paese culminato con la sottoscrizione degli accordi di Barbados nell'ottobre 2023;

tenuto conto che:

la crisi interna venezuelana ha delle fortissime ricadute anche sul piano regionale ed internazionale, contribuendo ad alimentare focolai di tensioni e di instabilità politica, che rischiano di avere effetti ulteriormente destabilizzanti per gli equilibri dell'intero continente americano anche a causa degli ingenti flussi migratori nei paesi della regione: nell'ultimo decennio, oltre 7 milioni di Venezuelani sono stati costretti a lasciare il Paese;

la recrudescenza del contenzioso relativo al vasto territorio dell'Esequibo con lo Stato sovrano della Guyana seguita allo svolgimento, lo scorso 3 dicembre, su iniziativa del presidente Maduro, di un referendum per l'annessione al Venezuela della ricca regione, può rappresentare un ulteriore elemento di instabilità, in vista dell'appuntamento elettorale della seconda metà del 2024;

l'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite in Venezuela ha rilevato, nei rapporti sui diritti umani presentati annualmente, una generale restrizione dello spazio civico e numerosi casi di sparizioni forzate; la Corte Penale Internazionale sta portando avanti indagini sulla situazione in Venezuela;

preso atto che:

il 30 gennaio 2024 gli Stati Uniti hanno infine annunciato una riattivazione delle sanzioni contro il settore del petrolio e del gas che avrà luogo il 18 aprile 2024 in caso di assenza di progressi nell'attuazione dell'Accordo di Barbados e contestualmente hanno ripristinato le sanzioni nei confronti della società mineraria (aurifera) venezuelana Minerven, controllata dallo Stato;

il Parlamento europeo, nelle risoluzioni del 13 luglio 2023 "sulle interdizioni politiche in Venezuela", e dell'8 febbraio 2024 "sull'ulteriore repressione contro le forze democratiche in Venezuela: attacchi alla candidata presidenziale Maria Corina Machado", ha rimarcato come proprio le elezioni presidenziali del 2024 potrebbero rappresentare un punto di svolta verso il ritorno alla democrazia ed ha esortato gli Stati membri UE a mantenere le sanzioni esistenti contro il regime di Maduro. Il Parlamento europeo ha aggiunto che le sanzioni potranno essere rafforzate fino a quando Caracas non dimostrerà un impegno chiaro e permanente a sostenere gli standard democratici fondamentali, lo Stato di diritto e i diritti umani;

dopo ulteriori azioni contro esponenti dell'opposizione vicini a Maria Corina Machado ed a seguito delle prese di posizione dell'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani (OHCHR) in relazione all'arresto dell'attivista per i diritti umani Rocio San Miguel, di cui era stata denunciata la potenziale "sparizione forzata", il 15 febbraio le autorità di Caracas hanno deciso di sospendere le attività dell'OHCHR in Venezuela, intimando al personale di lasciare il territorio venezuelano entro 72 ore;

nel ricordare che Maria Corina Machado, nel corso di un'audizione avvenuta lo scorso 30 gennaio presso la 3a Commissione permanente (Affari esteri e difesa) del Senato, ha fra l'altro rimarcato la necessità che tutti i venezuelani siano messi in condizione di votare, anche quelli residenti all'estero, e che venga assicurata protezione internazionale agli attivisti politici che lavorano nel Paese;

nel rimarcare altresì che:

lo svolgimento di elezioni libere e regolari rappresenta una condizione irrinunciabile dei Paesi democratici e l'organizzazione di processi elettorali indipendenti e trasparenti è indispensabile per promuovere un ambiente elettorale competitivo e la fiducia dei cittadini nell'integrità delle elezioni e delle stesse istituzioni democratiche;

l'integrità dei processi elettorali deve essere garantita dal quadro giuridico e istituzionale che ne regola compiutamente lo svolgimento, a partire dalla composizione e dall'operato degli organi preposti all'organizzazione e alla gestione delle elezioni;

la stabilità democratica ed il ripristino di indifferibili condizioni di sicurezza e di legalità in Venezuela sono indispensabili, anche al fine di tutelare l'incolumità dei cittadini appartenenti alla numerosa comunità italo-venezuelana presente nel Paese;

il rapporto privilegiato che lega il Venezuela al mondo occidentale e in particolare agli Stati Uniti e all'Unione europea si fonda non solo su affinità storiche, culturali e sociali, ma anche su un solido interscambio economico, posto che tuttora essi rimangono tra i partner commerciali più importanti per Caracas;

ritenuto infine che:

l'unica via di uscita dal grave stato di prostrazione in cui versano il Venezuela e la sua economia, dalla crisi sociale che segna i suoi cittadini, nonché dall'impasse politico-istituzionale che il regime impone da anni al Paese è la ricerca di una soluzione democratica, pacifica e inclusiva, che passi dall'organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari aperte e realmente pluraliste;

l'accordo sulla tabella di marcia elettorale delle Barbados costituisce, in particolare, il meccanismo negoziale più praticabile per risolvere la crisi politica, economica e umanitaria che colpisce il Venezuela, finalizzato all'organizzazione di elezioni presidenziali competitive e inclusive nel Paese, in cui anche gli attori politici dei partiti di opposizione possano essere liberi di selezionare i propri candidati in vista dell'appuntamento elettorale,

impegna il Governo:

1) a ribadire in ogni consesso internazionale l'importanza del ripristino della democrazia, dello stato di diritto e del libero esercizio dei diritti civili e politici da parte della popolazione del Venezuela, richiamando le autorità di Caracas alla necessità di rilasciare i prigionieri politici, e far cessare ogni azione volta ad impedire una reale partecipazione democratica alle prossime competizioni elettorali;

2) ad intraprendere ogni iniziativa utile ai fini dell'attuazione degli Accordi di Barbados, con particolare riguardo alla definizione di un cronoprogramma, all'aggiornamento del registro degli elettori, anche all'estero, e all'autorizzazione alla presenza di missioni internazionali di osservazione elettorale;

3) ad adoperarsi affinché i numerosi cittadini venezuelani residenti in Italia possano esercitare il proprio diritto al voto in occasione delle prossime competizioni elettorali;

4) a sostenere l'azione diplomatica dell'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri finalizzata a definire una posizione comune tra i 27 Paesi dell'Unione sulla linea del presente atto di indirizzo;

5) ad intraprendere ogni iniziativa utile a livello diplomatico e nelle sedi internazionali affinché le elezioni presidenziali previste nella seconda metà del 2024 in Venezuela siano libere, eque, inclusive e credibili e si svolgano in modo trasparente, consentendo anche ai legittimi rappresentanti dell'opposizione di prendervi parte in qualità di candidati;

6) ad esperire ogni ulteriore azione utile a tutelare la comunità italiana in Venezuela e le aziende italiane tuttora operanti in quel Paese e i loro legittimi interessi economici.