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Capitan Fracassa

  • Il programma

    Il programma

    Capitan Fracassa

    Passa,/ con tromboni e grancassa/ il prode e illustre Capitan Fracassa,/che svolge la matassa/ dell'alta della media e della bassa/ società babbuassa./ Egli trincia, sconquassa,/ batte, carezza, fulmina, tartassa/ ma con quel riso che la gente spassa;/ e gli abbonati in massa/ salutano l'augusta sua carcassa./ Più famelico intanto di una tassa,/ l'editore si ingrassa/ benedicendo il Capitan Fracassa. Con questa filastrocca, Vassallo, inaugurava il primo numero del giornale che aveva fondato con Gennaro Minervini, Federico Napoli e Giuseppe Turco.

    Il giornale era arricchito dai celebri pupazzetti ai quali Gandolin diede per la prima volta vita su queste pagine e che commentavano spiritosamente gli avvenimenti; alle rubriche satirico˗umoristiche. Il tono scherzoso e leggero quasi di conversazione formò la sua caratteristica.

    Nel giornale erano presenti Rebus, Sciarade e rubriche di informazione e venivano riportati i dispacci dell'Agenzia di stampa Stefani; trovavano spazio inoltre novità di carattere culturale come la rubrica di teatro Sul carro di Tespi o ad esempio, questioni legali in Tra Codici e Pandette.

    Non mancavano brevi resoconti dei lavori parlamentari, sempre caratterizzati da toni piuttosto ironici, nelle rubriche Montecitorio e Palazzo Madama.

    Una parte del giornale era poi dedicata alla letteratura: fu pubblicato il romanzo a puntate Faustina, scene storiche del secolo X dell'era di Roma di Raffaello Giovagnoli, direttore della parte letteraria del giornale. Gli argomenti letterari e di varietà comparivano saltuariamente durante la settimana e costituivano per intero il numero della domenica tranne nel periodo in cui uscì La Domenica del Fracassa. A questa parte collaborarono, tra gli altri, Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao, Edmondo De Amicis e il giovanissimo Gabriele D'Annunzio con lo pseudonimo di Mario de' Fiori.

    L'atteggiamento del primo Capitan Fracassa nei confronti della politicatestimonia le difficoltà di governo dell'Italia di fine Ottocento: "La politica del momento mi fa l'effetto dei rumori in piazza. Non c'è da fare di meglio che mettersi alla finestra, e vedere cosa diamine succeda, nel sottoposto bailamme. Scherzano? Si accapigliano? Fanno a pugni o a coltellate? (...). Il Capitan Fracassa, che non è un minchione, se ne starà alla finestra, tanto più che si trova molto bene a casa sua".

    Come esempio di umorismo di carattere politico-sociale si noti la rappresentazione dell'ex deputato che "assomiglia ad un deputato in attività di servizio" ed è "attaccatissimo a tutti i piccoli privilegi che porta con sé l'essere stato rappresentante della nazione. (...)Gli ex deputati possono godere di molte comodità (...) hanno a disposizione la biblioteca della Camera e se ne approfittano, chiedetelo ai bibliotecari! Essi hanno sempre qualche opera da consultare, per completare il discorso che faranno agli elettori quando piacerà al ministero di sciogliere la Camera. Quando non sono essi che hanno bisogno di libri, mandano alla biblioteca il proprio figlio o il figlio della padrona di casa che si deve preparare alla tesi di laurea".

    Circa l'orientamento politico, il giornale fu prima liberale progressista e antitrasformista, ma appoggiò in seguito il trasformismo e poi divenne crispino. Pare che Vassallo abbandonò per primo la redazione del giornale per dissensi politici e lo seguirono Bertelli, Faelli e Lodi, e insieme fondarono il Don Chisciotte della Mancia.



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