Atto n. 1-00456

Pubblicato il 15 febbraio 2022, nella seduta n. 403
Esame concluso nella seduta n. 403 dell'Assemblea (15/02/2022)

VALLARDI , NATURALE , BERGESIO , CALIGIURI , TARICCO , MAGORNO , ABATE , DURNWALDER , LA PIETRA , AGOSTINELLI , BITI , DE BONIS , FATTORI , GALLONE , LEONE , LONARDO , MANGIALAVORI , PIZZOL , PUGLIA , RUFA , SBRANA , TRENTACOSTE , ZULIANI

Il Senato,

premesso che:

è crescente la consapevolezza che il ruolo della nutrizione sia uno dei fattori centrali per il benessere della società, e di come le modalità della sua produzione siano a loro volta centrali nel ripristino di un maggior equilibrio tra l'uomo e le sue attività, l'ambiente e la natura. L'Unione europea ha fatto della strategia Farm to fork, e sulla Biodiversità per il 2030, il fulcro del green deal europeo nell'intento di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050, attraverso una transizione ecosostenibile dei sistemi di produzione, lavorazione e trasporto, accompagnata da scelte consapevoli da parte dei consumatori;

le due strategie ed il green deal, destinate ad essere recepite da singoli regolamenti, sono una road map che illustra le azioni da intraprendere a medio e lungo termine per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

le strategie perseguono obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030: protezione di almeno il 30 per cento delle aree rurali e marine europee, trasformazione del 10 per cento delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità, l'incremento del 25 per cento delle superfici coltivate a biologico, la riduzione del 50 per cento dell'uso dei fitofarmaci e del 20 per cento di fertilizzanti e la riduzione del 50 per cento delle vendite totali di antimicrobici. Al riguardo, occorrerebbe fornire alternative valide all'uso dei prodotti fitosanitari ed antimicrobici per fronteggiare le fitopatie e le epizoozie, oltre che una gradualità nell'introduzione di divieti;

la strategia Farm to fork è accompagnata da un allegato contenente un cronoprogramma indicativo per l'adozione di nuovi atti legislativi e la revisione di atti già esistenti, che dovrebbero essere via via inseriti nella legislazione settoriale, accompagnati se necessario da valutazioni di impatto;

quest'ultimo tema è stato ampiamente dibattuto; il 20 luglio 2020 in occasione della riunione del Consiglio dei ministri dell'Agricoltura UE, la commissaria Stella Kyriakides ha chiarito che gli obiettivi si sarebbero dovuti raggiungere a livello della UE e non individualmente dagli Stati membri, mentre i Ministri, nello stesso contesto, hanno chiesto una valutazione dell'impatto globale degli obiettivi prima della loro trasformazione in proposte legislative;

nella riunione dei Ministri dell'agricoltura dell'8 giugno 2020, gli stessi si sono detti preoccupati che le scelte necessarie a raggiungere gli obiettivi volti a limitare l'uso di nutrienti, pesticidi e antibiotici possano ridurre la competitività delle agricolture della UE sul mercato globale, e hanno chiesto alla Commissione di poter tenere conto di circostanze nazionali specifiche;

nel giugno 2021 il Dipartimento dell'agricoltura USA (USDA) ha pubblicato uno studio secondo il quale la strategia Farm to fork, e la strategia sulla biodiversità 2030, determinerebbero una sensibile riduzione della produzione agroalimentare, con il conseguente aumento dei prezzi e un arretramento dei commerci mondiali; entro il 2030 il calo della produzione agricola UE andrebbe dal 7 per cento (nel caso di applicazione globale delle strategie) al 12 per cento (nel caso di applicazione solo nella UE), mentre nel caso di applicazione globale, la produzione agricola mondiale calerebbe dell'11 per cento sempre al 2030; i prezzi al consumo potrebbero inoltre aumentare del 17 per cento;

dalla presentazione dello studio dell'USDA, altri enti di ricerca, le Università di Kiel e di Wageningen, si sono espressi confermando gli stessi risultati. Nell'agosto 2021 la Commissione ha comunicato che il Centro Comune di Ricerca aveva definito uno studio sulle conseguenze della Farm to fork sui sistemi agricoli europei, arrivando alle medesime macro conclusioni; seppure reso noto nell'agosto 2021, tale studio era stato portato a conoscenza della Commissione europea già dai primi mesi dello stesso anno;

la riduzione della produzione nella UE causerà un aumento delle importazioni dai Paesi terzi, nei quali di conseguenza la produzione aumenterà, creando distorsioni di concorrenza con i prodotti della UE, i cui costi di produzione saranno più elevati per il rispetto di norme più restrittive, e andando a far emergere ulteriori problematiche come la deforestazione;

la necessità di una valutazione di impatto olistica prima della presentazione delle proposte legislative che indaghi la sostenibilità economica, sociale ed ambientale dei target proposti è stata sottolineata anche dalla relazione di iniziativa del Parlamento europeo approvata ad ottobre 2021;

a tale proposito la Commissione ha ribadito la ferma volontà di effettuare una valutazione di impatto prima di ogni singola iniziativa legislativa ma non ha mai menzionato lo studio di CCR;

la strategia, tra le azioni elencate prevede la presentazione di una proposta per una etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell'imballaggio (front of pack, FOP) obbligatoria e armonizzata (4° trimestre 2022), valutando in ogni caso di estendere a determinati prodotti l'obbligo delle indicazioni di origine o di provenienza degli alimenti;

in Europa è in atto un serrato dibattito sulla scelta del sistema di etichettatura nutrizionale FOP, alimentato anche dalla richiesta formale della stessa Commissione europea di riconsiderare la proposta di informazioni supplementari di presentazione delle informazioni nutrizionali parte di una "strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità";

la posizione della UE sull'impiego dell'etichettatura front of pack non è ancora definita. Attualmente, al di là di singole posizioni e di notizie fatte circolare, ogni Stato membro è libero di continuare a raccomandare sul proprio territorio nazionale uno schema di etichettatura FOPNL applicato volontariamente dagli operatori del settore alimentare. Il dibattito si sta focalizzando essenzialmente sulla contrapposizione tra due modelli: uno di tipo direttivo, il Nutriscore promosso dalla Francia, e uno di tipo informativo, il NutrInform battery, sostenuto dall'Italia;

la Commissione europea, ha lanciato già l'Inception impact assesment al quale l'Italia e tutti gli stakeholder nazionali hanno partecipato con un a posizione forte e documentata, contestando molti punti dell'analisi di impatto prevista dalla Commissione e soprattutto il legame tra il futuro sistema di etichettatura armonizzato e i profili nutrizionali. La stessa ha inoltre richiesto all'EFSA di pronunciarsi su questo tema;

la valutazione d'impatto è di estrema importanza, perché sui dati che emergeranno si baserà la proposta che la Commissione prevede di adottare nel quarto trimestre del 2022;

risulta evidente che il sistema NutriInform Battery è il sistema che più si avvicinerebbe a quanto prescritto dall'art. 35 del regolamento 1169/2011, nonostante ciò, molti Paesi europei, fra cui la Germania, hanno adottato il Nutriscore. La stessa Germania, insieme a Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, hanno dato vita al coordinamento "pronutriscore", al fine di convincere l'istituzione europea ad adottare tale sistema che, finirebbe per certi versi di fatto, con il penalizzare fortemente le eccellenze agroalimentari made in Italy;

il Nutriscore risulta infatti fondato su valutazioni parziali e fuorvianti, in quanto si basa sull'impiego in maniera del tutto arbitraria di algoritmi per un giudizio nutrizionale del singolo ingrediente, senza tenere conto del suo inserimento nel quadro di una dieta complessiva varia e bilanciata, danneggiando in primo luogo il consumatore, fuorviato nelle proprie scelte di acquisto. Basato sui colori, il Nutriscore è di immediata comprensione ma ingannevole nei contenuti; inoltre, prende in considerazione una soglia arbitraria di 100gr/100ml, senza tener conto dell'assunzione giornaliera di alimenti e bevande, vale a dire del concetto di porzione;

la forza del progetto NutrInform battery risiede nel fatto che, a differenza degli altri progetti, non si basa sull'aspetto nutrizionale puro e semplice dell'alimento, bensì colloca quest'ultimo in un quadro nutrizionale più ampio e complessivo, e quindi più realisticamente aderente alle modalità di utilizzo degli alimenti in oggetto;

la dieta mediterranea ha dimostrato una reale capacità di prevenire le malattie cronico degenerative, attraverso un consumo giornaliero in proporzione equilibrata degli alimenti è un esempio tangibile della rappresentazione della sua applicazione;

è necessario informare in modo corretto i consumatori, educandoli ad un regime alimentare corretto accompagnato da un sano stile di vita. È inoltre fondamentale tutelare con determinazione le eccellenze alimentari tipiche dei singoli territori, tra cui molte delle produzioni italiane, proteggendole dai continui tentativi di sopraffazione. L'ultimo attacco in ordine di tempo all'agroalimentare made in Italy si è manifestato con la proposta da parte del gruppo degli inventori del Nutriscore di voler inserire una lettera F nera su tutte le bevande che contengono alcol, anche in piccola quantità;

tali scelte, del tutto incomprensibili e non supportate da fondamenti scientifici, sono assolutamente fuorvianti per i consumatori in quanto danno indicazioni ingannevoli sui corretti stili di vita alimentari; le eccellenze enogastronomiche italiane, ed in particolare carni, vini e formaggi, oltre ad essere prodotti di assoluta qualità, rappresentano l'emblema di uno stile di vita salutare ed equilibrato, da contrapporsi al consumo di cibi sintetici e ultra processati, dannosi per la salute umana;

il comparto vitivinicolo, così come gli altri prodotti dell'enogastronomia italiana, rappresenta una delle massime espressioni identitarie dei nostri territori, e risponde pienamente agli obiettivi declinati dall'Unione europea circa il raggiungimento di più alti livelli di sostenibilità ambientale e tutela della biodiversità;

il nostro Paese sta da tempo investendo in una maggiore competitività del sistema agroalimentare, in un'ottica sostenibile e resiliente. Questo si traduce in un impegno nel progresso scientifico e nell'innovazione tecnologica quali presupposti di standard ad elevata qualità e sicurezza del sistema agroalimentare, e pone l'Italia tra i paesi più virtuosi in termini di tutela dei consumatori, dell'ambiente e della biodiversità;

l'intento della Commissione europea, di inserire nel programma di lavoro per la revisione del regolamento UE n. 1144 del 2014 relativo ad azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei Paesi terzi, il riferimento alla strategia Farm to fork ed alle indicazioni previste dal piano europeo cancer plan, che individuano il consumo di vino, carni rosse e formaggi, come presunti fattori di rischio nei confronti della malattia, rischiano di penalizzare produzioni di altissima qualità, che sono uno dei punti di forza del made in Italy, in quanto creano un vero e proprio pregiudizio, peraltro opinabile dal punto di vista scientifico;

da un punto di vista nutrizionale le proteine animali sono di altissima qualità e non possono essere sostituite da prodotti alternativi e surrogati;

la difesa dei prodotti italiani di eccellenza è una priorità per la tenuta sociale ed economica dei nostri territori, nonché la salvaguardia del nostro tessuto produttivo, anche sul mercato dell'export, che dovrebbe essere sostenuto attraverso misure che favoriscano la penetrazione del made in Italy sui mercati mondiali, in risposta al dilagare di fenomeni di riconducibili all'Italian sounding,

impegna il Governo:

1) ad assumere in ambito europeo una posizione più determinata con riferimento alle procedure di attuazione degli interventi del programma di azione, i quali dovrebbero essere preceduti da valutazioni d'impatto approfondite, al fine di garantire la sostenibilità degli interventi stessi, tenuto conto dell'esigenza di individuare i criteri di calcolo e i riferimenti temporali a partire dai quali misurare il conseguimento di ciascun obiettivo;

2) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa per instaurare un dialogo costruttivo con le competenti istituzioni europee, affinché venga riconosciuto il valore delle produzioni agroalimentari di qualità ottenute con modelli produttivi e disciplinari che ne garantiscono origine, procedimenti produttivi, caratteristiche organolettiche e nutrizionali, nel cui solco si colloca il made in Italy, il quale esprime qualità, sicurezza e salubrità;

3) ad attivare ogni utile iniziativa per incentivare la sperimentazione e l'utilizzo da parte delle aziende agroalimentari, a partire da quelle italiane, del NutrInform Battery, anche per rendere evidenti le positive peculiarità dello stesso;

4) ad impedire qualsiasi forma di discriminazione compiuta ai danni di particolari prodotti del nostro Paese nell'assegnazione dei fondi europei per la promozione di alimenti, considerando l'alta qualità nutrizionale e l'attenzione verso la sostenibilità ambientale e la biodiversità che le produzioni made in Italy garantiscono attraverso il delicato connubio tra antica tradizione ed innovazione tecnologica;

5) ad intraprendere azioni politiche in sede unionale per l'attuazione di una clausola "specchio", mirror clause, che permetta le importazioni nella UE unicamente di quei prodotti che rispettano gli stessi criteri di sostenibilità ambientale, economica sociale, che i produttori UE devono rispettare;

6) a perseguire con maggiore e rinnovata forza iniziative volte a promuovere il "NutrInform battery" come sistema idoneo ad armonizzare il mercato europeo, investendo in progetti di sperimentazione e raccolta dati e nella creazione di un'app che possa fornire ai consumatori la possibilità di un immediato utilizzo del sistema a batteria per valutare l'apporto giornaliero dei nutrienti e costruire un modello di vita e una dieta sana ed equilibrata, su modello della dieta mediterranea;

7) a favorire adeguati investimenti volti a sostenere i comparti agricolo e zootecnico durante l'attuale processo di transizione verso un'economia sempre più sostenibile ed attenta all'efficientamento energetico, ed alla riduzione delle emissioni e dell'impatto ambientale;

8) a sostenere l'agroalimentare italiano destinando parte delle risorse previste nel PNRR al contrasto del fenomeno dell'Italian sounding, attraverso un sistema di monitoraggio su scala mondiale.