COMMISSIONI 3ª e 4ª RIUNITE
3ª (Affari esteri, emigrazione)
4ª (Difesa)
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2021
14ª Seduta
Presidenza della Presidente della 4ª Commissione
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Stefania Pucciarelli.
La seduta inizia alle ore 15,10.
AFFARI ASSEGNATI
(Doc. XXVI, n. 4) Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2020, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2021, deliberata dal Consiglio dei ministri il 17 giugno 2021
(Doc. XXV, n. 4) Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla prosecuzione delle missioni internazionali in corso e alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2021, adottata il 17 giugno 2021
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti di cui all'articolo 50 del Regolamento, e rinvio)
La presidente PINOTTI ricorda, anche a nome della collega presidente Craxi, che la seduta odierna ha all'ordine del giorno l'esame delle deliberazioni del Governo sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali per il 2021.
Ricorda che la cosiddetta "legge quadro" (legge 21 luglio 2016, n. 145) nello stabilire i procedimenti di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali, distingue la procedura per l'avvio di nuove missioni da quella relativa alla proroga delle stesse per l'anno successivo.
All'esame delle Commissioni riunite sono quindi sottoposti due diversi documenti, una deliberazione che contiene la relazione analitica dell'andamento delle missioni nel 2020 e la richiesta della loro prosecuzione per il 2021, e una deliberazione che contiene la richiesta di autorizzazione per nuove missioni da avviare nel corso del 2021.
Negli stessi documenti il Governo riferisce anche sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
In particolare, la Relazione analitica deve:
- precisare, anche con riguardo alle missioni concluse nell'anno in corso, l'andamento di ciascuna missione e i risultati conseguiti, con riferimento esplicito anche alla partecipazione delle donne e all'adozione dell'approccio di genere nelle diverse iniziative per attuare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1325 del 31 ottobre 2000 e le risoluzioni successive, nonché i Piani d'azione nazionali previsti per l'attuazione delle stesse;
- essere accompagnata da un documento di sintesi operativa, che riporti, per ciascuna missione, i seguenti dati: mandato internazionale, durata, sede, personale nazionale e internazionale impiegato e scadenza, nonché i dettagli attualizzati della missione;
- essere corredata, ai fini della prosecuzione delle missioni in corso per l'anno successivo, della relazione tecnica sulla quantificazione dei relativi oneri, comprensiva della relativa copertura finanziaria.
Ricorda inoltre come schede analoghe, con gli stessi elementi, sono contenuti nella delibera per l'avvio di nuove missioni.
La legge del 2016 prevede anche che - a seguito delle deliberazioni parlamentari - le risorse del fondo per il finanziamento delle missioni internazionali siano ripartite tra le diverse amministrazioni con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. I decreti sono adottati previo parere delle Commissioni Esteri e Difesa - competenti per materia - e della Commissione Bilancio, per i profili finanziari.
Al termine dell'esame, le Commissioni riunite sono chiamate ad approvare una risoluzione per approvare le missioni (tutte o solo alcune di esse) o per negare l'autorizzazione. La risoluzione potrà anche contenere delle indicazioni al Governo sulle modalità di svolgimento di una o più missioni.
Conclude ricordando anche che - ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento del Senato - la risoluzione approvata in Commissione può essere sottoposta all'Assemblea su richiesta del Governo o di un terzo dei componenti le Commissioni riunite, ovvero da 15 senatori.
Dà quindi la parola ai relatori.
Il senatore VATTUONE (PD), relatore per le parti di competenza della Commissione difesa, nel rilevare criticamente il ritardo con cui le deliberazioni sono state presentate all'esame del Parlamento, evidenzia come esse, sottoposte all'esame delle Commissioni riunite - ai sensi della legge 145 del 2016 - autorizzino la partecipazione italiana alle missioni militari e agli interventi a sostegno della cooperazione e lo sviluppo, per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre dell'anno in corso.
Si tratta nel dettaglio di due diversi atti:
- il primo (documento XXVI, n. 4) dispone la proroga delle missioni già in corso;
- il secondo (documento XXV, n. 4) dispone invece l'avvio delle nuove missioni.
Specifica come concentri la sua disamina sulle missioni militari, lasciando al collega della Commissione affari esteri l'analisi della parte relativa agli interventi di cooperazione e sviluppo.
Evidenzia come prima di esporre le diverse missioni di cui si chiede l'autorizzazione, il Governo, nella Relazione analitica, presenti un quadro degli scenari geopolitici generali.
La premessa è che l'Italia intende mantenere una adeguata presenza internazionale, nei diversi formati fin qui condotti, e cioè
a) le missioni in ambito ONU;
b) le missioni Nato;
c) le missioni e operazioni dell'Unione europea (sia militari che civili);
d) le missioni condotte da coalizioni di Paesi;
e) e, infine, le missioni bilaterali.
Il contesto internazionale, segnato da crescenti tensioni su scala globale e regionale e che ha subito anche l'impatto drammatico della crisi pandemica globale da Covid-19, resta caratterizzato da politiche di potenza piuttosto che dalla ricerca di equilibri geopolitici e da una crescente sfiducia nei confronti degli organismi multilaterali, inclusi quelli preposti ad affrontare l’emergenza sanitaria.
In questo contesto, i due pilastri della politica di sicurezza e difesa dell’Italia, UE e NATO, sono impegnati da tempo in un processo di revisione strategica; l’Unione Europea che sta elaborando la sua "bussola strategica" (su cui la Commissione Difesa sta svolgendo un Affare assegnato) e l'Alleanza Atlantica sta revisionando il proprio concetto strategico, da ultimo nel Vertice dello scorso 14 giugno (anche di questo aspetto la Commissione difesa si è di recente occupata, con l’audizione di Marta Dassù, che ha fatto parte del Gruppo di esperti incaricato di elaborare il documento NATO 2030).
Il provvedimento fa riferimento – come ambito prioritario di intervento del nostro Paese – all’area etto di "Mediterraneo Allargato" nella sua accezione di spazio geopolitico che comprende culture e società differenti ma sempre più interconnesse, e caratterizzate – come sappiamo - da crisi e problematiche i cui effetti si riverberano sull’Europa.
La faglia identitaria e confessionale che sta attraversando la Penisola Arabica favorisce dinamiche di riposizionamento dei principali attori regionali e globali, con possibili ricadute sugli interessi industriali ed energetici nazionali.
La rimodulazione dell’impegno statunitense (in Afghanistan, in Iraq e in Siria) e l’attivismo di Turchia e Russia (in particolar modo in relazione alla Siria e al Nagorno-Karabakh) hanno determinato nuovi squilibri che potrebbero essere origine di ulteriori crisi. Nel Sahel e nel Corno d’Africa, l’instabilità politica e la fragilità delle istituzioni statuali costituiscono una fonte di criticità per l’Italia in termini di sicurezza e di possibile avvio di nuovi flussi migratori.
Nei Balcani – infine – si assiste a una crescente presenza di diversi attori extra-europei, con pesanti ricadute in termini di influenza politica ma anche di flussi migratori.
A fronte di tali scenari, l’Italia continua a sostenere con convinzione il processo di stabilizzazione in atto in Libia (da ultimo con la seconda Conferenza di Berlino della scorsa settimana) che ha condotto all’insediamento di nuove autorità transitorie che dovranno condurre il Paese alle elezioni nazionali previste il prossimo dicembre, e gli sforzi dell'Unione europea e delle Nazioni Unite, in particolare tramite la Missione UNSMIL, per promuovere il dialogo intra-libico. L'Italia ha tra l'altro favorito l’avvio e la continuazione dell’Operazione EUNAVFOR MED Irini, di cui ospita il Quartier Generale e fornisce il Comando Operativo, e contribuisce fattivamente alla Missione UE denominata EUBAM Libia.
Permane inoltre l’impegno del nostro Paese a supportare, in Tunisia, lo sviluppo di capacità legate alla pianificazione e condotta di attività militari nel settore della sicurezza.
In Medio Oriente, sottolinea la Relazione, l’azione italiana rimane finalizzata a contribuire a una de-escalation delle molti crisi a livello regionale: il teatro siriano, la questione palestinese; le tensioni tra Iran e Israele; il conflitto tra la Turchia e le entità curde. Si garantisce al contempo la continuazione degli impegni nell'ambito della Coalizione anti-Daesh a guida statunitense, su cui – come sapete – proprio lunedì scorso si è svolta a Roma un importante vertice. Viene inoltre confermato e – anzi – rafforzato l'impegno italiano in Iraq al fianco delle istituzioni di sicurezza locali, anche in virtù di ruoli di maggiore responsabilità nella missione di addestramento NATO.
Altro Paese a cui l'Italia continua a garantire sostegno è il Libano, dove peraltro permane un preoccupante stallo istituzionale e si registra un progressivo degrado della situazione economica. Lo storico impegno del nostro Paese nella missione UNIFIL – di cui l'Italia è tornata ad avere il comando - è stato ulteriormente confermato durante il 2020 con l’operazione "Emergenza Cedri", in seguito all’incendio nel porto di Beirut).
Nello scenario del Golfo – in cui – come noto, ci sono alcune nuove tensioni bilaterali, c’è la novità della partecipazione alla missione multinazionale EMASOH.
Procede quindi a una breve disamina delle singole missioni di cui si chiede l'autorizzazione, iniziando dalle nuove missioni.
Nel 2021 il Governo intende avviare la partecipazione di personale delle Forze armate alle missioni e agli impegni operativi internazionali di seguito individuati:
- missione delle Nazioni Unite UNSOM in Somalia (scheda 31-bis/2021). La missione di assistenza, istituita nel 2013, è finalizzata a sostenere il processo di pace e riconciliazione guidato dal governo federale somalo, a coordinare il sostegno dei donatori internazionali e rafforzare le istituzioni giudiziarie somale. La partecipazione italiana è molto ridotta, prevede l'invio di una sola unità militare fino al 31 dicembre 2021, per un fabbisogno finanziario programmato di 156.391 euro;
- dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nello Stretto di Hormuz, nell’ambito dell’iniziativa EMASOH (scheda 35-bis/2021). Si ricorda che EMASOH non è una missione dell’Ue ma un’iniziativa di singoli Paesi Ue (attualmente Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi e Portogallo), intesa a salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi che transitano nell’area dello Stretto di Hormuz. L'impegno italiano prevede l'invio di 193 unità di personale, di una unità navale e di 2 mezzi aerei, per un onere finanziario di poco più di 9 milioni (di cui 2 milioni per obbligazioni esigibili nel 2022);
- operazione "Emergenza Cedri" (scheda 9-bis). Si tratta in realtà di una missione avviata il 15 agosto 2020 e conclusa il 21 novembre 2020, per la quale il Governo chiede il riconoscimento quale operazione finalizzata ad eccezionali interventi umanitari - ai sensi della legge n. 146 del 2016 - con conseguente applicazione delle disposizioni in materia di trattamento economico. L’operazione – possiamo ricordarlo- ha consentito la rimozione di circa 13.000 tonnellate di macerie dal porto di Beirut, dopo l’esplosione - che tutti ricordiamo - del 4 agosto; il sostegno al ripristino della viabilità e la demolizione di fabbricati pericolanti;
- partecipazione di un magistrato alla missione civile europea EUBAM LIBYA (scheda 47-bis/2021). L’obiettivo della missione è prestare assistenza alle autorità libiche nella creazione di strutture statali di sicurezza, con particolare riguardo ai settori della gestione delle frontiere, dell’applicazione della legge e della giustizia penale, al fine di contribuire agli sforzi volti a smantellare organizzazioni criminali. Per la partecipazione di un magistrato italiano alla missione, il fabbisogno finanziario è pari a 82.344 euro per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2021;
- partecipazione di un ufficiale della Guardia di finanza alla stessa missione EUBAM LIBYA (scheda 47-ter/2021). Per la partecipazione di un ufficiale del Corpo della guardia di finanza, il fabbisogno finanziario è pari a 115.285 euro per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2021;
- partecipazione di un magistrato alla missione civile europea EUAM Ukraine) (scheda 43-bis/2021). L’obiettivo della missione è prestare assistenza alle autorità ucraine nella riforma del sistema giudiziario, per il rafforzamento dello Stato di diritto e delle forze di polizia. Il fabbisogno finanziario è pari a 43.835 euro.
Si passa quindi alle missioni già in corso, di cui si chiede la prosecuzione per il 2021.
Per ogni missione, la relazione analitica riporta due schede: la prima contiene un resoconto di quanto si è fatto nel 2020; la seconda (su cui concentra la sua disamina), dà invece conto delle risorse e degli assetti previsti per il 2021.
Ricorda anche che ciascuna scheda-missione riporta:
• l'area geografica di intervento e la sede del comando;
• il mandato internazionale e gli obiettivi;
• la base giuridica di riferimento:
• gli assetti e il personale impiegato;
• la durata programmata;
• e il fabbisogno finanziario.
Nel riferire i contenuti dei documenti, segue la ripartizione delle missioni contenuta nei documenti del Governo, che è divisa per aree geografiche.
In Europa si hanno le seguenti missioni:
- missione NATO nei Balcani (Joint Enterprise) (scheda 1/2021);
- EULEX Kosovo, missione europea per il rafforzamento dello stato di diritto (scheda 2/2021);
- EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina (scheda 3/2021);
- missione Onu a Cipro per la sorveglianza della "linea verde", UNFICYP (scheda 4/2021);
- Operazione NATO Sea Guardian nel Mar Mediterraneo (scheda 5/2021);
- EUNAVFOR MED operazione Irini (scheda 6/2021);
- EULEX Kosovo (scheda 43/2021);
- missione ONU in Kosovo - UNMIK (scheda 44/2021);
- missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell’area balcanica (scheda 45/2021);
Tra queste, l'impegno più rilevante è costituito, ancora una volta, dalla missione Nato nei Balcani, con un numero massimo di 638 unità di personale (in aumento di dieci unità rispetto allo scorso anno), cui si affiancano 230 mezzi terrestri e un mezzo aereo, per un fabbisogno finanziario programmato di 80,93 milioni di euro, dei quali 16 milioni per obbligazioni esigibili nell’anno 2022. Il nostro Paese, ricorda, guida il contingente di stanza in Kosovo.
Di assoluto rilievo è poi la missione EUNAVFOR MED Irini, su cui la Commissione difesa si è più volta soffermata, anche con l’audizione del suo Comandante, l’ammiraglio Agostini. La missione prevede l’impiego di un numero massimo di 596 unità di personale, 2 unità navali e 3 aerei, per un fabbisogno finanziario programmato di 39,72 milioni di euro (di cui 9 milioni per obbligazioni esigibili nell’anno 2022).
Significativi anche gli assetti (2 mezzi navali, 2 aeree ed un numero massimo di 240 unità di personale), impiegati nella operazione NATO Sea Guardian nel Mediterraneo, con cui si intende contribuire al mantenimento di un ambiente marittimo sicuro, per un fabbisogno finanziario programmato di 13,96 milioni di euro (di cui 4 milioni per obbligazioni esigibili nell’anno 2022).
In Asia, invece, si hanno le seguenti missioni:
- missione NATO in Afghanistan (Resolute Support) (scheda 7/2021);
- UNIFIL, missione Onu in Libano (scheda 8/2021);
- missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (MIBIL) (scheda 9/2021);
- missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (scheda 10/2021);
- missione UE EUBAM Rafah, al confine tra Territori palestinesi ed Egitto (scheda 11/2021);
- coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 12/2021);
- missione NATO in Iraq (NM-I) (scheda 13/2021);
- missione di assistenza civile UE EUAM in Iraq) (scheda 14/2021);
- UNMOGIP, missione Onu di osservazione al confine tra India e Pakistan (scheda 15/2021);
- personale militare impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia (scheda 16/2021).
- missione di assistenza alle forze di polizia nei Territori palestinesi, EUPOL COPPS (scheda 46/2021);
In Asia, ed in particolare in Medio Oriente, l'Italia ha molti impegni rilevanti. Alla missione Onu in Libano (UNIFIL) - dal 2018 nuovamente a guida italiana - l'Italia partecipa con un numero massimo di 1.301 unità di personale (in aumento rispetto alle 1.076 dello scorso anno), nonché con 368 mezzi terrestri, 1 mezzo navale e 6 mezzi aerei, per un fabbisogno finanziario di 181,38 milioni di euro, di cui euro 35.000.000 per obbligazioni esigibili nell’anno 2022.
Accenna solo alla missione Afghanistan (Resolute Support), di cui si è discusso in Aula la scorsa settimana in occasione dell’informativa del Ministro Guerini. Per i primi mesi del 2021 l'Italia ha impiegato 127 mezzi terrestri, 8 aerei ed un numero massimo di 1.000 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 154,32 milioni di euro, di cui euro 33.000.000 per obbligazioni esigibili nell’anno 2022. Ricorda come il ritiro sia in fase molto avanzata e dovrebbe concludersi entro il 30 settembre. Oltre tale data e fino al 31 dicembre 2021, è comunque prevista – oltre alla possibile permanenza di cellule tecnico-logistiche per la finalizzazione delle attività amministrative e di coordinamento dei trasporti strategici - l’impiego di nuclei di collegamento e supporto per il proseguimento e il rafforzamento delle iniziative di cooperazione con le istituzioni afgane, sia sotto l’egida della NATO, sia nell’ambito dei rapporti bilaterali.
Per quanto riguarda il contributo italiano per la Coalizione internazionale di contrasto al Daesh, che impiega 84 mezzi terrestri, 11 mezzi aerei e 900 unità di personale, con un onere di 230,93 milioni di euro (di cui 52 milioni nel 2022).
In Africa, invece, l'Italia partecipa alle seguenti missioni:
- UNSMIL, missione ONU di supporto in Libia (scheda 17/2021);
- missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 18/2021);
- missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda 19/2021);
- missione ONU di stabilizzazione in Mali (MINUSMA) (scheda 20/2021);
- EUTM Mali, missione europea di addestramento delle forze armate locali (scheda 21/2021);
- EUCAP Sahel Mali, missione europea di addestramento e sostegno alle forze di polizia (scheda 22/2021);
- EUCAP Sahel Niger (scheda 23/2021);
- missione bilaterale di supporto in Niger (scheda 24/2021);
- forza multinazionale – a guida francese - di contrasto al terrorismo nel Sahel, Task Force TAKUBA (scheda 25/2021);
- missione ONU nel Sahara occidentale MINURSO (scheda 26/2021):
- MFO, Missione multinazionale di osservazione in Egitto (scheda 27/2021);
- missione europea di addestramento militare EUTM nella Repubblica Centroafricana (scheda 28/2021);
- operazione UE Atalanta, per il contrasto alla pirateria al largo della Somalia (scheda 29/2021);
- missione UE denominata EUTM Somalia, per addestramento delle forze armate locali (scheda 30/2021);
- missione UE denominata EUCAP Somalia, per la formazione delle locali forze di polizia (scheda 31/2021);
- missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane e dei funzionari yemeniti (scheda 32/2021);
- impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell’area del Corno d’Africa e zone limitrofe (scheda 33/2021);
- missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera e alla Marina militare libiche (scheda 48/2021).
Per quanto riguarda gli impegni più rilevanti, segnala innanzitutto la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia, che impiega 69 mezzi terrestri, 2 mezzi aerei ed un numero massimo di 400 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 46,75 milioni di euro, di cui 12 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022.
Di rilievo è inoltre la missione bilaterale in Niger, che impiega 100 mezzi terrestri, 6 mezzi aerei e un numero massimo di 295 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 44,51 milioni di euro, di cui 10 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022.
L'impegno più gravoso (con un fabbisogno finanziario pari a 48,93 milioni di euro, di cui 10 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022) è la partecipazione alla Task Force TAKUBA, nel Sahel, che impiega 44 mezzi terrestri, 8 mezzi aerei e un numero massimo di 250 unità di personale.
Menziona infine anche il contributo all'operazione UE Atalanta, per il contrasto alla pirateria nel Mar Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden, nel Mar Arabico, nel bacino somalo e nell'Oceano Indiano, che impiega 2 navi, 2 aerei e un numero massimo di 388 unità di personale (in lieve diminuzione rispetto alle 407 unità dello scorso anno), per un fabbisogno finanziario pari a 26,56 milioni (di cui 6 esigibili nel 2022).
Per quanto attiene al potenziamento dei dispositivi nazionali, la proroga investe innanzitutto la missione "Mare Sicuro", dispositivo nazionale nel Mediterraneo, nel cui ambito è inserita la missione bilaterale in supporto alla Marina libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda 34/2021). La missione impiega 6 mezzi navali (di cui uno dedicato all'assistenza tecnica alla Marina libica), 8 mezzi aerei ed un numero massimo di 754 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di poco meno di 96 milioni di euro (di cui 25 esigibili nel 2022).
Ulteriore misura riguarda la proroga del potenziamento del dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda 35/2021), che impiega 2 mezzi navali, 4 mezzi aerei ed un massimo di 394 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 23,31 milioni di euro, di cui 6 milioni per obbligazioni esigibili nel 2022.
Per quanto attiene al sostegno alle iniziative NATO entro i suoi confini sono invece prorogate le seguenti missioni:
- potenziamenti dei dispositivi per la sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza (schede 36 e 40 del 2021);
- potenziamento della sorveglianza navale nell’area sud dell’Alleanza (scheda 37/2021);
- potenziamento della presenza della NATO in Lettonia (scheda 38/2021);
- iniziativa per il rafforzamento della presenza nel quadrante meridionale (scheda 39/2021);
- partecipazione di personale militare al potenziamento dell’Air Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza (scheda 40/2021).
La sorveglianza dello spazio aereo impegna 12 mezzi aerei ed un numero massimo di 260 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 33,1 milioni di euro (di cui 7 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022).
La presenza italiana in Lettonia impegna 135 mezzi terresti ed un numero massimo di 238 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 27,2 milioni di euro (di cui 7 nel 2022).
Una scheda specifica prende poi in considerazione le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate (assicurazione del personale, trasporti, realizzazione di infrastrutture, esigenze organizzative e di sicurezza, ecc.) (scheda 41/2021), per un fabbisogno finanziario di 78,1 milioni di euro, di cui 18 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022.
Sono inoltre confermate le esigenze di mantenimento del dispositivo info-operativo dell'AISE a protezione del personale impiegato nelle missioni e le attività di cooperazione con le forze di sicurezza locali (scheda 42/2020).
Complessivamente – quindi – il personale militare impiegato nelle missioni internazionali avrà una consistenza massima di 9.255 unità, con una presenza media prevista a 6.461 unità.
Per quanto attiene, quindi, agli oneri finanziari, il fabbisogno complessivo è individuato in circa 1 miliardo e 631 milioni di euro, in aumento rispetto al fabbisogno previsto lo scorso anno che era stato pari a 1 miliardo e 409 milioni di euro. Questa somma, in linea con quanto dispone la riforma della contabilità pubblica, è in parte relativa a spese esigibili nel 2022.
Conclude con la ripartizione delle spese tra i vari dicasteri:
- le missioni a carico del Ministero della difesa hanno un onere di 1 miliardo e 245 milioni di euro (in aumento rispetto all'onere dello scorso anno, che era pari a 1 miliardo e 82 milioni), di cui circa 268 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2022;
- la missione a carico della Presidenza del Consiglio (AISE) presenta oneri per 26 milioni di euro (in aumento rispetto ai 15 milioni dello scorso anno);
- le missioni a carico del Ministero dell’Interno hanno un onere di 3 milioni e 608 mila euro (in netto calo rispetto ai 6 milioni e 871 mila euro dello scorso anno);
- le missioni a carico del MEF hanno un onere di 11,81 milioni di euro (in aumento rispetto ai 10 milioni dello scorso anno);
- le missioni a carico del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (cui qui accenno soltanto) presentano oneri per 343,8 milioni di euro.
Il fabbisogno finanziario complessivo risulta, pertanto, così distribuito:
- obbligazioni esigibili nel 2021: 1.352.641.214 euro;
- obbligazioni esigibili nel 2022: 278.000.000 euro.
Interviene, quindi, il relatore per la 3a Commissione, senatore VESCOVI (L-SP-PSd'Az),che evidenzia alcuni aspetti di interesse internazionalistico dei due documenti, in particolare in relazione agli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
Per quanto concerne le nuove missioni e gli impegni operativi da avviare nel corso del 2021, osserva che essi rispondono a quelle esigenze di natura strategica che più volte le stesse Commissioni parlamentari competenti hanno auspicato, ovvero la necessità di riservare attenzione crescente all'area del Mediterraneo allargato (fronteggiare in modo più consapevole e condiviso i fenomeni migratori, contribuire alla stabilizzazione dei Paesi africani, dalla Libia alla Somalia, e assicurare la libertà e la sicurezza delle rotte commerciali lungo i principali crocevia strategici inclusi lo Stretto di Hormuz e il Golfo di Guinea).
Con riferimento alla prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo, le aree geografiche interessate per il 2021 confermano un orientamento dell'azione italiana, in continuità con le iniziative del recente passato, soprattutto sull'area del Mediterraneo e sull'Africa, anche per sostenere i Paesi maggiormente impegnati nella lotta al terrorismo e al contrasto dei traffici illegali e delle migrazioni irregolari.
Viene quindi alla illustrazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo, di cui alle schede 49, 50, 51, 52 e 53 delle Relazioni analitica e tecnica per la proroga. Il fabbisogno finanziario complessivo per il 2021 per questi interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (inclusa la quota di pertinenza del MAECI per i costi relativi alla Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica ed alla General Administration for Coastal Security di cui alla scheda 48) è pari a 343,8 milioni di euro (in aumento rispetto ai 296 milioni di euro dello scorso anno). Gli oneri complessivi a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ammontano a 333,8 milioni di euro per l’anno 2021, e a 10 milioni di euro per l’anno 2022.
Con riferimento alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda 49), il fabbisogno finanziario per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2021 risulta pari a 135 milioni di euro, di cui 10 milioni esigibili nel 2022. Si tratta di una cifra in aumento rispetto alle risorse stanziate per l'intero 2020, che erano state pari a 121 milioni di euro, come evidenziato dalla scheda 45 della Relazione sullo stato degli interventi per lo scorso anno. Le risorse effettive destinate per il 2021 alle iniziative di cooperazione allo sviluppo - fra progetti di sviluppo, interventi umanitari e di emergenza - ammontano a 127 milioni di euro (in sensibile aumento rispetto ai 117,5 milioni previsti lo scorso anno), di cui 70 milioni di euro destinati a progetti in Africa (in aumento rispetto ai 60,5 dello scorso anno), 35 milioni di euro (di cui 5 milioni esigibili nel 2022) per iniziative in Medio Oriente (in diminuzione rispetto ai 39,5 milioni di euro dello scorso anno), e 22 milioni di euro (di cui 5 milioni esigibili nel 2022) riservati a programmi in Asia (in aumento rispetto ai 17,5 milioni dello scorso anno).
Fra i Paesi africani beneficiari degli interventi, e che restano l'assoluta priorità della politica estera italiana, la scheda annovera in particolare quelli del Corno d'Africa come l'Etiopia - fra i principali beneficiari dell'aiuto pubblico italiano - la Somalia, il Sudan, il Sud Sudan e l'Eritrea, i Paesi dell'Africa occidentale e del Sahel come il Niger, il Mali, il Burkina Faso e la Repubblica Centrafricana, oltre a realtà dell'Africa mediterranea quali la Libia e la Tunisia, in linea con le priorità geopolitiche individuate nel Documento triennale di programmazione ed indirizzo per il triennio 2019-2021 previsto dalla legge sulla cooperazione allo sviluppo (legge n. 125 del 2014).
Con riferimento all'area del Medio Oriente, il documento ricorda in primo luogo come in Siria e nei Paesi maggiormente interessati dal flusso dei rifugiati siriani (Libano e Giordania in particolare), proseguirà il contributo italiano allo sforzo della Comunità internazionale per rafforzare la resilienza delle comunità locali, con interventi nei settori sanitario, dell'istruzione e della protezione dei minori e della parità di genere. La scheda richiama altresì l'impegno italiano a favore della Palestina, in particolare nel settore sanitario, e dell'Iraq, per un sostegno alla crescita economica e all'accesso ai servizi di base.
Ulteriori iniziative continueranno ad essere svolte anche in Asia, in particolare in Yemen, per fare fronte alle profonde esigenze umanitarie determinati dalla crisi in atto, e in Afghanistan, nei settori delle infrastrutture, dell'agricoltura sostenibile, del patrimonio culturale e della giustizia, in particolari nelle aree rurali del Paese, le più esposte e permeabili ad influenza estremiste.
In relazione alle attività di sminamento umanitario, pertinenti alla stessa scheda 49, la relazione illustrativa evidenzia che le risorse disponibili, pari a 8 milioni di euro (cifra più che raddoppiata rispetto a quanto stanziato lo scorso anno, che era stato pari a 3,5 milioni di euro), saranno destinate a rifinanziare l'apposito Fondo istituito dalla legge n. 58 del 2001, in linea con l'impegno assunto dal nostro Paese in occasione del Vertice umanitario mondiale di Istanbul del 2016 di allocare risorse a tale scopo non inferiori a 2 milioni di euro.
La scheda 50 descrive gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza, destinati ad alcuni Paesi dell'Africa, del Medio Oriente, oltre all'Afghanistan, all'America Latina e alla regione caraibica. Lo stanziamento per l'intero 2021 è di 21,3 milioni di euro, in sensibile aumento rispetto alla somma resa disponibile lo scorso anno e che era stata pari a 5 milioni di euro. La maggior parte delle risorse (14,1 milioni di euro) saranno destinate ad iniziative in Africa settentrionale, Medio Oriente e Afghanistan, ed in particolare per interventi volti a facilitare il percorso di riconciliazione nazionale in Libia e di sostegno e stabilizzazione alle istituzioni democratiche legittime del Paese. Viene espressamente previsto che la cooperazione italo-libica riguarderà espressamente anche la gestione ordinata dei flussi migratori e la lotta contro l'immigrazione irregolare. Impegni analoghi per la stabilità istituzionale vengono menzionati anche in relazione al Libano, allo Yemen e all'Iraq. Una quota di risorse, pari a 5,4 milioni di euro, è destinata ad iniziative in Africa sub-Sahariana, in America latina e caraibica. Per l'Africa - con un fabbisogno stimato in 3,7 milioni di euro - sono previste, fra le altre, iniziative di formazione e capacity building dell'Arma dei Carabinieri, della Guarda di Finanza e della Polizia a beneficio di funzionari delle forze di sicurezza dei Paesi del Corno d'Africa, la cui fragilità costituisce una minaccia anche per l'Italia e l'Europa. In collaborazione anche con alcuni organismi internazionali come la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) e agenzie delle Nazioni Unite come l’Ufficio per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) o UNDP, proseguiranno anche gli impegni a beneficio dei Paesi del Sahel e dell'Africa Occidentale.
A beneficio dei Paesi dell'America Latina e caraibica - con un fabbisogno stimato in 1,7 milioni di euro - sono previsti interventi di promozione della cultura della legalità e dello stato di diritto, in particolare in Colombia e Venezuela. Particolare attenzione sarà altresì dedicata alla X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, realizzata dal MAECI in collaborazione con l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), e all'appoggio all'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) per la promozione dello stato di diritti in particolare ad Haiti.
Risorse per 1,8 milioni di euro vengono destinate ad iniziative a carattere europeo per la promozione della stabilità e la pace, in particolare con riferimento alle sfide poste dall'emarginazione sociale e dal proliferare degli estremismi violenti e del terrorismo. Le iniziative riguarderanno in particolare i Paesi dell'area balcanica, che rappresentano una priorità strategica per la politica estera italiana, attraverso attività di rafforzamento istituzionale, sostegno alla transizione democratica e di confidence-bulding tra attori statali e non. Una quota di 300.000 euro viene destinata a favore della cooperazione italo-tedesca, in particolare per la promozione del dialogo interetnico e interreligioso e per la cultura della pace, con il sostegno alle attività dell'Associazione Villa Vigoni e alla istituzione di un Premio dei Presidenti per la cooperazione comunale italo-tedesca.
In relazione agli impegni per la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda 51), lo stanziamento complessivo per il 2021 è di 16,8 milioni di euro, in lieve aumento e rispetto alle risorse stanziate nel 2020 che ammontavano a 16,5 milioni di euro. La maggior parte dei contributi (pari a 6.275.000 euro, in lieve aumento rispetto alla cifra dello scorso anno che era stata pari a 6.025.000 euro) sarà destinata a Fondi ed Organizzazioni internazionali (tra cui il Fondo Fiduciario a sostegno del Dipartimento degli Affari Politici e per il Consolidamento della Pace delle Nazioni Unite, il Fondo ONU per il consolidamento della Pace, UNDP Libia, ed altri); ad iniziative dell'Unione europea (per 3.590.000 euro) di cui 3.400.000 euro per la partecipazione italiana alle missioni civili del Servizio Europeo di Azione Esterna; ad iniziative dell'Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (OSCE) (per 4.085.000 euro), di cui 2.410.000 euro per la partecipazione italiana alle missioni OSCE sul terreno e presso il segretariato e 1.675.000 euro quale contributo dell'Italia al bilancio della Special Monitoring Mission in Ucraina, nonché a progetti extra-bilancio dell'OSCE; alle Organizzazioni regionali in Europa (per un totale 2.850.000 euro), - fra cui il Fondo INCE presso la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (per 2.000.000 euro) e la Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europea (per 500.000 euro).
Nello specifico, i contributi a fondi ed organizzazioni internazionali saranno destinati - fra gli altri - al sostegno del Fondo fiduciario della NATO sull'iniziativa "defence capacity building (DCB)" per programmi di rafforzamento istituzionale e degli enti di sicurezza e difesa dei Paesi partner dell'Alleanza di prioritario interesse per l'Italia (250.000 euro), al Fondo Fiduciario a sostegno del Dipartimento degli Affari Politici e per il Consolidamento della Pace delle Nazioni Unite (1 milione di euro), al Fondo ONU per il consolidamento della pace (1 milione di euro), a Fondi specifici delle Nazioni Unite per favorire la partecipazione di giovani e donne ai processi di pace (500.000 euro), al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) per il rafforzamento delle istituzioni libiche (2 milioni di euro), al Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano (400.000 euro) e al Meccanismo di Riesame della Convenzione ONU contro il Crimine Organizzato Transnazionale (500.000 euro).
La scheda 52 è inerente al contributo disposto dal nostro Paese a sostegno delle Forze di sicurezza e difesa afghane, incluse le forze di polizia, che è pari per l'intero 2021, come già per il 2020, a 120 milioni di euro. Il contributo in parola è legato all’impegno a sostenere finanziariamente le Forze di difesa e sicurezza afghane (ANDSF), al fine di consentire alle autorità locali di assumere progressivamente la responsabilità di garantire la sicurezza del Paese.
Con riferimento agli interventi operativi di emergenza e di sicurezza in aree di crisi (scheda 53), lo stanziamento per il 2021 è pari a 48,5 milioni di euro, in considerevole aumento rispetto alle risorse disponibili per il 2020 che erano state pari a 33,5 milioni. La maggior parte di tali fondi - 41,75 milioni di euro, in considerevole aumento rispetto ai 28,5 milioni di euro resi disponibili lo scorso anno per il medesimo scopo - sono destinati, stante la perdurante gravità del contesto di sicurezza a livello globale, al potenziamento delle misure di sicurezza a tutela delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari, degli istituti italiani di cultura e delle istituzioni scolastiche all'estero, non solo nelle aree di crisi, ma anche nelle sedi europee e ovunque sia necessario garantire adeguatamente l'incolumità del personale e degli utenti. La relazione evidenzia inoltre come 5,35 milioni di euro siano destinati alla sicurezza dei connazionali all'estero, di cui in particolare 3,85 milioni di euro per il potenziamento del personale dell'Arma dei Carabinieri presso le sedi diplomatico-consolari, e 1,5 milioni di euro per fornire idonea copertura assicurativa al personale dell'Arma dei Carabinieri inviati in missioni di scorta e sicurezza in Paesi a rischio. Ulteriori fondi vengono infine previsti per l'invio in missione o in viaggio di servizio del personale del MAECI in aree di crisi, per un totale di 1,4 milioni di euro, di cui 60.000 euro per le missioni di personale del MAECI in aree di crisi, 430.000 euro per assicurare risorse agli inviati speciali e al consigliere per la cooperazione civile del Comandante della Missione NATO Kosovo Force (KFOR), 360.000 euro per viaggi di congedo e 550.000 euro per il rimborso spese di trasferimento.
La PRESIDENTE, nel ringraziare i relatori per le rispettive esposizioni testé svolte, apre la discussione generale.
Il senatore AIROLA (M5S) esprime innanzitutto apprezzamento per la vastità e la qualità dell'impegno italiano, che interessa ampie regioni del mondo, e l'Africa in particolare. Rileva tuttavia l'assenza di riferimenti al conflitto in atto nella regione del Tigrai, in Etiopia, che sta assumendo i connotati di un vero e proprio genocidio, con violenze perpetrate nei confronti dei civili e in un contesto segnato dalla carestia. Auspica che l'Italia, che finora non risulta abbia espresso una posizione forte sul tema, si faccia promotrice di una iniziativa di ampio respiro da parte della Comunità internazionale.
La PRESIDENTE segnala che le audizioni dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa potranno fornire utili indicazioni anche sulla crisi in Etiopia.
La senatrice RAUTI (FdI), rileva come la nuova missione nello Stretto di Hormuz potrebbe essere ostacolata dall'attuale frizione con gli Emirati Arabi, che hanno revocato la disponibilità, per le nostre Forze Armate, della base aerea avanzata di Al Minhad, utilizzata come scalo logistico per le operazioni italiane in Afghanistan, Iraq e Corno d’Africa sin dal 2003.
Il senatore GASPARRI (FIBP-UDC), nel rimarcare il costante appoggio del suo Gruppo di appartenenza alle missioni internazionali, evidenzia la necessità di una riflessione politica complessiva sul tema, sulle implicazioni politiche che dalle missioni derivano e sulle risorse finanziarie di cui esse necessitano. Cita al riguardo la decisione relativa al ritiro delle truppe dall'Afghanistan, assunta a seguito del disimpegno statunitense nella regione, ma senza una reale riflessione sulle conseguenze che potrebbero prodursi sul piano politico e militare, segnato dal ritorno dei Talebani in molti distretti del Paese.
Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16.