17 Marzo 2023: Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera

Nella seduta del 21 febbraio 1861 del Senato del Regno viene annunciato il «Progetto di legge per cui S.M. il re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d'Italia», presentato dal presidente del Consiglio dei Ministri Cavour. Il testo inizia il suo iter in Senato ed è composto di un solo articolo: «Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d'Italia».

«I maravigliosi eventi dell'ultimo biennio hanno con insperata prosperità di successi riunite in un solo Stato quasi tutte le sparse membra della nazione», esordisce in Aula Camillo Benso Conte di Cavour, proseguendo: «Alla varietà dei principati fra sé diversi e troppo sovente infra di sé pugnanti per disformità d'intendimenti e consigli politici, è finalmente succeduta l'unità di governo fondata sulla salda base della Monarchia nazionale. Il Regno d'Italia è oggi un fatto; questo fatto dobbiamo affermarlo in cospetto dei popoli italiani e dell'Europa. Per ordine di S.M., e sul concorde avviso del Consiglio de Ministri, ho quindi l'onore di presentare al Senato il qui unito disegno di legge per cui il re, nostro Augusto Signore, assume per sé, e per i successori suoi il titolo di Re d'Italia» (Applausi vivissimi e generali).

Il 14 marzo 1861 il progetto di legge approvato dal Senato viene discusso nell'Aula della Camera. Intervengono i deputati: Giorgini, Brofferio, Pepoli, Ranieri, il presidente del Consiglio dei ministri Cavour, Bixio, Ricciardi, Petruccelli, D'Ondes-Reggio.
Il progetto di legge è approvato nella stessa seduta all'unanimità.
La legge viene promulgata il 17 marzo 1861.

Maggiori informazioni nella pagina dell'Archivio storico del Senato »

"La Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell'anno 1861, dell'Unità d'Italia, quale «Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera», allo scopo di ricordare e promuovere, nell'ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l'identita' nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica".
Legge 23 novembre 2012, n. 222

L'Italia Costituzionale

Dal 2 al 10 giugno 2018, Palazzo Giustiniani ha ospitato la mostra "L'Italia Costituzionale. Una storia per immagini dalle raccolte del Senato". La mostra ricostruiva il lungo cammino degli italiani da sudditi a cittadini, dal tardo Settecento all'età contemporanea, utilizzando documenti, bandiere, ritratti, opere artistiche, oggetti di valore storico, fotografie, giornali d'epoca e libri antichi. Dalle prime Costituzioni pre-unitarie allo Statuto Albertino, fino all'Assemblea Costituente e alla Carta Costituzionale, firmata proprio a Palazzo Giustiniani il 27 dicembre 1947.

I materiali esposti provenivano per la quasi totalità dalle raccolte appartenenti al Senato della Repubblica. Alcuni documenti originali sono stati prestati da altre Istituzioni: ad esempio, l'originale dello Statuto Albertino del 1848, che proviene dall'Archivio di Stato di Torino, o il primo Tricolore italiano, della Repubblica Cispadana, proveniente dal Museo del Tricolore di Reggio Emilia. Sono invece custoditi dall'Archivio Storico del Senato documenti e oggetti di particolare valore, esposti in questa occasione, come i giuramenti dei sovrani Umberto I e Vittorio Emanuele III, e i tavolini su cui essi furono firmati.
Nelle immagini, il Capo dello Stato provvisorio Enrico De Nicola e Umberto Terracini, Presidente dell'Assemblea Costituente, firmano la Costituzione della Repubblica Italiana, a Palazzo Giustiniani, il 27 dicembre 1947 (© FotoA3)

Maggiori informazioni »


Le immagini della mostra "L'Italia Costituzionale"


I Padri Fondatori

Nel 2010, nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dello Stato italiano, Palazzo Madama ha ospitato la mostra "I Padri Fondatori": una selezione di documenti e di immagini dedicata ai principali attori della costruzione dello Stato unitario.
L'esposizione è stata organizzata in collaborazione con l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano. I materiali esposti, provenienti dall'Istituto per la storia del Risorgimento e dalla Biblioteca del Senato, raccontano gli anni in cui iniziarono a circolare le nuove idee di libertà, dai fermenti dell'Illuminismo alla stagione delle Costituzioni.
Maggiori informazioni in MinervaWeb, rivista online della Biblioteca del Senato, numero 29/2010 »
Il contributo dell'Emeroteca del Senato alla mostra »
Sotto, tre immagini della mostra a Palazzo Madama.

Il testo seguente è tratto dalla brochure di presentazione della mostra "I Padri Fondatori"
La costruzione dello stato unitario vide per protagonisti degli uomini che cercarono di realizzare i loro convincimenti ideali. La loro attività si esplicò in vari modi: attraverso le azioni - partecipando a tentativi insurrezionali, combattendo durante le guerre d'indipendenza o all'interno dell'impegno politico - o mediante la scrittura e la diffusione degli ideali di patriottismo e di libertà. In Italia queste idee presero a circolare grazie all'attività di riviste letterarie - come Il Caffè - che divulgarono le nuove aspirazioni di libertà.
È la circolazione del pensiero quello che caratterizza il nostro Risorgimento e le figure dei Padri Fondatori sono emblematiche nella loro pervicace ricerca di unione tra l'idealità politica e il suo tradursi in azione politica. A partire dal 1860, infatti, iniziarono a circolare una serie di immagini legate agli avvenimenti contemporanei: dalla raffigurazione delle battaglie del 1859 ai fatti occorsi durante la spedizione dei Mille; dalle mappe con le annotazioni dei luoghi degli avvenimenti bellici alle fotografie con i ritratti dei singoli protagonisti.
Ma, allo stesso tempo, vennero realizzate delle incisioni con ritratti di "gruppo" che volevano essere una sorta di ritratto collettivo dei protagonisti delle vicende risorgimentali. Si creava così un Pantheon ideale, in cui le figure dei Padri Fondatori si mostravano alla nazione da poco unificata. Ma allo stesso tempo questa necessità di trovare delle radici culturali e politiche, consentiva di recuperare suggestioni culturali molto più lontane.
Si cercava cioè di comporre una galleria di uomini illustri legata al contemporaneo che rispondesse a questa specifica esigenza. L'istanza culturale che affiora da queste opere è quindi la medesima che informerà la realizzazione di decine di sculture commemorative o celebrative che iniziarono a popolare vie e piazze delle città d'Italia.
Un popolo di figure di pietra che affiancherà questo Pantheon di carta in cui accanto a Cavour prende posto Garibaldi o, accanto a Mazzini, quella di Vittorio Emanuele II.
Parallelamente a questo si accompagnava l'attività della stampa periodica. Non a caso alcuni dei Padri Fondatori utilizzarono questo mezzo per diffondere i propri convincimenti, da Cavour fondatore del Risorgimento a Cattaneo, fondatore del Politecnico.
Scorrendo i nomi dei redattori ci si può imbattere, poi, in una serie di figure che ricorrono come protagonisti delle vicende risorgimentali: da Federico Confalonieri a Silvio Pellico, da Giovanni Berchet a Pietro Corsieri e Ludovico Di Breme, da Niccolò Tommaseo a Gabriele Pepe, da Pietro Colletta a Pietro Giordani, da Giuseppe Mazzini a Carlo Pisacane. Questa comunità intellettuale che trova la sua forma di espressione nella scrittura rappresenta di fatto un altro Pantheon di illustri italiani, che videro nelle idee e nella scrittura la loro "arma" di lotta politica.
Una battaglia che, non a caso, si intreccia con le richieste di libertà di stampa e di espressione che trovarono piena espressione proprio durante le Guerre d'Indipendenza.
Questa iniziativa intende proporre una prima selezione - sicuramente non esaustiva - di alcune figure che svolsero la loro attività letteraria e politica tra il XVIII e XIX secolo, mostrando principalmente l'intreccio delle idee attraverso l'esposizione di manoscritti originali, lettere, cimeli e testi a stampa.
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