Atto n. 3-02596 (in Commissione)

Pubblicato il 23 febbraio 2016, nella seduta n. 580

SERRA , BERTOROTTA , COTTI , DONNO , MANGILI , MARTELLI , PAGLINI , BOTTICI , MORONESE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

da recenti notizie di stampa pubblicate su "La Nuova Sardegna" del 18 gennaio 2016, si apprende che l'annoso problema dell'inquinamento da metalli pesanti del rio Irvi nel comune di Arbus, nell'ex provincia del Medio Campidano, continua a riverberarsi sull'equilibrio ambientale, floreale e faunistico della riserva naturale di monte Arcuentu e rio Piscinas. Tale circostanza incide fortemente sulla conservazione e sulla salvaguardia dell'ambiente naturalistico che viene attraversato. Il ruscello è stato definito il "fiume rosso" a causa del carico delle scorie trasportate;

il carico di sostanze inquinanti viene veicolato attraverso il ruscello Irvi, bacino ex minerario classificato come acqua pubblica ai sensi del regio decreto n. 1775 del 1933, della legge n. 36 del 1994 e del decreto legislativo n. 152 del 2006, delle sue acque che scorrono a monte dell'area protetta di Piscinas, per poi giungere a valle raggiungendo il complesso dunale ivi presente e considerato l'unico deserto costiero d'Europa;

considerato che:

dopo la chiusura delle miniere di Montevecchio, già nel 1991, del cantiere di Casargiu e della galleria Fais si sono verificati fenomeni consistenti nello sversamento di metalli pesanti in mare in grado di compromettere gravemente lo stato incontaminato dei luoghi. Difatti, dalle gallerie minerarie, ormai abbandonate, fuoriescono acque contaminate da arsenico, cadmio, nichel, piombo, ferro, cobalto e manganese, nocive per la flora e per la fauna;

le scorie di lavorazione dei minerali sono il frutto dell'attività estrattiva di molti decenni; e sono state, e parrebbe che lo siano tuttora, trasportate dal corso d'acqua per circa 7 chilometri, attraversando la vegetazione mediterranea giungendo, in caso di piogge particolarmente abbondanti, fino al mare. In tali luoghi sono presenti diverse specie faunistiche protette di interesse comunitario tra cui il cervo sardo, la tartaruga marina, l'aquila reale, il falco pellegrino;

da anni fra la Regione Sardegna, l'Igea (ente regionale competente in materia di bonifiche delle aree ex minerarie della Sardegna), l'ex Provincia del Medio Campidano, il Comune di Arbus e l'Asl n. 6 si verifica un rimando di responsabilità in ordine alle conseguenze in cui versa l'ambiente contaminato dal materiale di risulta delle lavorazioni minerarie;

nell'area sono presenti diversi siti di archeologia mineraria, quali Ingurtosu, Piscinas e Naracauli, facenti parte del parco geominerario, storico, ambientale della Sardegna. Sulla fascia marina di 300 metri dall'arenile, sulle sponde fluviali e sulle zone dunali sussiste un vincolo di conservazione integrale statuito con legge regionale n.23 del 1993. L'area è classificata come riserva naturale regionale "monte Arcuentu-rio Piscinas" e assurge a sito di interesse comunitario come previsto dalla direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, con lo scopo precipuo della salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio degli Stati membri dell'Unione europea;

considerato altresì che, per quanto risulta agli interroganti:

sono state effettuate, anche in tempi recenti, diverse analisi delle acque anche da parte dell'Agenzia regionale per l'ambiente della Sardegna (ARPAS), da cui è emerso che nelle acque provenienti dalla galleria mineraria di Pozzo Fais a Casargiu e dalla seconda galleria dello stesso cantiere e in quelle prelevate nello specchio d'acqua prospiciente la foce del rio Irvi-Piscinas la percentuale di cadmio riscontrata è superiore alla percentuale prevista dal decreto ministeriale n. 260 del 2010;

nei campioni prelevati all'uscita delle due gallerie Casargiu è stata riscontrata la presenza di arsenico, nichel, zinco, manganese, ferro, cadmio e cobalto, gli stessi metalli pesanti rinvenuti nel rio Irvi-Piscinas e nel rio Naraculi;

in passato la Provincia di Cagliari aveva concesso un finanziamento per la realizzazione di un depuratore delle acque reflue provenienti dalla galleria Fais del cantiere minerario di Casargiu. Le somme, non utilizzate, venivano trasferite nel 2006 all'ex provincia del Medio Campidano che realizzava una parte dell'impianto per poi consegnarlo, nel 2011, in gestione all'Igea. Tuttora l'impianto di depurazione non è stato avviato. Per queste ragioni, a causa delle piogge, continuano a fuoriuscire dalla galleria Fais scorie altamente pregiudizievoli per l'ambiente e per la fauna di particolare pregio ivi stanziata,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se abbiano adottato provvedimenti, o intendano adottarne, al fine di affrontare e risolvere le criticità;

se intendano intervenire con iniziative di competenza per la tutela ambientale delle aree contaminate dagli sversamenti di metalli pesanti provenienti dai luoghi di estrazione e lavorazione mineraria, per procedere alla realizzazione di un celere piano di bonifiche;

se ritengano opportuno, nei limiti delle proprie attribuzioni, promuovere l'avvio di una conferenza e/o di un tavolo di confronto tra tutte le istituzioni interessate a livello nazionale, regionale e locale, anche al fine di valutare le problematiche e le motivazioni per le quali, a tutt'oggi, le istituzioni competenti non abbiano provveduto alla bonifica dei luoghi.