Pubblicato il 23 febbraio 2016, nella seduta n. 580
CAPPELLETTI , MARTON , PUGLIA , DONNO , SANTANGELO , MORRA , SERRA , GIROTTO , MORONESE , BOTTICI , CATALFO - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che per quanto risulta agli interroganti:
in data 18 gennaio 2016, senza preavviso, il magazzino Prix Quality di Grisignano di Zocco, in provincia di Vicenza, ha disdetto anticipatamente ed unilateralmente l'appalto con la cooperativa Leone;
60 lavoratori del magazzino, che prestano servizio anche da 10-15 anni, hanno ricevuto, senza preavviso, la comunicazione di chiusura del rapporto di lavoro;
nell'imminente cambio di appalto, i lavoratori hanno chiesto di non perdere i livelli degli scatti di anzianità e i diritti acquisiti in questi anni;
considerato che:
in data 27 gennaio 2016, si è svolto un incontro tra il Prix, rappresentato dal dirigente Michele Marchesini e dall'avvocato Gianluca Spolverato, consulente incaricato dalla proprietà, i rappresentanti di Adl (associazione per i diritti dei lavoratori) Cobas, le cooperative Leone e Sinco. L'incontro ha posto le basi per arrivare ad un accordo, che il giorno seguente avrebbe dovuto essere solo firmato dalle parti. L'accordo prevedeva il reintegro dei lavoratori, con il riconoscimento dell'anzianità lavorativa e conseguente applicazione degli scatti maturati, dei livelli acquisiti precedentemente e, visto che non si trattava di nuova occupazione (alcuni lavoratori erano impiegati in quel magazzino da oltre 15 anni), la non applicazione del "Jobs Act" (di cui al decreto-legge n. 34 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 78 del 2014);
in data 28 gennaio 2016 venivano modificate unilateralmente le condizioni dell'accordo;
numerosi sono stati gli incontri in Prefettura a Vicenza tra il prefetto, la direzione di Prix Quality, i responsabili delle cooperative Leone e Sinco e i sindacati Adl Cobas; gli incontri sono terminati con un nulla di fatto;
considerato che:
risulta agli interroganti che l'azienda Prix, non solo non sta attraversando uno stato di crisi, ma sarebbe in procinto di aprire nuovi punti di vendita;
a parere degli interroganti il cambio d'appalto serve per fare finte "neoassunzioni" a lavoratori, che, in realtà, lavorano nei magazzini da anni, in modo tale da usufruire degli sgravi fiscali previsti dal "Jobs Act". Assumendo nuova manodopera, ovviamente a tempo determinato, cooperativa e Prix possono usufruire degli sgravi fiscali del "Jobs Act". Sostituire 53 lavoratori espulsi con altrettanti neoassunti garantisce un importo di 516.000 euro di sgravi fiscali in 3 anni. A questo si aggiunge l'abbattimento del costo del lavoro, con lavoratori senza anzianità e al livello più basso. Oggi un lavoratore inquadrato al 5° livello, con uno o due scatti di anzianità, ha un costo del lavoro mediamente più alto di circa 280-300 euro al mese di un lavoratore assunto al livello 6°. Moltiplicando queste differenze per le 14 mensilità e per il numero dei lavoratori, in 3 anni il Prix abbatte il costo del lavoro di altri 650.000 euro. Totale, quasi un milione e 200.000 euro,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali siano i motivi per cui non si sia provveduto tempestivamente al raggiungimento di un accordo in grado di soddisfare tutte le parti interessate;
quali iniziative di competenza ritengano di assumere per impedire i licenziamenti dei dipendenti delle cooperative impiegati nella grande distribuzione;
quali iniziative, nei limiti delle proprie attribuzioni, intendano adottare per evitare che un lavoratore presti servizio presso un unico datore di lavoro, finanche per 15 anni, pur risultando assunto tramite una cooperativa;
se non intendano intervenire, nella opportune sedi di competenza, per impedire che Prix e le cooperative che lavorano nei magazzini della logistica risparmino sul costo del lavoro a scapito dei diritti acquisiti dai lavoratori, che, a causa dell'applicazione delle regole del "Jobs Act" a vantaggio dei datori di lavoro, dopo anni, si trovano a perdere l'anzianità e tutti i livelli maturati, ripartendo da zero come se fossero appena assunti, con relativa riduzione dello stipendio.