IN SEDE REDIGENTE

(500) ORSOMARSO e LIRIS. - Modifiche alla legge 8 aprile 1983, n. 113, in materia di cessione di territori del demanio marittimo al comune di Praia a Mare

(Discussione e rinvio)

La relatrice TUBETTI (FdI) illustra il disegno di legge che contiene alcune puntuali modifiche alla legge n.113 del 1983, recante l'"Autorizzazione a cedere al comune di Praia a Mare il compendio demaniale marittimo ricadente nel comune suddetto, posto sotto la strada statale n. 18 e compreso fra il comune di Tortora e il torrente Fiuzzi di Praia a Mare."

La disciplina citata, per espressa affermazione della relazione introduttiva, non ha mai avuto attuazione e la cessione al comune di Praia non ha avuto alcun affetto per una serie di motivazioni giuridiche che ne hanno ostacolato l'iter o comunque hanno dato luogo ad un lungo contenzioso tutt'ora in corso.

La soluzione individuata nella proposta normativa interviene sulla nullità degli atti di compravendita di terreni e beni immobili insistenti su aree demaniali sprovvisti di strumenti autorizzativi edilizi e elimina il vincolo di trasferibilità ai provati dei singoli lotti, articolo 1, comma 1, lettera a) e b); sopprime poi il divieto di alienazione dei beni acquisiti, in origine prevista per evitare comportamenti speculativi.

In generale, prosegue l'oratrice, la materia della valorizzazione di beni insistenti su aree demaniali presenta numerose sfaccettature e problematiche importanti, di non semplice superamento, anche nel caso di territori e località in cui i progetti di valorizzazione assumono un significato peculiare non solo in chiave di sviluppo ai fini turistici, ma anche di preservazione di elementi di buon governo del territorio e di legalità ammnistrativa.

In specie, la presenza nell'area interessata dalla legge del 1983 di costruzioni e manufatti sprovvisti, al tempo, di autorizzazione edilizia costituisce certamente un elemento di criticità.

Nella relazione illustrativa si prospetta, in termini di occasione mancata, la preventiva sdemanializzazione dell'area e successiva cessione al comune dell'area.

Come avvenuto in precedenti occasioni (da ultimo l'area situata nel comune di Chioggia) l'intervento di cessione all'ente locale e eventualmente a privati impone una ricognizione preventiva delle condizioni giuridiche di ciascun immobile e l'individuazione di un iter amministrativo in grado di tutelare contestualmente l'erario, la disciplina edilizia, l'obiettivo di riqualificazione e di valorizzazione.

Non sembra facilitare l'azione legislativa il sovrapporsi di contenziosi tra il comune e l'Agenzia del demanio per la determinazione del prezzo di cessione né quello instauratosi tra gli "occupanti dei suoli che costituiscono il compendio oggetto del trasferimento dal comune in loro favore" e il Comune.

A parere della relatrice, la problematica merita di essere inquadrata nella più generale questione della gestione del patrimonio e del demanio pubblico.

Solo per memoria, ricorda che il patrimonio immobiliare pubblico è oggetto del "Rapporto sui beni immobili della pubblica amministrazione", la relazione annuale redatta dal Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) a partire dal 2011. L'ultima versione è stata pubblicata lo scorso settembre, ma contiene informazioni che si fermano al 2018.

Secondo tale rapporto il patrimonio immobiliare della pubblica amministrazione include 2,6 milioni di immobili, di cui 1,2 sono terreni e il resto fabbricati. Il valore a prezzi di mercato di quest'ultimi è stimato in 297 miliardi di euro, mentre non viene riportata una stima per i terreni. Il numero di immobili e il valore patrimoniale sono in crescita rispetto agli anni passati, probabilmente per la maggior partecipazione al censimento da parte delle pubbliche amministrazioni (passata dal 69 per cento del 2015 all'83 per cento del 2018).

La relatrice ricorda che della gestione si occupa l'Agenzia del demanio e che recenti modifiche normative hanno introdotto una disciplina semplificata per conseguire gli obiettivi di riqualificazione e valorizzazione anche attraverso lo strumento della cessione.

Conclusivamente, ritiene peraltro opportuna un'istruttoria tecnico giuridica sul compendio oggetto del disegno di legge anche al fine di individuare lo strumento normativo più adeguato a raggiungere gli obiettivi largamente disattesi dalla legge del 1983.

Il seguito della discussione è rinviato.