Giovedì 20 Maggio 2004 - 611ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 18:45)

Il presidente del Consiglio Berlusconi, nelle sue comunicazioni iniziali e nella replica, ha confermato che l'Italia restera in Iraq fino a quando quel Paese non sara in grado di autogovernarsi in condizioni di sicurezza e liberta e non saranno sconfitte le bande terroristiche che hanno ucciso ventuno italiani, permanendo tutte le ragioni umanitarie e di sostegno al popolo iracheno che hanno giustificato l'intervento italiano dopo la conclusione della fase militare. Berlusconi ha espresso incredulita e preoccupazione per le demagogiche richieste di ritiro del contingente italiano, avanzate con finalita elettorali proprio nel momento in cui si sta approssimando l'attuazione del percorso individuato per il trasferimento dei poteri ad un Governo iracheno, per l'indizione di libere elezioni e la nascita di istituzioni rappresentative in Iraq e per l'adozione di una nuova risoluzione che dia, come auspicato, un ruolo effettivo all'ONU. Una simile decisione, infatti, verrebbe interpretata come un pericoloso cedimento al terrorismo ed ai nemici della pace che stanno intensificando l'azione violenta contro le forze della coalizione e la societa irachena proprio per bloccare ogni sforzo di transizione verso la democrazia e per far crescere la paura ed il disorientamento nelle opinioni pubbliche dei Paesi partecipanti alla coalizione e di quelli che si accingono ad assumere rilevanti responsabilita nel processo di pacificazione.

L'opposizione ha esposto le ragioni della posizione unitaria esposta nella mozione che chiede il ritiro del contingente italiano per liberare la politica estera nazionale dalla subalternita alle decisioni dell'Amministrazione Bush, per interrompere una missione vissuta dagli iracheni come un'occupazione militare ed al fine di creare le condizioni per la svolta da mesi richiesta, che potrebbe ottenersi solo con la sostituzione delle truppe occupanti, che si sono macchiate anche di vergognosi episodi di tortura nei confronti dei prigionieri, con un contingente multilaterale a forte partecipazione dei Paesi islamici, con l'attribuzione all'ONU della gestione effettiva della transizione dell'Iraq verso la democrazia e con la restituzione agli iracheni della sovranita politica ed economica.

La maggioranza, che ha calorosamente sostenuto gli interventi del Presidente del Consiglio ed ha appoggiato la politica del Governo con una proposta di risoluzione, ha sottolineato la contraddittorieta e l'irrazionalita della posizione assunta da forze che aspirano alla guida del Paese: dopo aver per mesi chiesto un maggiore coinvolgimento dell'ONU, ora che questa soluzione sta per attuarsi il centrosinistra, appiattendosi sulle posizioni piu estreme, vorrebbe il disimpegno dell'Italia da un'azione avviata per fini umanitari, l'abbandono del popolo iracheno al caos istituzionale ed alla guerra civile, un cedimento del fronte internazionale in lotta contro il terrorismo. La risoluzione della maggioranza e stata approvata, mentre la mozione unitaria dell'opposizione e stata respinta.

E' stata inoltre parzialmente approvata una seconda mozione, firmata dal Gruppo per le autonomie e dai senatori a vita Andreotti, Colombo, Cossiga e Levi Montalcini, ma sostenuta anche da Alleanza popolare-Udeur, con la quale si chiede un maggiore impegno per la soluzione del conflitto israelo-palestinese e l'inserimento della presenza militare italiana nel quadro di una iniziativa internazionale che preveda l'assunzione di precise responsabilita da parte dell'ONU.

Il presidente Pera ha comunicato che la seduta antimeridiana di martedi 25 maggio non avra luogo: il Senato e pertanto convocato per il pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 16,30.

(La seduta è terminata alle ore 23:26 )



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